Creme tart

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se aspettavo ancora un po’, questo post diventava “fuori stagione” in effetti sono al limite. Le ciliegie oramà fineru; quelle che trovo hanno di nuovo i prezzi alle stelle. Vero è che questa torta scenografica si presta a mille “vestiti” quindi la decorazione è stagionale, la base resta strepitosa comunque e la cosa bella è proprio questa.
Mi piace assai, la sua bellezza è pari alla sua bontà, la volevo fare da una marea di tempo ma sul ueb ci sono millemila ricette, di quale fidarsi? Qualche mese fa, da Tony il mio parrucchiere, ho incontrato la mia amica Agnese, lei è maestra di torte, bravissima, non ci vedevamo da quasi “un secolo” e, indovina? mi cuntò che aveva realizzato la creme tart… mizzica, chi meglio di lei? Pigghiai un pizzino elettronico ( le note del cellulare ghghghghgh), mi scrissi la ricetta e ora te la cuntu.

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250 g di farina
125 g di burro morbido
100 g di zucchero a velo
un tuorlo
un uovo intero
5 g di lievito per dolci
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone
Con le fruste, monta lo zucchero con il burro e la scorza del limone, aggiungi le uova e poi la farina, il lievito e il sale, amalgamando con una spatola, delicatamente. Stendi un foglio di pellicola e avvolgi la frolla che sarà molto morbida, a fortiori con questo caldo. Ti consiglio, quindi, di lavorare con un leccapentola per raccogliere tutto il composto e compattarlo aiutandoti con la pellicola stessa. Poni in frigo, Agnese suggerisce almeno un paio d’ore, io la preparo la sera e la faccio riposare tutta la notte in frigo.

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Trascorso il tempo di riposo, recupera la frolla e dividi in due panetti, uno rimettilo in frigo, l’altro stendilo tra un foglio di carta forno e uno di pellicola, su un piano freddo, di marmo sarebbe l’ideale. Realizza la forma desiderata con una dima: io ho fatto una corona ma vanno di moda lettere e numeri per festeggiare compleanni o ricorrenze diverse; trasferisci la frolla su una base liscia, facendo scivolare la carta forno, bucherella con i rebbi di una forchetta e fai riposare in frigo per circa 15 minuti, nel frattempo realizza l’altra base e ponila in frigo. creme tarte secondo disco_00002_01

Accendi  il forno a 160°C e inforna la prima base per circa un quarto d’ora, comunque per la cottura basati sulla conoscenza del tuo forno e controlla il processo. Sforna e fai raffreddare completamente prima di maneggiarla. Cuoci anche la seconda base e fai raffreddare.
Agnese per il ripieno ha realizzato una sorta di crema diplomatica, ma non so in che proporzione, io invece ho riempito la mia sac-a-poche con una namelaka.

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340 g di cioccolato 
400 ml di panna fresca
200 ml di latte intero
10 g di sciroppo di glucosio
4 g agar agar o di gelatina in fogli 

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taglia a pezzetti il cioccolato bianco, ponilo dentro un pentolino e scioglilo a bagnomaria. Se usi la gelatina mettila ammollo in acqua fredda per una decina di minuti e poi l’aggiungi al latte caldo, strizzata; se invece usi l’agar agar porta a bollore il latte e aggiungi la polvere, mescola per scioglierla e poi aggiungi il glucosio.
Versa il cioccolato dentro un contenitore grande abbastanza per contenere tutta la crema, versa un terzo di latte caldo e con un cucchiaio mescola per farlo assorbire dal cioccolato. Procedi allo stesso modo per fare assorbire il latte rimasto e infine la panna. Mescola ancora per amalgamare. Immergi un frullatore a immersione e frulla per circa un minuto lasciandolo fermo sul fondo, copri con la pellicola e poni in frigo tutta la notte.

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Il giorno dopo metti la crema in una sac-a-poche, sporca un piatto da portata per fissare la prima base della torta, distribuisci tanti piccoli fiocchetti fino a ricoprire la superficie, adagia l’altra base e rifai il processo.

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Metti in frigo e fai rassodare, la torta è molto delicata, tema il caldo. Decora come più ti piace, con fiori edibili e frutta di stagione, io ho realizzato dei biscotti con la frolla avanzata e ho usato anche delle piccole sfoglie di cioccolato. Tu, fai tu.
Grazie Agnese!

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geometrica armonia

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La bellezza di una città la percepiamo attraverso i secoli grazie all’opera di progettisti, costruttori, manovalanza, amministrazioni e cittadini. Cittadini come te e me che viviamo la città oggi, sommati a tutti quelli che ci hanno preceduto; si, perché i tempi di crescita di una città sono lunghissimi, lenti e graduali e fondano il loro evolversi su sequenze prospettiche, determinate dal periodo storico che riflette l’atteggiamento estetico dominante.
Vivere in città come Firenze e Palermo mi ha portato a capire facilmente, come grandi città fondate prima della nascita di Cristo, hanno tutte le forme possibili. Ogni città è pensata come un caso a sé, seguendo un concatenarsi di decisioni successive inseguendo infinite circostanze.
Quali che siano state quelle circostanze che mi accompagnarono attraverso i vicoli di Firenze per cinque anni, la magia dell’architettura di pietra e quella del paesaggio urbano geometricamente misurato sono stati insieme, lo strumento ottico determinante della mia formazione. Prova a camminare in una scena urbana di tale entità e precisione; strutture rigorose e colore compongono un unicum di giorno; di notte la tua ombra allungata sul lastricato di pietra anticipa il rumore dei passi che riecheggia tra i fronti degli edifici. Uno spettacolo, sempre.
Vedi? diceva mio nonno, ogni pietra qui ha una storia, fermati e fattela raccontare.
Hai un’idea con quante basole di pietra serena è lastricata Firenze? Ecco.
Non voglio fartela troppo lunga, mi rendo conto che partia da lontano e rischio di annoiarti ma sappi sulu ‘na cosa: camminando nel quartiere di Santa Croce c’era un baretto vicino allo studio della zia Michela, dentro il quale mi rifocillavo con lei, e proprio idda mi fici assaggiare la panna cotta per la prima volta. Daiiiii, mi ha detto, assaggia, è buonissima! Beh, questo spettacolo di dolcino  lo mangiai affatata.  Era il 1998 me ne ricordo come se fosse ieri, pure il tavolo in cui eravamo assittate mi ricordo, ciavuro e sapuri compresi.

Panna cotta bicolore, Nutella e vaniglia
per otto bicchierini:

Per la panna cotta alla Nutella
250 ml di panna fresca
25 g di zucchero
un cucchiaino da caffè raso  di agar-agar
mezza tazza di Nutella
prepara prima questo strato.
Se ti piace il motivo decorativo obliquo poni i bicchierini all’interno di un porta uovo, leggermente inclinati, assicurati che abbiano la stessa inclinazione. Scalda la panna con lo zucchero, porta quasi a bollore, preleva un paio di cucchiai e versali in una ciotolina dove avrei messo l’agar-agar, mescola, sciogli completamente e unisci al composto di panna. Aggiungi la Nutella  e amalgama per sciogliere completamente senza fare bollire.  Passa attraverso un colino a maglie fitte e poi distribuisci dentro i bicchierini. Fai rapprendere un po’ a temperatura ambiente e poi, con molta delicatezza, metti in frigo a rassodare per un’ora almeno.

bicchierini inclinati
Per lo strato alla vaniglia:
250 ml di panna
25 g di zucchero
un cucchiaino da caffè raso  di agar-agar
i semi di una bacca di vaniglia
Scalda la panna con lo zucchero e i semi della vaniglia, porta quasi a bollore, preleva un paio di cucchiai e versali in una ciotolina dove avrei messo l’agar-agar, mescola, sciogli completamente e unisci al composto di panna. Passa attraverso un colino a maglie fitte, fai intiepidire e poi distribuisci dentro i bicchierini. Passa in frigo fino al momento di servire.
puoi decorare i tuoi bicchierini come ho fatto io tritando cioccolato fondente e nocciole oppure come meglio ti suggerisce la tua fantasia.

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fresco e al lime

crema di lime

Cca semu fissati, ogni volta che manciamo ‘na cosa poi ci dobbiamo levare il sapore della cosa mangiata in precedenza ingerendo un’altra cosa.
Quannera picciridda c’era sempre la zia di turno che diceva: veni picciridda mia, manciati ‘sta bedda ‘nsalata di arance cu pitrusino che ti levi ‘u sapuri d’agghia. Con questa filosofia, in Sicilia, non finiamo mai di mangiare.
Ma all’urtimata picchì, ci dico io, mi devo togliere il sapore di una cosuzza bona chi manciai? Boh!
Per non di meno ti vulìa cuntari che per un fine pasto priparai sti ducizzi; dice che il limone sgrassa la bocca e con il lime sono parenti stritti, ma mi sorge il ragionevole dubbio che la panna, invece, ingrassi e non solo la bocca.
Qualcosa mi dice chi semu punto e accapo. Non ne niscemu chiù!

75 g di burro
la scorza di grattugiata di due lime
il succo di tre lime
2 uova
130 g di zucchero di canna
un cucchiaino raso da caffè di agar agar
500 ml di panna
per guarnire:
250 g di mirtilli
foglioline di menta glaciale
la scorza di un lime
lava i lime e preleva la scorza, conservandone un terzo. Spremi il succo e mettilo da parte. Sciogli il burro in una casseruola, aggiungi il succo dei lime, i due terzi di scorza, le uova, l’agar agar e lo zucchero. Mescola con una frusta a fili e porta a un leggero bollore sempre mescolando. Fai intiepidire. Monta la panna, aggiungi la crema al lime, poco per volta e mescolando con una spatola con movimenti circolari dal basso verso l’alto, per evitare di smontare la panna. Versa un “suolo” di mirtilli sul fondo di un ramequin o di una ciotolina, distribuisci la crema e livella la superficie. Copri con un foglio di pellicola e poni in frigo per un paio d’ore. Prima di servire elimina la pellicola e distribuisci sopra una manciata di mirtilli, una spolverata di scorza di lime e qualche fogliolina di menta glaciale.

soffice e cremosa

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Questa torta all’antica, lontana anni luce dal plasticismo delle torte in pasta di zucchero, senza tanti fronzoli e senza troppe pretese è buonissima! Preparata per festeggiare il compleanno del mio sposo, che ha chiesto espressamente una torta soffice e cremosa, ha incontrato il plauso di molti, sposo compreso. ‘Nzumma s’ha manciaru della bella!
Un pan di spagna leggerissimo farcito con una crema diplomatica molto delicata, vale a dire crema pasticciera mescolata con panna montata. Erroneamente la crema diplomatica viene chiamata, nell’italianstyle, crema chantilly. Non so per quale arcano motivo, probabilmente per confondere le idee ben bene. In verità la crema chantilly è francese; consiste in una panna aromatizzata alla vaniglia montata con zucchero a velo. Praticamente quella che ho usato per decorare i bordi e la parte superficiale.
Detto questo pigghia un pizzinu e segnati sta ricetta. Sappi che, per la riuscita della torta, dovrai seguire semplici trucchetti. Attent’ammia:

  • Quando monti le uova con lo zucchero per il pan di spagna,  devi fare incamerare molta aria, eviterai di mettere il lievito chimico; sbatti quindi, dai dieci ai quindici minuti.
  •  Regola del pan di spagna: per ogni uovo 30 g di farina e 30 g di zucchero. Io ho realizzato tre strati di pan di spagna  dentro una teglia di 26 cm di diametro alti un paio di cm ciascuno utilizzando  due uova ciascuno.
  • Fai raffreddare le basi, completamente e bagnale abbondantemente con la bagna tiepida. Quando disporrai la crema e la frutta otterrai una torta soffice e cremosa al punto giusto.
  • La bagna dovrai dosarla col metodo “alla femminina” cioè in modo empirico potrebbe non servirti tutta, dipende molto dall’assorbimento delle basi stesse. Il metodo consiste nel toccare con mano la base di pan di spagna  e valutare la consistenza. Purtroppo solo la pratica ti porterà a raggiungere il giusto equilibrio.

Torta Giò

per una teglia da 26 cm di diametro

per il pan di spagna:
6 uova
180 g di farina
180 g di zucchero
per la diplomatica:
5 tuorli
500 ml di latte
120 g di zucchero
40 g di amido di mais
1 bacca di vaniglia
500 ml di panna montata
per la bagna:
500 ml di acqua
il succo di un’arancia rossa
2 cucchiai di zucchero
per la farcia e la decorazione
500 ml di panna da montare
60 g di zucchero a velo
500 g di fragole ( scegli qualche fragola bella bella per la decorazione, il resto le tagli a pezzetti)
un’arancia rossa
foglioline di alloro
piccoli lisianthus bianchi

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il giorno prima prepara le basi della torta. Io non sono brava a tagliare il pan di spagna a fette uguali quindi preferisco preparare gli strati uno alla volta.
Sbatti due uova con 60 g di zucchero per almeno 10 minuti. Diventeranno bianche, unisci 60 g di farina a pioggia e amalgamale alle uova montate con una spatola, agendo con dei movimenti dal basso verso l’alto. Fodera una teglia da 26 cm di diametro con carta forno, imburra e infarina sia il fondo che i bordi, versa il composto e passa in forno caldo a 170°C per circa 10-15 minuti. Come sempre, per la cottura, basati sulla conoscenza del tuo elettrodomestico. Sforna e poni a raffreddare su una gratella per dolci. Ripeti questa operazione altre due volte. Fai raffreddare completamente. Prepara la crema diplomatica sbattendo i tuorli con 100 g di zucchero, la polpa della vaniglia e la maizena setacciata. Scalda il latte con la bacca della vaniglia e lo zucchero rimasto. Porta appena a bollore e spegni il fuoco e fai raffreddare per mezz’ora. Elimina il baccello di vaniglia e versa il latte a filo sulla crema, mescolando con una frusta a fili. Riponi sul fuoco e, sempre mescolando porta quasi a bollore. Se hai un termometro misura 82°C. Spegni il fuoco, metti la crema dentro una boule, coprila con la pellicola e falla raffreddare dentro un’altra ciotola con il ghiaccio. Monta la panna e aggiungila alla crema pasticciera con una spatola lavorando dal basso verso l’alto. Prepara la bagna mescolando l’acqua con il succo d’arancia e lo zucchero. Metti in un pentolino e riscalda la soluzione  fino a sciogliere lo zucchero, filtra e versa in una bottiglia per bagne. Posiziona il primo disco di pan di spagna sul piatto e bagnalo in maniera uniforme. Riempi un sac-a-poche senza bocchetta e distribuisci metà della crema diplomatica e metà delle fragole precedentemente tagliate a pezzetti. Copri con il secondo disco di pan di spagna e procedi con la crema diplomatica e le fragole. Completa con l’ultimo strato bagnando anche quello. Livella i bordi e metti in frigo un paio d’ore. Dopo procedi con la fase finale, la decorazione.
Monta la panna con lo zucchero a velo, con una spatola distribuisci la panna sui bordi, sulla parte alta e rendi liscia quanto più è possibile, finisci decorando la superficie con le fette di arancia, le fragole, i lisianthus e le foglioline di alloro.

l’ultima e tiriamo

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Si, ‘u sacciu, ancora cose duci e zuccherate?
Si, L’ultima e tiriamo avanti, l’ultima cosa duci chi fici ppì l’Epifania m’interessava cuntaritilla picchì potrebbe tornarti utile in qualche occasione, chissacciu, macari si, non è detto che sei tra quelli che “appena finite le feste a dieta”. Quindi eccomi qua.
Anche questa volta sto a cuntarti una ricetta di un maestro pasticcere. Faccio ‘na citazione come diciamo noi architetti quando scopiazziamo lo stile di un grande e famoso professionista. Attribuiamo al concetto di copia un valore alto chiamandolo citazione azzerando in automatico il plagio. Geni!
E va beh bisogna sapere copiare, l’ho detto sempre e non è detto che io lo sappia fare ma di sicuro m’ddivittia e il dolcino è buono veramente se ti piacciono le cose tremolanti.
cioccolato

La ricetta di cui ti vogghiu parrari è quella del creme caramel del maestro Montersino.
Una cosa non capisco dalla descrizione del maestro e ci chiederei: Luca, maestro mio, ma ‘sta glassa al caramello venne dura puru a ttia? Una pietra, scomoda da mangiare, secunnu mia eh?

Amunì, assittati e segnati ‘st’ingredienti.

per la pasta frolla:
92 g di farina 180 W
55 g di burro
37 g di zucchero a velo
15 g di tuorli (uno)
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone, grattugiata
un pizzico di sale

per il creme caramel:
450 g di latte intero fresco
180 g di uova intere, circa 3 piccole
50 g di panna fresca
130 g di zucchero semolato
15 g di agar agar, oppure 4 fogli di colla di pesce
una bacca di vaniglia
una bacca di anice stellato
5 g di liquore all’anice, ho messi 2 gocce di zammù, anice unico, questione di gusti

per la glassa al caramello:
200 g di salsa al caramello
12 g di agar agar

per la salsa al caramello
100 g di zucchero semolato
100 g di acqua

per la finitura
200 g di pasta frolla
100 g di cioccolato fondente al 55% di cacao

pigghiati un pizzino per i passaggi, sunnu n’anticchia ‘ntipatici ma se segui passo passo t’arrinesciunu tutti cosi.

prepara la pasta frolla lavorando la farina con il burro tagliato a dadini. Aggiungi lo zucchero a velo, i tuorli e i semi della vaniglia, in ultimo il sale e la scorza del limone. Realizza una palla, avvolgila nella pellicola e mettina in frigo per almeno un’ora ma anche di più.

prepara il crème caramel mettendo 50 g di zucchero in un pentolino dal fondo spesso e fallo caramellare sul fuoco, non ti allontanare, rischi di bruciarlo e di buttare via tutto. Distribuiscilo sul fondo di uno stampo da plumcake, in maniera uniforme.
in una ciotola slega le uova sbattendole leggermente insieme ai semi di vaniglia, al liquore e alla bacca di anice stellato.  Fai bollire il latte con la panna per un minuto e aggiungi lo zucchero a pioggia miscelato con l’agar agar, dice il maestro. Se usi la colla di pesce mettila a mollo in acqua fredda per qualche minuto e poi aggiungila al composto di latte dopo aver sciolto lo zucchero. Versa il composto di latte e panna sulle uova, mescola bene tutto e versalo nello stampo da plumcake. Cuoci a bagnomaria a 140°C per 20 minuti. Tira fuori dal forno la crema e falla raffreddare, poi metti tutto nel bicchiere del frullatore e frulla tutto. Riempi degli stampi in silicone  di babà nichi, mignon e poi passali in freezer.

Nel frattempo prepara i biscotti: stendi l’impasto, ritaglialo con un coppapasta leggermente più grande della base degli stampi che hai scelto per i tuoi crème caramel e cuoci in forno caldo a 180°C per circa 15 minuti.
Trita al coltello il cioccolato e scioglilo a bagnomaria. quando è ancora tiepido immergi la parte superiore del biscotti e fai raffreddare.

Prepara la salsa al caramello facendo cuocere 70 g di acqua con lo zucchero fino a ottenere un caramello biondo poi ferma la cottura con 30 g di acqua calda. Occhio eh? fai attenzione picchì quando aggiungi quest’acqua il caramello comincia a schizzare. Prepara la glassa al caramello facendo bollire una parte della salsa precedentemente preparata con l’agar agar, aggiungi la parte rimasta di salsa al caramello e continua a mescolare.

Tira fuori dal freezer i crème caramel e realizza i canapè ponendo sul piatto a servire il biscotto con la glassatura al cioccolato, sforma un crème caramel e adagialo sul biscotto e poi versa un po’ di glassa al caramello calda. Poni in frigo e porta a temperatura.

 

 

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una mousse per un buon Natale

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Buon Natale
ti regalo un bicchiere con una mousse al cioccolato e cialde croccanti al cacao, una cosa da fine pasto dopo una cena luculliana, di quelle che non finiscono mai, che ti lasciano senza fiato. Ecco, con un bicchiere così finisci in bellezza con quel dolce e amaro che non guasta e che ti mette in pace con tutti anche con quelli che ti stanno ‘ntipatici. Provali, li prepari in anticipo e li metti in frigo coperti dalla pellicola, poco prima di servire, attipo quando hai finito con il secondo, li tiri fuori così arrivano a tavola a temperatura ambiente. Decorali con le cialde e poi mi cunti.
Ciao mousse-odueo2

Bicchierini con mousse al cioccolato e cialde golose Athena

Per 4 bicchieri

100 g di cioccolato fondente
100 g di cioccolato fondente all’arancia
100 ml di panna da montare
50 g di burro
25 g di zucchero
2 uova
una manciata d nocciole tostate
4-5 cialde alla nocciola e al cacao Athena per bicchiere

spezzetta il cioccolato ponilo in un tegame a bagnomaria e fondilo a fuoco dolce, aggiungi prima il burro e poi i tuorli, mescola per ottenere un composto liscio. Sbatti gli albumi a neve con lo zucchero e uniscili al cioccolato, sbatti ancora con le fruste elettriche. Monta la panna e aggiungila delicatamente con una spatola. Metti in frigo per almeno 40 minuti. Trascorso questo tempo sbatti con le fruste elettriche e poni la mousse dentro un sac-a-poche munita di bocchetta a stella e componi i bicchierini mettendo ¼ di crema dentro un bicchiere  e le cialde in piedi e qualche nocciola tostata sopra.

ciavuru di zagara

zagara

‘Stu ciuri è di una bellezza incredibile, ma chi ciavuruuuuu, il profumo della zagara è conturbante, ‘u sitistuvu?  incanta tutto il mondo animale, financo l’uomo, anzi la donna che, se in questo periodo s’avi a maritari, si fa conzare dal fiorista un bouquet con questi ciuriddi… ma t’ummagini che spettacolo? Una nuvola bianca puntinata dai pistilli gialli. Niè una poesia.
Ora cca sugnu per cuntariti ‘sta ricettuzza del gelo di limiuni. S’intisi parrari sempre di gelo di mellone, anguria, quello più famoso, rosso con i pizzuddicchi di cioccolato dintra, per capirsi. Ma l’hai tastato mai il gelo di limone? Ah! che meraviglia, che delicatezza, che spettacolo. Sembra di mangiare una granita ma con la consistenza della gelatina. Un dolce delicatissimo che ti consiglio, se e solo se, hai dei limoni non trattati. Alessio è il mio spacciatori di limoni tirati su ad acqua e amore da sua papà, nella meravigliosa Conca d’Oro. Che dire di più? Ah, si la ricetta, classica, siciliana…

gelo di limone
Abbiate pazienza, le cose buone vogliono riposare per diventare ancora più buone.
tempo di preparazione: 15 minuti
tempo di riposo: un giorno
tempo di cottura: circa 15 minuti
per 6 cristiani
3 grossi limoni
un litro d’acqua
250 g di zucchero
80 g di amido di frumento
La mattina del giorno prima lava e asciuga i limoni, preleva la buccia con uno zester, solo la parte gialla, e mettila dentro un contenitore capiente. Aggiungi l’acqua, copri con una pellicola e fai riposare per 8 ore. La sera prima filtra l’acqua dentro una casseruola, stempera la frumina setacciata, aggiungi lo zucchero, metti sul fuoco e porta a bollore, aggiungi il succo dei limoni filtrato e cuoci ancore qualche minuto. Versa in stampi singoli oppure dentro uno unico precedentemente spennellati con un velo d’olio, l’ideale sarebbe quello di mandorle dolci, ma va beh! Metti in frigo tutta la notte.

lamentati e stai bene

Dice che fa caldo, mah! Certo, non si può dire che ci sia freddo; considerando che siamo alla fine di luglio probabilmente un po’ di caldo me l’aspetto. Quann’era picciridda c’erano le stagioni e ‘ntà l’estate faceva caldo, almeno io mi ricordo così. Ora come ora sento solo lamentele per il troppo sudore, per il caldo, per l’estate intera. E va beh, lamentati e stai bene, si dice. Io aspetterò l’inverno, durante questa stagione non ho obiezioni di sorta, per ora me lo godo questo confortevole calduccio.
Le coppette fredde qua sotto hanno un vantaggio per la preparazione, a parte quello di un refrigerio piacevolissimo per il fine pasto, cu ‘stu cauddu, il cioccolato è praticamente già sciolto, giusto il tempo di portarlo dal supermercato a casa, da una temperatura di meno 3 a più 35°C e il gioco è fatto.

Coppe al cioccolato, cardamomo e frutta ghiacciata
per otto cristiani
preparazione: 15 minuti
cottura: 10 minuti
300 g di cioccolato al latte
300 ml di latte
300 ml di panna fresca
5 bacche di cardamomo
5 tuorli
6 g di gelatina in fogli
frutti di bosco freschi o ghiacciati
pestate i semi contenuti dentro le bacche di cardamomo e metteteli da parte.

Ammollate la gelatina in acqua fredda. Versate in una casseruola il latte con la panna, aggiungete i tuorli e il cardamomo pestato; mescolate con una frusta a fili manuale e passate su fuoco dolce per circa 10 minuti, quando si forma sulla superficie una leggera schiuma.  Spegnete il fuoco e aggiungete la gelatina strizzata, mescolate per farla sciogliere completamente e poi montate la crema con delle fruste per un paio di minuti. Filtrate il composto con un colino a maglie fitte dentro la ciotola che contiene il cioccolato spezzettato o sciolto dal caldo. Effettuate questa operazione in tre volte, facendo attenzione che, a ogni aggiunta di miscuglio di latte, il cioccolato si amalgami perfettamente. Montate ancora una volta il composto con le fruste elettriche e poi versatelo in 8 coppe. Passate in frigo per almeno 4 ore. Al momento di servire distribuite la frutta sul cioccolato e servite. Io ho l’abitudine di congelare immediatamente i piccoli frutti di bosco per averli belli freddi prima di decorare i miei dolci, voi come fate?

sfizi d’estate

Piccoli, dolci, sfizi d’estate, piaceri per la vista e per il palato. Perle da gustare lentamente nella frescura serale, cucchiaino dopo cucchiaino. Una mescolanza di piaceri accumunati dall’amore per le cose belle e dall’amicizia che queste lega. 
Le amarene di Erina, le ho sciroppate seguendo la ricetta di Misya, con queste dosi:
1350 g di amarene snocciolate
600 g di zucchero di canna
poi ho realizzato questo dolcino una sera per la mia amica Ramona che è venuta a trovarci con il suo fidanzato, La ricetta l’ho copiata da una raccolta di Sale & Pepe  “Dolci al cucchiaio, morbide tentazioni”.
direi troppo dolce per i miei gusti, ridurrei lo zucchero, da 40 a 20 g, vui faciti come vuliti
100 g di cioccolato bianco
80-100 g di amarene
un albume
20 g di zucchero di canna
150 ml di panna fresca
spezzettate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria e montate la panna fredda. Montate l’albume con lo zucchero a neve ferma e poi incorporatelo al cioccolato fuso, delicatamente. Unite la panna e mescolate dal basso verso l’alto delicatamente. Versate in 4 bicchieri inserendo all’interno metà delle amarene fate rassodare in freezer per circa 4 ore e. Prima di servire, decorate con le amarene rimaste eun po’ del loro sciroppo.

cuore rosso

 Un cuore duci e zuccherato è quello della mia amica Erina che mi pensa sempre, anche quando il suo albero produce queste prelibatezze. Le amarene. Io le dedico questo dolcino, Erina, chistu è ppì ttia; tanto love.
Grazie!
 Il signò Fabbri nun s’avi a siddiari se gli farò ‘n’anticchia di concorrenza; amarene sciroppate a go-go! Prima di cimentarmi della pratica dello snocciolamento compulsivo vi lascio ‘sta ricetta d’impatto piacevole e di facilissima esecuzione. Sfogliando un ricettario di Sale& Pepe vitti ‘na foto bellissima di una panna cotta con il cuore di lamponi, ci futtivi l’idea modificando la ricetta alle mie esigenze sposando la panna con le mie amarene, Mizzica chi matrimoniu!

Panna cotta con il cuore d’amarena
per 8 cristiani
preparazione: 20 minuti
cottura: 5 minuti 
riposo: 4 ore
facilissima!
670 ml di panna fresca
100 g di zucchero di canna
16 g di gelatina in fogli
365 g amarene snocciolate
70 g di zucchero di canna
una bacca di vaniglia

 Ponete dentro il bicchiere del mixer 70 g di zucchero con le amarene, frullate e riducete in purea. Suddividete dentro 8 formine a forma di cuore e passate in freezer per un’ora o fino a quando saranno congelate.
Mettete la gelatina a bagno in acqua fredda, versate la panna in un pentolino con la vaniglia tagliata nel senso della lunghezza, distribuite anche i semi e cuocete fino quasi al bollore, spegnete, aggiungete la gelatina ammollata e strizzata, mescolate fino allo scioglimento; coprite con un coperchio e fate raffreddare mescolando ogni tanto.
Sformate i cuori dentro delle ciotole capienti di circa 11 cm di diametro e dai bordi bassi. Passate la panna dentro un colino e versatela tutt’intorno ai cuori, ponete in freezer per un’ora e poi in frigo fino al moneto di servire, non meno di un paio d’ore.