svolazzi in rosa

 Chi conosce Renato Ardovino sa, che il pasticcere di Real Time, da un nome a tutte le sue creazioni; considerando che ho scopiazzato più di una tecnica spiegata da lui in tv, non potevo che darmi un tono e battezzare anch’io, almeno una torta.
Quando Rossella mi ha chiesto una torta a sorpresa per Giulia, sua figlia ballerina di danza classica, ho pensato che potevo mettere in pratica l’effetto delle balze dei costumi di scena. Se siete curiosi di sapere come si fa guardate il video.
Ho realizzato un pan di spagna classico con 8 uova, cotto dentro una teglia da 30 cm, l’ho poi adagiato su un supporto in polistirolo alto 6 cm che mi è servito da base, più largo e sul quale ho collocato un foglio di acetato per isolare il pan di spagna.
per il pan di spagna:
teglia 30 cm di diametro
8 uova
240 g di farina
240 g di zucchero
un pizzico di sale
due giorni prima della consegna della torta preparate il pan di spagna: accendete il forno a 160°C (per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno), imburrate la teglia, infarinatela e eliminate quella in eccesso. Sbattete le uova con lo zucchero e il sale per almeno 20 minuti, aggiungete la farina, poco per volta, mescolando con un cucchiaio di legno, dal basso verso l’alto per non smontare il composto. Versate nella teglia e cuocete per circa 15-20 minuti fate la prova dello stecchino per verificare la cottura. Tirate fuori dal forno il dolce e fate raffreddare qualche minuto prima di sformarlo su una griglia per dolci. Fate raffreddare completamente e avvolgetelo dentro la pellicola per il riposo prima del taglio. Il giorno dopo tagliate in due il pan di spagna bagnatelo con un miscuglio di acqua, zucchero e latte: scaldate 200 ml acqua con 70 ml di latte e 20 g di zucchero; sciogliete bene lo zucchero, versate la mistura nella bottiglia per bagne e bagnate uniformemente il pan di spagna di base.
Realizzate la crema al burro, seguendo la ricetta di Renato ho usato 250 g di burro a temperatura ambiente 350 g di zucchero a velo setacciato e 10 ml di latte caldo (una goccia). Mettete gli ingredienti nella planetaria e sbattete energicamente fino a ottenere una crema. Mettete dentro un sac-a-poche usa e getta, poca crema e realizzate un cordolo sulla circonferenza della torta e preparate la farcitura. Sbattete con le fruste elettriche, 400 g di mascarpone e 300 g di crema di pistacchio. Mettete la crema ottenuta dentro un sac-a-poche usa e getta e farcite la torta con movimenti circolari dall’esterno verso l’interno. Bagnate anche il coperchio della torta, con delicatezza ponetelo a copertura e passate in frigo per almeno un’ora, trascorso questo tempo, con una spatola rivestite la torta con la crema al burro e ponetela in frigo ancora per un paio d’ore. Stendete la pasta di zucchero rosa chiaro rivestite la torta e la base del polistirolo, applicate le decorazioni e finite con un nastro in tinta. Fate riposare la torta in frigo ancora una notte prima della consegna.

sempre a dieta sono

e per fortuna, mangiare in questa stagione, rende piacevole anche un’insalata. Ho realizzato anche una cosa, il mio cervello, per rimanere connesso alla dieta, deve considerare un certo tipo di lavoro per arrivare all’obiettivo. Se la mattina ho parecchie cosa da fare, la mia testa non pensa a mangiare. Al contrario ‘u ciriveddu macìna sempre una parola “manciari” e non si può. Allora, siccome sugnu giniusa, ingegnosa, il lavoro di preparazione deve essere lungo, assaporo il risultato finale senza sgarrare.Che fatica prendersi in giro ahahahah.
Insalata di asparagi e fave
per due cristiani
preparazione 40 minuti 
cottura: 25 minuti
500 g di asparagi 
800 g di fave da sgranare
mezzo radicchio
un piccolo scalogno
un cucchiaino d’olio extra vergine d’oliva
basilico
per l’emulsione
un cucchiaio di crema di aceto di mele
due cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
la scorza di mezzo limone gratugiata
sale
pepe

 sgranate le fave, eliminate la cuticola che le ricopre e stufatele in padella con un cucchiaino d’olio e un bicchiere e mezzo d’acqua. Appena saranno tenere spegnete e lasciate raffreddare. Pulite i gambi degli asparagi, lavateli e eliminate la parte più dura; cuoceteli in acqua bollente salata per dieci minuti, dentro la pentola alta. Scolateli e tagliateli a pezzi dopo averli fatti raffreddare. In  una ciotola mescolate gli ingredienti cotti, il radicchio affettato finemente, lo scalogno tagliato a rondelle e il basilico. Preparate l’emulsione mescolando gli ingredienti sbattendoli con una forchetta, versate sull’insalata, mescolate e servite.

Ciotole di Andrea Branciforti, Caltagirone

‘A cubbaita o giuggiulena

Oggi è il primo compleanno di Scorza d’arancia su Sicily Present, il giornale on line dei siciliani e del mondo che vuole appartenere alla Sicilia bedda. Da un anno, dicevo, trovate il mio contributo settimanale legato alla domenica, giorno che, tipicamente, vede le famiglie riunite; cucina regionale e non solo, qualche aneddoto e parecchie suggestioni corrono tra le righe tra ingredienti e consigli. Tutto il giornale è permeato da qualità di contenuti, v’invito  a sfogliare quelle pagine, ne rimarrete  ammaliati. 
Oggi la ricetta coincide per festeggiare a “reti unificate”, questo compleanno. Un dolcino velocissimo da realizzare e anche da mangiare. Andate su Sicily Present a leggere perché, in Sicilia, il sesamo lo chiamiamo cimino…   
100 g di
sesamo
200 g di
zucchero
75 g di
miele
Olio di semi
q.b.

Con un pennello da cucina oleate un piano di marmo. In
un pentolino mettete lo zucchero, ponete su fuoco leggìo e fate
sciogliere completamente, unite il miele e portate a cottura fino a quando il
composto assume un colore ambrato aggiungete il sesamo e mescolate per
amalgamare gli ingredienti.  Versate il
miscuglio sul piano di marmo e, con una spatola per dolci ben oleata, distribuite
in uno strato sottile anche se la tradizione vorrebbe uno spessore di circa uno
o due centimetri. Fate raffreddare completamente e poi tagliate a pezzi.

semplice timballo

 “[…] I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione di estranei sia per origine sia anche,  se si tratti di Siciliani, per indipendenza di spirito, sconvolge il loro vaneggiare di raggiunta compiutezza, rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla; calpestati da una decina di popoli differenti essi credono di avere un passato imperiale che dà loro diritto a funerali sontuosi. […]”
Giuseppe Tomasi di
Lampedusa Il Gattopardo, Feltrinelli
Bergamo, gennaio 2012 (pag 183)

Quando ho visto questo timballo su Sale & Pepe di maggio 2013 mi sono illuminata. Un piatto semplicissimo che mette d’accordo granni e picciriddi; un piatto ideale per pic-nic fuori porta, da preparare in precedenza e trascinarlo in giro per questi ‘ponti’ del 25 aprile, che oramà passò ma anche quello del primo maggio che ancora deve arrivare. Ho copiato paro_paro la ricetta usando ingredienti locali picchì mi venne in mente uno dei timballi più famosi e fastosi, quello del Principe di Salina.
preparazione 15 minuti
cottura 45 minuti
eravamo 14 cristiani
1100 g di bucatini  
1800 ml di salsa di pomodoro ciliegino già pronta
400 g di mozzarella vaccina affettata
150 g di parmigiano grattugiato
400 g di pomodori datterino affettati
basilico
origano secco
pangrattato
sale
pepe
olio extra vergine d’oliva

oleate una teglia abbastanza capiente e poi cospargetela con pangrattato, preparate prima tutti gli ingredienti in modo da essere pronti per comporre il timballo. Cuocete i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli a metà cottura e mescolateli con la salsa di pomodoro, una manciata di parmigiano e una macinata di pepe. Distribuite  metà della pasta sul fondo della teglia, cospargete con metà del parmigiano rimasto, metà della mozzarella, foglie di basilico e una spolverata di origano, Coprite con la pasta rimasta, finite con la mozzarella, i pomodorini, il basilico, l’origano, parmigiano e una manciata di pangrattato. Infornate a 180 °C per mezz’ora, fate riposare ancora mezz’ora o più prima di servire.

testa di (sedano) rapa

Mizzica, lo sapevate che il sedano rapa ha pochissime calorie? 22 kcal per 100 g, io non lo sapevo e non è l’unica cosa che non conosco…

Per non di meno a ciò, per dimagrire mi siddìa mangiare sempre ‘i stissi cosi, quindi oggi mi propongo degli sformati di sedano rapa cotti al vapore: attenti a mia!
per 4 persone
un sedano rapa di circa 500 g
la scorza di mezza arancia
6 chiodi di garofano
2 foglie di alloro
un giro d’olio
400 ml di acqua

sbucciate il sedano rapa, affettatelo e riducetelo a cubetti, ponete sul fondo della vaporiera l’acqua, i chiodi di garofano, le foglie di alloro e la scorza d’arancia prelevata con un pelapatate. Adagiate il cestello della vaporiera con il sedano rapa, portate a ebollizione e cuocete per 15 minuti.

per gli sformati:
2 uova
50 g di parmigiano grattugiato
qualche foglia di basilico
olio extra vergine d’oliva
una manciata di pangrattato
sale e pepe

frullate le uova con il parmigiano e il basilico, unite il sedano rapa ormai tiepido e frullate ancora per amalgamare bene tutto. Aggiustate di sale e pepate. Ungete con pochissimo olio 4 cocotte e spolveratele con il pangrattato, distribuite il composto di uova, livellate e ponete dentro la vaporiera dopo aver aggiunto una tazza d’acqua sul fondo già utilizzato in precedenza. Portate a 90 °C e cuocete per 15 minuti. Servite tiepidi con delle zucchine grigliate, aromatizzate con un cucchiaio d’olio, sale, pepe e basilico a pezzetti.

da consumare preferibilmente entro…


…aprile 2013. Ora o mai più. Volete sapere cosa scade in questo mese? Il pandoro di Natale 2012, ecco che a questo punto scatta il bisogno di produrre qualcosa che sia a base di pandoro, di mangiarlo così non abbiamo più l’atmosfera considerando che l’ultima pallina la staccammo già da tempo; anche se piove la temperatura è salita e non invoglia a celebrare ancora l’inverno, dunque mezzo pandoro finisce a fare da base al tiramisù alle fragole.
per una teglia 25 per 35 
500 g di pandoro tagliato a fette di ugual spessore
una tazza di cioccolata calda
500 g di fragole
500 g di mascarpone
4 uova
100 g di zucchero
un pizzico di sale
30 g di farina di pistacchi
30 g di pistacchi
lavate e asciugate le fragole, eliminate il picciolo e tagliatele a rondelle. Preparate la cioccolata calda, lasciatela intiepidire, nel frattempo affettate il pandoro e adagiatelo realizzando una base sul fondo della teglia, imbibite con la cioccolata tiepida e preparate la crema. Sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare bianchi; aggiungete il mascarpone poco per volta mescolando fino a unificare il composto eliminando i grumi. Sbattete a neve gli albumi con il sale e uniteli al composto di formaggio, mescolate con un cucchiaio di legno con movimenti dal basso verso l’alto senza smontare gli albumi. Distribuite le fragole realizzando un suolo di frutta, versate la crema, distribuitela con una spatola, decorate con la farina di pistacchi e con i pistacchi tagliati a coltello grossolanamente. Ponete in frigo almeno per una notte, prima di servire. 

la rossa

hai questo libro?

Beh, è un peccato non averlo! Ti ricordi qui, quando ti dissi che c’era qualcosa di grosso che bolliva in pentola ( o meglio in forno)? Beh, Claudio Iannetta c’è riuscito! ha concretizzato il legame tra mondo virtuale e mondo reale già con la pubblicazione di un primo libro di ricette:

“C’è torta per te”: le ricette buone

“Sedici blogger rivelano in un libro il loro dolce del cuore. Il ricettario è in vendita a favore della campagna Nastro rosa della Lilt

Anche le blogger hanno un cuore. Soffice. E lo mettono a nudo rivelando la loro ricetta segreta di dolce. Per una buona causa: il ricettario C’è torta per te. Il gusto soffice del web (ideato da Valle’ Italia e pubblicato da Trenta Editore) sostiene la campagna Nastro rosa della Lilt per la prevenzione del tumore al seno.
Dal panettone con le mele alla “torta olio di gomito”, dalla New York cheesecake alla schiacciata alla fiorentina, dalla crostata di maggio alla “torta di mele più buona del mondo”, sono ventidue le ricette ispirate a tre dogmi della cucina più attuale: super velocità, super sofficità e super leggerezza.”
(Articolo desunto dalla rivista “OGGI”)

Ma non finisce qui: quello di cui ti parlo oggi è il secondo reale e godurioso viaggio nel mondo delle foodblogger.
Ancora una volta, Claudio Iannetta e Vallè hanno creduto in noi.

C’è Tort@per te 2 In viaggio con i blogger. Un libro che aiuta le donne perché sostiene la ricerca per la salute femminile e la prevenzione dei tumori al seno. Sfogliandolo troverai ricette di torte, muffin, plumcake sofficissimi e deliziosi. Voglio segnalarti una ricetta tra le tante, perfetta per questa stagione e che vede protagonista la fragola, rossa, come l’ideatrice. L’originale la trovate a pagina 106, l’autrice è Giulia la Rossa.di Sera.

Io ti do un’alternativa  alla sua base dicendoti che ho cambiato pochi ingredienti perché voglio stimolare la tua curiosità.

torta con fragole, ricotta e semi di papavero
400 g di fragole tagliate a rondelle
180 g di farina 00
200 g di ricotta
130 g di zucchero
80 g di Valle
50 g di mascarpone
35 g di semi di papavero
3 uova
10 g di lievito
una baccello di vaniglia
un pizzico di sale
zucchero a velo per decorare

Sbattete le uova con 120 g di zucchero e il sale per circa 5 minuti, unite la ricotta, il mascarpone e la margarina, sbattendo per amalgamare dopo ogni aggiunta. Aggiungete i semi di papavero e i semi della vaniglia. Setacciate la farina insieme con il lievito e aggiungeteli al composto di uova, poco per volta, mescolando per amalgamare. In ultimo distribuite le fragole e mescolate per coprirle con la crema. Ungete e spolverate di farina una teglia di 26 cm di diametro, versate l’impasto, livellatelo e cospargete con lo zucchero rimasto. Infornate a 160°C per 35 minuti, per la cottura basatevi sulla conoscenza del  vostro forno. Fate la prova stecchino prima di sfornare; fate riposare qualche minuto nella teglia prima di sformare su una gratella per dolci e fare raffreddare completamente il dolce. Prima di servire spolverate con zucchero a velo.

 

la cosa bella

Sapete qual’è la cosa bella di questa dieta? Il coinvolgimento di tre generazioni: mia madre, mia figlia e io. Tutte a dieta per scalare il panzonello, chi più chi meno certo, ma questo regime alimentare ha indotto Carlotta ad ampliare il suo range di alimenti. Mangiava cinque piatti a rotazione senza allargare i suoi orizzonti. adesso è un piacere aspettare il pranzo insieme con lei; pesce, verdure in insalata, carne bianca anche senza panatura… impressionata sono, soprattutto quando mi dice: “mamma mi fai il pesciolino?”. Sta crescendo a settembre compirà quattordici anni, una signorina, eh sì!

Insalata di quinoa, uova e pere
per due cristiani
tempo di preparazione 10 minuti
cottura 15 minuti
100 g di quinoa
4 uova sode
una carota tritata
una pera williams rossa
100 g di radicchio
un cucchiaino di crema di aceto di mele
un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
un finocchio
un mazzetto di prezzemolo
un cucchiaino di curry
sale
Portate a bollore un pentolino d’acqua, versate la quinoa e cuocete per quindici minuti. scolate e fate raffreddare. Affettate la pera e disidratatela in forno a 180°C per mezz’ora circa, poi fate raffreddare su una griglia. Affettate tutta la verdura e tritate il prezzemolo. Mescolate la quinoa con le verdure, la pera disidratata, condite con il sale, il curry, la crema di aceto balsamico e l’olio, mescolate e componete i piatti con le uova tagliate in due, distribuite il prezzemolo e servite.

il cervello ha bisogno di zucchero

e questo è assodato, ma i miei fianchi non ne possono più… le mie maniglie dell’amore oramà sono a norma di legge, calcolabili come uno sbalzo in cemento armato e condonati dal comune. Considerando che la primavera è esplosa in tutto il suo splendore e gli strati ‘cipolleschi di contenimento’ andranno eliminati; via le calze contenitive, bustini e corsetti, bisogna correre ai ripari. La verità? Ho la tendenza a ingrassare… è la frase di tutti quelli che, come me, venerano il cibo e non bruciano una beneamata, una scusa bella e buona per continuare a mangiare. Almeno mangio leggero, mi chiedo cosa ne pensi la mia nutrizionista…Annarita, palesati.

per due cristiani
preparazione 5 minuti
cottura 10 minuti
ingredienti:
350 g di pesce persico
6 pomodori piccadilly
2 scalogni freschi
uno spicchio d’aglio
un mazzetto di prezzemolo
un cucchiaino d’olio extra vergine d’oliva
mezzo bicchiere d’acqua
mezzo peperoncino fresco piccante oppure pepe nero
una manciata di capperi dissalati
In una padella mettete l’olio, gli scalogni affettati a rondelle, l’aglio tagliato in due e l’acqua, accendete il fuoco e portate a bollore. Mettete il pesce e condite con i pomodori tagliati a metà o a concassè e i capperi. A metà cottura girate il filetto per cuocerlo anche dall’altro lato. Servite con una spolverata di prezzemolo, una macinata di pepe o, a chi piace, il peperoncino tagliato a rondelle e una insalata di songino.

una passione per il formaggio e per le storie cuntate

A Palermo l’artigianato e i mestieri erano rintracciabili, e in alcuni casi lo sono ancora,  nel centro storico identificando vie e piazze. Ci sono strade intitolate agli argentieri, ai credenzieri, ai crocifissari, ai cafisari, ai maestri d’acqua, ai candelai e così via discorrendo fino ai zimmelari, alle sedie volanti e molti altri ancora; un numero cospicuo di mestieri che avevano contraddistinto il tessuto storico della città. Esiste una leggenda (anche se secondo me, tanto leggenda non è) che racconta di una famiglia facoltosa di artigiani orafi che avevano casa e putìa in via degli Argentieri. La storia cunta che ‘sta famigghia cadìu in disgrazia per mali affari; per non dare sazio ai vicini, ‘a mugghiere dell’orafo, s’inventò ‘na ricetta ciavurusa utilizzando aromi e spezie che lasciava presagire la cottura di cunigghiu e invece era cacio cavallo cotto con olio, aglio e aceto.Il ciavuru veniva sapientemente sventolato fuori dalla finestra per fare arrivare il profumo in tutta la via  Alcuni, ancora, questo piatto lo chiamano coniglio all’argentiera ma di cacio si tratta.
per 4 cristiani pigghiate 500 g di cacio cavallo fresco, 3 cucchiai di aceto bianco, tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, 2 spicchi d’aglio, origano secco e pepe.
tagliate il formaggio a fette di 4-5 cm, in una padella capiente e antiaderente mettete l’olio e fate dorare l’aglio schiacciato, che dopo eliminerete. Unite le fette di formaggio in un solo strato e fate cuocere per qualche minuto da ambo i lati.  Appena noterete il formaggio diventare  morbido versate l’aceto, cospargete con il pepe e l’origano e servite immediatamente.
Per non farvi mancare niente vi propongo un altro antipasto da servire immediatamente, facilissimo da preparare tanto che non c’è una ricetta, dovete comprare del formaggio morbido che più vi piace; io ho usato dei tomini ricoperti con dello speck e della provola dolce tagliata a fette belle spesse. Mettete la piastra in ceramica in forno e fatela arroventare ben bene, aprite il forno e, aiutandovi con dei guantoni, tirate fuori il grill barbecue distribuite i formaggi e rimettete in forno per qualche minuto fino a quando i formaggi diventeranno morbidi e sciolti. Servite immediatamente portando in tavola la teglia e poggiandola su un tagliere di legno, tagliate i formaggi direttamente nella teglia con un taglia pizza. Un solo inconveniente con questi antipasti, facitini picca picchì s’annunca gli ospiti si appanzano di pane e formaggio e a prima fame si tolgono l’appettito.