l’Amore è una cosa meravigliosa
Pippi di Io…Così come sono…
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e Uva passa
Pippi di Io…Così come sono…
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e Uva passa
c’è tutto! Quando si ama fare una cosa, la si fa bene. E’ certo, risaputo, scontato, pressochè ovvio. La passione che si ha nel fare una cosa qualunque porta, senza ombra di dubbio, ad un ottimo risultato. Se poi la passione la si trasporta anche nei rapporti umani, credo che la vita sia vissuta, da queste persone, pienamente.
Fare il contadino è un lavoro molto faticoso; avete mai provato a coltivare un pezzettino di terra, piccolo eh, per realizzare un orticello? Io si, ci vuole tanto lavoro, tanta fatica e una impareggiabile passione. E’ quella che ci mettono i Contadini Per Passione, un gruppo di ragazzi che lavorano la terra di Ribera producendo delle arance favolose.
Quella che vi mostro è una cassetta che mi è stata regalata da loro, non per fare pubblicità, no. Paolo, uno dei contadini, dopo aver letto della mancata presentazione del libro Scorza d’arancia a poche ore dall’evento e della mia profonda delusione per aver investito denaro e tempo per la preparazione del buffet, mi ha consolato, come si fa con i picciriddi, uguale uguale, con una promessa: una delle cassette del primo raccolto l’avrebbe spedita a me. Quando si dice non tutti i mali vengono per nuocere? Vero è! La cassetta è arrivata davvero, la promessa è stata mantenuta e a me è tornato il sorriso 🙂
Vi posso solo raccontare chi ciavuru chi fanno st’arance…una poesia invernale, puramente, infinitamente, profondamente e APPASSIONATAMENTE SICULA.
mi ripeto, vero è! Ma che ci vuliti fari? Quando l’età avanza bisogna avere pacienza. Un anno nuovo, per giunta friddu, invernale e mallìttu non può non avere un certo non so che di agrumato. Il bello dell’inverno, per me, sono le arance; le arance fanno Natale e capodanno e ancora per un po’ ne avremo da mangiare, dolci e sugose, alcune volte “asprignottele” o acidule ma sempre bone sunnu.
quella che vi faccio ciavurari è una totTa per l’inverno, tipica di questo periodo, perfetta per un pomeriggio di pioggia con il caminetto acceso e una bella tazza di tè. Considerando che la giornata di pioggia l’avevo (alla grande) il tè pure, mi mancava il camino…niente ci fa, la torta ci stava intonata alla perfezione.
la scorza grattugiata di 2 arance medie
il succo di un’arancia
180 g di farina 00
150 g di farina di mandorle
180 g di burro
130 g di zucchero semolato
250 g di yogurt alla vaniglia
4 uova
una bustina di lievito in polvere
30 g di zucchero di canna
un pizzico di sale
scorze d’arancia candite
lavorate con la frusta il burro morbido con lo zucchero semolato. Aggiungete le uova, uno alla volta, la farina setacciata con il lievito, il sale, lo yogurt la farina di mandorle; in ultimo aggiungete la scorza delle arance grattugiata. Mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti. Versate l’impasto in uno stampo da 26 cm ben imburrato e infarinato e cospargete la superficie con lo zucchero di canna; cuocete in forno già caldo a 180°C per circa mezz’ora o comunque fino a quando la torta risulterà asciutta alla “prova stecchino”. Sfornate e fate raffreddare qualche minuto dentro la teglia e poi rovesciatela su una gratella per dolci. Spremete il succo di una delle due arance, ne otterrete circa 125 ml, mettetelo in un pentolino con 30 g di zucchero semolato, portate a ebollizione mescolando e spegnete. Bucherellate il fondo della torta con uno stecchino, con un pennello per dolci spennellate generosamente la superficie con lo sciroppo tiepido, imbibendo per bene. Girate la torta su un piatto da portata e pennellate anche l’altro lato della torta, cospargete con delle scorzette candite e prima di servire, se volete, spolverate con lo zucchero a velo, ma sappiate che il candido zucchero verrà assorbito totalmente dall’umidità della torta
non io…prima delle feste mi dicevo, sempre tra me e me e ad alta voce, “Come sono dimagrita! Che bello dimagrire prima delle feste! Sono stata troppo brava, adesso sarò bravissima a mantenermi anche durante le festeeeeeeeeeeeeh?” In effetti brava son stata brava, però adesso ho una fame; mi mangerei dolci e dolcetti, pasta a tinchitè e secondi sugosi e grassi…e invece? buhhhhhhh! Devo lavorare, per l’ennesima volta in 42 anni, sul mio cervello, convincermi che magro fa bene alla salute oltre al fatto che fa bene alle gonnelle e ai pantaloni taglia 42 che ho comprato con i saldi…CI-DEVO-ENTRARE!!!! Perchè mi torna poi sempre la solita tiritera, VOGLIO FARE LA MO-DEL-LA!!! Mah! Certo è, che non mi sono mai posta una domanda, importante volendo. Ma chi mi vuole come modella? AHAHAHAHAHAH! (risata quanto mai isterica e sdrammatizzante, sempre a causa delle ristrettezze caloriche) .
Per non di meno a ciò, vi sottopongo un secondo quanto mai veloce, buono e bello. Preparato la notte di capodanno; avete capito bene, l’ho preparato proprio dopo aver mangiato anche il primo, praticamente si prepara velocemente senza che abbiate il tempo di dire nè ah! e nè bah!
eravamo 12 e accattai un chilo e mezzo di salmone a fette…Poi si sa come sunnu fatti i picciriddi no? Dopo la pasta non voseru chiù nenti ed io m’arritrovai a preparare ‘sti pacchetti utilizzando due sole fette di pesce. Vi conto chi fici:
non considerando i cincu picciriddi, rimasimu 7 cristiani ancora manciatari, con la voglia cioè, di gustare ancora qualcosa.
2 fette di salmone circa mezzo chilo
6 fogli di pasta phyllo
burro qb
500 g di zucchine genovesi
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
mezzo bicchierino di brandy
un mazzetto di prezzemolo (mi scordai)
Lavate e spuntate le zucchine, tagliatele a rondelle sottili con una mandolina. Ponetele in una padella con l’aglio tritato e 2 cucchiai d’olio. Rosolatele fino a cottura, salate, pepate, aggiungete il prezzemolo tritato e fate intiepidire. Eliminate la pelle del salmone, riducetelo a pezzetti di circa 6-7 cm di lunghezza e fatelo saltare in padella con un pezzetto di burro; sfumate con il brandy e fate evaporare, salate leggermente e pepate. Stendete un foglio di pasta phyllo, spennellatelo con del burro fuso e copritelo con un altro foglio, spennellando anch’esso. Tagliate i due fogli sovrapposti in 6 rettangoli e adagiate alla base di ognuno un tocchetto di salmone e qualche rondella di zucchina. Chiudete i lati e arrotolate il fagottino, spennellate ancora e ponetelo su una teglia foderata con carta forno. Fate lo stesso con tutti i tocchetti di salmone. Infornate in forno caldo a 180°C fino a doratura della pasta, ci vorrà circa un quarto d’ora dipende dal vostro forno. Servite con una insalata mista o con le zucchine rimaste.
altri dodici mesi passaru, adesso comincia il mio conto alla rovescia per l’adorata stagione; questi sono, per me, i mesi più duri, freddi e pagghiusi; ma come si dice di solito, chi ben comincia è a metà dell’opera. Inizio dunque dal principio…
un antipasto questo, che potete preparare tranquillamente prima e tirare fuori al momento opportuno
sformato di Parmigiano, cornetto di sfoglia e bicchierini di lenticchie
per 12 cristiani:
per lo sformato di parmigiano
260 g di Parmigiano Reggiano
500 ml di panna fresca (da montare)
12 g di gelatina in fogli
fate ammollare la gelatina in acqua fredda, mescolate il parmigiano con la panna fino ad ottenere un composto omogeneo. Cuocete a bagnomaria finchè il miscuglio risulterà liscio e omogeneo. Strizzate la gelatina e aggiungetela al composto facendola sciogliere del tutto. Versate la crema in stampini monoporzione da 100 ml di capacità. Metteteli in frigo per almeno 4 ore. Sformateli con delicatezza, poneteli nel piatto e serviteli a temperatura ambiente con un’idea di pesto alla genovese.
Per i cornetti
una confezione di pasta sfoglia
140 g di robiola
70 g di pancetta dolce o affumicata (di quella già pronta a dadini)
un tuorlo
mescolate la robiola con la pancetta. Srotolate la pasta sfoglia ritagliate dei triangoli isosceli con base 5-6 cm e un’altezza di 15 cm. Ponete alla base una parte di miscuglio di formaggio e arrotolate il cornetto; ponetelo su una teglia foderata con carta forno e spennellatelo con il tuorlo leggermente sbattuto. Infornate a 200°C fino a doratura.
Per i bicchierini di lenticchie
150 g di lenticchie
una costa di sedano
una carota
una cipolla
un dado per brodo vegetale
3 fette di pancarrè
Mettete le lenticchie lavate in un tegame con un battuto di sedano, cipolla, carota e un giro d’olio. Copritele con l’acqua e cuocete con il dado brodo fino a quando saranno cotte. Eliminate i bordi al pancarrè, tagliate ogni fetta in quattro quadratini e abbrustoliteli su una padella antiaderente. Riempite dei bicchierini da finger food e serviteli con un quadratino di pancarrè.
cose familiari, cose che rilassano lo spirito e la mente. Mi sembra che la corsa al cenone abbia bisogno di una frenata, fermiamoci e rilassiamoci con una toTTa di mele; una torta pressochè classica, quasi una “torta della nonna”…io per fare aleggiare lo spirito di mia nonna Elsa, ho usato la sua teglia per la ciambella 🙂
Sono partita da una ricetta di Sale&Pepe del novembre 2008, ma poi lo sapete com’è e come non è, ci metto le mani e devo smurritiare fino a quando mi convince e inforno felice aspettando che il ciavuru inondi la casa.
attenti a mia.
1 mela e mezza della varietà Pink Lady o comunque una bella tritrigna (soda)
100 g di farina
100 g di farina di mandorle
3 uova
90 g di zucchero semolato
120 g di burro più un altro po’ per la finitura
la punta di un cucchiaino di cardamomo macinato
una bustina di lievito
un paio di cucchiai di latte
un pizzico di sale
una manciata di zucchero di canna
sbattete le uova insieme con lo zucchero semolato, aggiungete il burro morbido a pezzetti e amalgamate con le fruste. Aggiungete la farina e il lievito setacciati, la farina di mandorle, il sale e il cadamomo. Sbattete fino ad amalgamare bene aggiungendo infine il latte. Imburrate e infarinate uno stampo per ciambella di 24 cm di diametro, distribuite il composto a cucchiaiate, considerate che avrà una consistenza poco fluida ma niente ci fa; sbucciate le mele e tagliatele a quarti, praticate delle incisioni a libro e affondatele nell’impasto ma non troppo, distribuite sulle mele lo zucchero di canna e un pezzettino di burro. Infornate a 170°C per circa mezz’ora poi quando la toTTa avrà assunto un bel colore brunito e le mele avranno tutt’intorno ancora l’impasto bagnato, spegnete il fuoco e fate raffreddare in forno spento.
gastronomicamente? Vi state ancora abbuffando o state facendo una pausa prima del gran finale? Io ho ancora degli avanzi, i ceci della pasticedda di pagina 35; vi comunico che sto per papparmi questa crema di ceci e nocciole, l’ho fatta sulo ppì mia ma se volete favorire non ci metto niente a prepararne un altro piatticeddu, dicitimmillu prima dell’una e menza però…vabè, dai, fino alle due vi aspetto 🙂
anche se sono sazia, stracolma fino all’inverosimile, l’insalata non avi a mancari mai! Mangiarla, mi da la sensazione di pulizia, di lavaggio interno, di leggerezza, nonostante abbia mangiato di tutto prima, no? E’ così anche per voi? 🙂
Vi conto cosa c’è dentro questa cofana
eravamo 18 cristiani:
mezzo cespo di indivia riccia
una manciata di passolina (uva passa)
una mela Pink Lady
una manciata di pistacchi non salati
un cespo di radicchio variegato
mezzo cavolo rosso
5 bacche di cardomomo
aceto di mele a sentimento (q.b.)
mezzo limone
olio extra vergine d’oliva a sentimento (q.b.)
sale e pepe
sbucciate la mela, togliete il torsolo con l’apposito attrezzo e affettatatela molto finmente, mettetela dentro una ciotola con il succo di mezzo limone. affettate finemente il cavolo rosso, tagliate a coltello il radicchio e l’indivia. Raccogliete le verdure in una larga ciotola, unite la passolina, i pistacchi, la mela e i semi delle bacche di cardamomo, precedentemente pestati in un mortaio. Preparate un’emulsione con l’olio, l’aceto, il sale, il pepe e condite l’insalata, mescolate e servite
quanto si mangia in queste feste? Marò, troppo! Non sono abituata a mangiare queste quantità di cibo, fortuna che da oggi fino a capodanno, abbiamo 4 giorni pieni per ritrovare la dieta di sempre. Un modo di mangiare più semplice ed equilibrato. Vi cunto che ficimo aieri? Ho avuto i parenti qui da me, una lunga e bella tavolata festosa ha coronato questo giorno, da tempo la mia casa non si riempiva così tanto. Il menù prevedeva, oltre l’antipasto di panuzzelli ripieni, le mezze maniche rigate con ceci e carciofi che trovate a pagina 35 del libro e questi calamari ripieni.
per 15 calamari medi
3 scalogni tritati
pangrattato
uno spicchio daglio grosso
un mazzetto di prezzemolo
50 ml di brandy
1 tuorlo
180 g di zucchina (una)
20 g di zenzero grattugiato
70 g di pisatcchi
500 ml di vino bianco secco
500 ml di brodo vegetale
7 filetti d’acciuga sott’olio
2 cucchiai rasi di farina 00
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Pulite, con santa pacienza, i calamari; staccate i tentacoli, eliminate occhi, bocca e viscere e la pelle. Sciacquate sotto l’acqua corrente e tamponate con della carta da cucina. Mettete gli scalogni in una casseruola con 4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, fate appassire su fiamma moderata, unite i tentacoli tagliati a pezzetti, cuocete per pochi minuti e poi sfumate con il brandy facendolo evaporare alzando la fiamma e mescolando. Spegnete e fate intiepidire. Grattugiate la zucchina con una grattugia a fori grossi, stufatela in una padella con un paio di cucchiai d’olio, mescolate, spegnete e fate intiepidire. In una terrina mescolate i tentacoli, la zucchina, i pistacchi tritati grossolanamente, lo zenzero sbucciato e grattugiato, il tuorlo e tanto pangrattato quanto ne serve per amalgamare ben bene il ripieno, salte e pepate. Riempite con questo composto, un sac-a-poche usa e getta e utilizzatelo per farcire le sacche dei calamari per due terzi della loro capacità. Chiudete, infine, le aperture con degli stecchini.
Sporcate una casseruola capiente con olio extra vergine d’oliva, aggiungete l’aglio degerminato e tagliato a metà; rosolate le sacche da tutti i lati, unite il prezzemolo e le acciughine spezzettate, irrorate con il vino e cuocete per mezz’ora, rigirando spesso. In una ciotola mettete la farina con due cucchiai d’olio, mescolate con una frusta a fili e amalgamate aggiungendo a filo il brodo caldo. Poco prima della fine della cottura aggiungete la salsa preparata , amalgamate e servite.
per mantenermi leggera leggera! Non un’insalata così, a com’è gghiè, nonsì! Un’insalata spettacolare di quelle che ne mangeresti una cofana intera. E poi si sa, dopo un pranzo luculliano, anche se ti senti pieno come un uovo, stracolmo che potresti rotolare in discesa e con il vento a favore, l’insalata te la mangi con piacere perché ti fa digerire e ti da l’impressione che ti purifichi lo stomaco; se poi è pure buona te ne mangi un altro po’. Chista che vi propongo, non è solo buona, pure bedda è! Pensateci dunque, l’insalata ci vuole sempre.
per circa 8 cristiani a cui ci piace l’insalata
un cavolo cinese
1/2 cavolo rosso
400 g di topinambur
una mela Pink Lady
40 g di passolina rinvenuta in poco brandy o, se ci sunnu picciriddi, in acqua tiepida per pochi minuti
60 g di nocciole tostate tritate grossolanamente a coltello
un limone
un ciuffetto di menta fresca
4 alici sott’olio
4 cucchiai di aceto di mele
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
C’aviti a fari? Praticamente niente di difficile. Affettate sottilmente e a coltello il cavolo cinese, mettetetelo in una bella insalatiera capiente; con una mandolina a mestiere cioè professionale che permette di affettare quasi a velo, affettate il cavolo rosso e aggiungetelo nel contenitore; sbucciate la mela e affettatela sottile con la mandolina oppure con un attrezzo che la riduce a elica…me lo regalarono da pochissimo :). Ponetela in un altro recipiente e irroratela con il succo del limone, mescolate e mettete da parte. Sbucciate il topinambur, lavatelo e lessatelo fino a quando i rebbi di una forchetta lo penetrano con delicatezza, non deve essere troppo morbido; dopo affettatelo e fatelo raffreddare. Mettete il topinambur insieme con le altre verdure, l’uvetta strizzata, la mela sgocciolata dal limone e le nocciole. Frullate la menta lavata e asciugata con le alici, l’aceto e l’olio, circa 7-8 cucchiai dipende dal vostro gusto e condite l’insalata, mescolate e servite.