chi ha voglia di mettersi a dieta?

non io…prima delle feste mi dicevo, sempre tra me e me e ad alta voce, “Come sono dimagrita! Che bello dimagrire prima delle feste! Sono stata troppo brava, adesso sarò bravissima a mantenermi anche durante le festeeeeeeeeeeeeh?” In effetti brava son stata brava, però adesso ho una fame; mi mangerei dolci e dolcetti, pasta a tinchitè e secondi sugosi e grassi…e invece? buhhhhhhh! Devo lavorare, per l’ennesima volta in 42 anni, sul mio cervello, convincermi che magro fa bene alla salute oltre al fatto che fa bene alle gonnelle e ai pantaloni taglia 42 che ho comprato con i saldi…CI-DEVO-ENTRARE!!!! Perchè mi torna poi sempre la solita tiritera, VOGLIO FARE LA MO-DEL-LA!!! Mah! Certo è, che non mi sono mai posta una domanda, importante volendo. Ma chi mi vuole come modella? AHAHAHAHAHAH! (risata quanto mai isterica e sdrammatizzante, sempre a causa delle ristrettezze caloriche) .
Per non di meno a ciò, vi sottopongo un secondo quanto mai veloce, buono e bello. Preparato la notte di capodanno; avete capito bene, l’ho preparato proprio dopo aver mangiato anche il primo, praticamente si prepara velocemente senza che abbiate il tempo di dire nè ah! e nè bah!
eravamo 12 e accattai un chilo e mezzo di salmone a fette…Poi si sa come sunnu fatti i picciriddi no? Dopo la pasta non voseru chiù nenti ed io m’arritrovai a preparare ‘sti pacchetti utilizzando due sole fette di pesce. Vi conto chi fici:
non considerando i cincu picciriddi, rimasimu 7 cristiani ancora manciatari, con la voglia cioè, di gustare ancora qualcosa.

2 fette di salmone circa mezzo chilo
6 fogli di pasta phyllo
burro qb
500 g di zucchine genovesi
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
mezzo bicchierino di brandy
un mazzetto di prezzemolo (mi scordai)
Lavate e spuntate le zucchine, tagliatele a rondelle sottili con una mandolina. Ponetele in una padella con l’aglio tritato e 2 cucchiai d’olio. Rosolatele fino a cottura, salate, pepate, aggiungete il prezzemolo tritato e fate intiepidire. Eliminate la pelle del salmone, riducetelo a pezzetti di circa 6-7 cm di lunghezza e fatelo saltare in padella con un pezzetto di burro; sfumate con il brandy e fate evaporare, salate leggermente e pepate. Stendete un foglio di pasta phyllo, spennellatelo con del burro fuso e copritelo con un altro foglio, spennellando anch’esso. Tagliate i due fogli sovrapposti in 6 rettangoli e adagiate alla base di ognuno un tocchetto di salmone e qualche rondella di zucchina. Chiudete i lati e arrotolate il fagottino, spennellate ancora e ponetelo su una teglia foderata con carta forno. Fate lo stesso con tutti i tocchetti di salmone. Infornate in forno caldo a 180°C fino a doratura della pasta, ci vorrà circa un quarto d’ora dipende dal vostro forno. Servite con una insalata mista o con le zucchine rimaste.

i calamari del 26

quanto si mangia in queste feste? Marò, troppo! Non sono abituata a mangiare queste quantità di cibo, fortuna che da oggi fino a capodanno, abbiamo 4 giorni pieni per ritrovare la dieta di sempre. Un modo di mangiare più semplice ed equilibrato. Vi cunto che ficimo aieri? Ho avuto i parenti qui da me, una lunga e bella tavolata festosa ha coronato questo giorno, da tempo la mia casa non si riempiva  così tanto. Il menù prevedeva, oltre l’antipasto di panuzzelli ripieni, le mezze maniche rigate con ceci e carciofi che trovate a pagina 35 del libro e questi calamari ripieni. 
per 15 calamari medi
3 scalogni tritati
pangrattato
uno spicchio daglio grosso
un mazzetto di prezzemolo
50 ml di brandy
1 tuorlo
180 g di zucchina (una)
20 g di zenzero grattugiato
70 g di pisatcchi
500 ml di vino bianco secco
500 ml di brodo vegetale
7 filetti d’acciuga sott’olio
 2 cucchiai rasi di farina 00
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Pulite, con santa pacienza, i calamari; staccate i tentacoli, eliminate occhi, bocca e viscere e la pelle. Sciacquate sotto l’acqua corrente e tamponate con della carta da cucina. Mettete gli scalogni in una casseruola con 4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, fate appassire su fiamma moderata, unite i tentacoli tagliati a pezzetti, cuocete per pochi minuti e poi sfumate con il brandy facendolo evaporare alzando la fiamma e mescolando. Spegnete e fate intiepidire. Grattugiate la zucchina con una grattugia a fori grossi, stufatela in una padella con un paio di cucchiai d’olio, mescolate, spegnete e fate intiepidire. In una terrina mescolate i tentacoli, la zucchina, i pistacchi tritati grossolanamente, lo zenzero sbucciato e grattugiato, il tuorlo e tanto pangrattato quanto ne serve per amalgamare ben bene il ripieno, salte e pepate. Riempite con questo composto, un sac-a-poche usa e getta e utilizzatelo per farcire le sacche dei calamari per due terzi della loro capacità. Chiudete, infine, le aperture con degli stecchini.
Sporcate una casseruola capiente con olio extra vergine d’oliva, aggiungete l’aglio degerminato e tagliato a metà; rosolate le sacche da tutti i lati, unite il prezzemolo e le acciughine spezzettate, irrorate con il vino e cuocete per mezz’ora, rigirando spesso. In una ciotola  mettete la farina con due cucchiai d’olio, mescolate con una frusta a fili e amalgamate aggiungendo a filo il brodo caldo.  Poco prima della fine della cottura aggiungete la salsa preparata , amalgamate e servite.

pisci d’ummira


Il nastro rosa me lo sono legato tra i riccioli che avevo quannu ero ‘na figghiuledda, poi ho cominciato a stirarli; il nastro è rimasto, i riccioli li ho persi definitivamente 🙂 avevo proprio dei bei capelli, lunghi e mossi.
Molte cose cambiano durate l’arco di una vita, alcune cambiano con consapevolezza, altre accadono senza che te ne renda conto. Dunque i ricci li ho persi sapendo che li avrei persi, avevo 20 anni. Oggi ne ho 42, ho avuto disturbi del comportamento alimentare e per mia volontà ne sono uscita con l’aiuto di una psicologa. Non posso nascondere che ne risenta ancora oggi. Gli effetti a lungo termine si vedono. Il primo passo da compiere è volersi bene;di un amore vero, sviscerato, senza rete.  La mattina dico sempre a me stessa: “perchè io valgo!” mai pubblicità fu più azzeccata ahahahahah bisogna ricordarselo ogni momento, soprattutto quando fattori esterni ti colpiscono incrinando il tuo stato, poi è tutta discesa.
In definitiva per stare bene devo convincermi che sono una persona favolosa, devo mangiare bene e fare attività fisica. Le prime due le effettuo giornalmente, la terza la distribuisco tre volte a settimana; faccio una lunga passeggiata a passo sostenuto. Indosso un paio di scarpe comode adatte allo scopo e un abbigliamento adeguato; lascio mia figlia a scuola alle otto e, con una mia amica, ci incamminiamo fino al lungomare di Isola delle Femmine, circa 8 km di aria buona, paesaggio fantastico e moto allegro. Quando torno a casa non posso fare altro che mantenere il mio status coccolandomi con un piatticeddu che adoro.
Il pesce d’ombra o pesce pilota è un pesce pescato nel mediterraneo,  abbastanza comune dalle nostre parti. ha una carne soda e, tutto sommato poche spine, per me è un piacere mangiarlo…mi scialài 

Pisci d’ummira al forno con verdure croccanti.
per due cristiani:
2 pesci d’ummira eviscerati, di circa 600 g complessivi 
un mazzetto di erbe aromatiche io ho usato quelle che ho nell’orticello 
2 foglie di alloro fresco
5 rametti di timo
qualche ciuffo di maggiorana
pepe rosa
sale
una carota
una patata
una zucchina
un limone
olio extra vergine d’oliva

lavate i pesci, asciugateli, dentro e fuori, con un foglio di carta da cucina. Mettete dentro la pancia qualche  grano  intero di pepe rosa, le foglie aromatiche, un pizzico di sale e un filo d’olio. Dopo averle lavate, pelate la carota e la patata, spuntate la zucchina. Con una mandolina affettate finemente la verdura e collocatela sui pesci avvolgendoli, seguendo una decorazione alternata, quello che resta ponetelo su una teglia foderata con carta forno. Disponete nella teglia anche i pesci così coreografati,  spolverate con le erbette e qualche grano di pepe rosa, salate leggermente,  versate un filo d’olio, spremete il succo del limone e infornate in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti o fino a quando il pesce sarà cotto. Irrorate con un filo d’olio e servite.

il francese è, per me, una lingua raffinata!

Voi cosa ne pensate? Per quanto mi riguarda c’è poco da discutere, la trovo musicale, sensuale, piacevole da ascoltare anche se non la comprendo bene bene.   
E’ delizioso ascoltare la parola “coq au vin”. Ancor di più però, è assaggiarlo questo pollo al vino, una poesia che t’acchiappa in un vidiri e svidiri e resti alluccutu. La carne si stacca dall’osso e rimane morbidissima.
Bisognerebbe però, ad onor di cronaca, fare un salto nel passato per stabilire la paternità di questa ricetta. Wikipedia scrive: […]Una leggenda riconduce la ricetta alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Un capotribù degli Arverni, assediato dai Romani, avrebbe fatto pervenire all’imperatore un galletto come simbolo del valore dei Galli. Cesare ricambiò la cortesia e i due sedettero insieme ad una cena dove fu servito il coq au vin.[2] […]
Quindi che sia francese o italiana non c’è dato saperlo, questa che vi propongo è una variante della ricetta originale. Pigghiatela per buona e fidatevi di mia!
Fusi di pollo al vino rosso
per 4 cristiani
per la marinata:
750 ml di Chianti Classico in fiasco
4 grossi spicchi d’aglio sbucciati
4 rametti di timo, solo le foglioline
2 foglie di alloro
4 rametti di prezzemolo
1 carota sbucciata e tagliata a pezzetti
1 cucchiaino di pepe rosa
10 bacche di ginepro
                          
8 fusi di pollo
50 g di prosciutto crudo dolce a fette
250 g di funghi galletti puliti (Cantharellus cibarius)
500 ml di brodo di pollo
50 ml di Calvados
1 mela
25 g di burro
25 g di farina
olio extra vergine d’oliva
sale

Preparate la marinata almeno otto ore prima di cuocere il pollo. Mettete in una ciotola i fusi di pollo con tutti gli ingredienti, coprite con la pellicola trasparente e fare riposare in frigo mescolando ogni tanto.

Filtrate il vino della marinata e fatelo bollire per cinque minuti. In un tegame di ghisa o se preferite uno di coccio, mettete 2 cucchiai abbondanti d’olio, portatelo a temperatura e aggiungete il prosciutto spezzettato grossolanamente con le mani. Fatelo accartocciare qualche minuto e mettetelo da parte. Rosolate anche i  funghi mescolando e mettete anch’essi da parte. Disponete i fusi, fateli insaporire da tutti i lati, versate il Calvados e fiammeggiate…state attenti però, se il tegame ha i bordi alti come l’aveva il mio, rischiate di fiammeggiarvi anche la mano, esattamente come è successo a me 🙂
Aggiungete la mela sbucciata, privata del torsolo e tagliata a pezzi grossolani, i funghi, il prosciutto, la marinata e il brodo di pollo bollente, coprite e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un’ora e mezza.
Ponete al caldo il pollo con i condimenti e prelevate tutto l’intingolo. In un tegamino, stemperate la farina con il burro sciolto, unite poco alla volta il sughetto della cottura ben caldo,  amalgamate  la salsa sul fuoco per fare addensare. Rimettete tutto nella casseruola a fuoco spento mescolate pollo, condimento e salsa, servite subito.

un piatto freddo per Ramona

Sono molte le persone che odiano accendere i fornelli durante l’estate, molte altre odiano il pasto caldo, altre ancora mal sopportano le cose ghiacciate tirate fuori dal frigo, come me per esempio 😀
Ma in estate siamo e la pigrizia, la mollezza, la rilassatezza ci stanno benissimo tutte. Le giornate tranquille scorrono con un’idea che si accende al mattino e si evolve durante l’arco della giornata tra sole, mare e pennichella pomeridiana. Quando il calore comincia a dare la tregua anche ai neuroni, si ricomincia a ragionare per dare forma all’idea del mattino e questo è quello che ho preparato l’altra sera a cena pensando a Ramona e al suo tema dell’estate Cucinando…piatti freddi. Per freddi intendo a temperatura ambiente non so tu bedda 😀
Salmone marinato e insalata di cicoria ammuddicata.
per due cristiani
500 g di cicoria
400 g di salmone
20 pomodorini ciliegia
1 acciuga sott’olio
1 spicchio d’aglio
la punta di un cucchiaino di zucchero
3-4 cucchiai di pan grattato
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe

per la marinata il succo di mezzo limone
2 cm di zenzero grattugiato
1 spicchio d’aglio tritato finemente
1 rametto di menta
3 rametti di timo
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
pepe
preparate la marinata emulsionando tutti gli ingredienti.  Eliminate la pelle del salmone, tagliatelo a cubetti di circa 4 cm per lato e mettetelo a marinare per almeno 30 minuti. Lavate la verdura e lessatela nell’acqua dell’ultimo risciacquo. Cuocetela al dente e mettetela da parte. In un tegame affettate l’aglio aggiungete l’acciuga scioglietela in due cucchiai d’olio.aggiungete i pomodorini tagliati a metà, salate poco e zuccherate. Cuocete per circa 10 minuti schiacciando leggerermente i pomodorini con un cucchiaio di legno, per fare uscire un po’ di succo. Aggiungete la cicoria tagliata a pezzetti, fate insaporire, aggiungete il pangrattato, il parmigiano amalgamando; aggiustate di sale, pepate e spegnete. Fate raffreddare.
Su una piastra rovente scottate da tutti i lati i tocchetti di salmone con qualche cucchiaio di marinata. Non cuocetelo troppo, rimarrà morbidissimo anche freddo. Salate poco, pepate e irrorate con un filo d’olio crudo, servite a temperatura ambiente con l’insalata di cicoria.

Acca come Hamburger

 di tonno però!
Nell’abbecedario culinario ho perso il giro della Gi di gallina, ma troppo presa fui da questo maggio vorticoso e prolifico e magico e pieno zeppo d’amore. Dunque mi chiedo e vi chiedo: riuscirà la mitica Aiuolik a perdonarmi?…mah! speriamo!
intanto vi propongo un hamburger di tonno fresco, facile, velocissimo e leggero 😉 potete servirlo con una dadolata di pomodori marinati con un certo anticipo in olio, sale, pepe e aceto balsamico,  profumando con delle foglie di dragoncello tritate a coltello.
per tre hamburger
180 g di filetto di tonno
un cucchiaino colmo di senape delicata
3 rametti di timo
1 rametto di dragoncello
2 fette di pancarrè privati del bordo
sale e pepe
1 albume leggermente sbattuto

tritate a coltello il tonno e riducetelo a piccoli cubetti
mettetelo in una terrina con la senape, le foglie di dragoncello tritate a coltello e quelle di timo, il pancarrè tritato nel mixer e l’abume. Salate, pepate e mescolate con le mani. aiutandovi con un coppapasta da 8 cm di diametro realizzate gli hamburger e cuoceteli pochissimo su una piastra rovente da ambedue i lati.

vive la France!

quante volte l’avrò detto? uh! una marea di volte! Mi piace assai la Francia e prima o poi ci andrò! 🙂 intanto la Francia viene da me però, almeno sotto forma di Tajine della Emile Henry. Avete avuto il piacere di tenere in mano una ceramica Henry? Andate in un negozio autorizzato Emile Henry e trascorrete un po’ del vostro tempo per toccare con mano questa terracotta e poi ne riparliamo. Io l’ho anche provata, vi assicuro che favolosa è! La pentola tajine poi, ha la particolarità di cuocere al vapore proprio per la particolare forma conica del coperchio.
Vi confesso che è talmente bella da vedere che non l’ho riposta in una madia, ma è in bella mostra sul tavolo da pranzo.

Tajine di cinghiale al curry e frutta secca
per 4 persone 
500 g di spezzatino di cinghiale già marinato
2 cipolle rosse
2 spicchi d’aglio
1 cucciaino raso di curry
20 g di zenzero fresco
300 g di patate rosse
1 cucchiaioo e mezzo di brandy invecchiato
500 ml di brodo di carne
8-10 pistilli di zafferano
15 prugne secche snocciolate
10 g di semi di sesamo
15 g di mandorle a lamelle tostate
20 g di pistacchi tritati grossolanamente
olio extra vergine d’oliva
affettate sottilmente con una mandolina, le cipolle e l’aglio a rondelle. Metteteli in una tajine con 4 cucchiai d’olio e fate stufare a fiamma leggera; aggiungete la carne e mescolate; unite lo zenzero sbucciato e grattugiato, il curry e sfumate con il brandy, fate evaporare, mettete le patate sbucciate e tagliate a tocchetti, bagnate con il brodo caldo e distribuite i pistilli di zafferano. Fate cuocere con il coperchio per circa un’ora, mescolando ogni tanto. Aggiungete le prugne tagliate a pezzetti e cuocete per altri 15-20 minuti. Fate attenzione che il sugo della cottura non si sia asciugato del tutto e che la carne sia cotta; in caso contrario aggiungete poca acqua calda. aggiustate di sale se necessario. Prima di portare in tavola cospargete con il mix di frutta secca.
con questa ricetta partecipo al contest Two gust is megl che one di Vickyart 

a Palermo, impastati con i ceci siamo!

 

io siciliana sono, ma tutti i ceci che sto mangiando nel palermitano, a Messina, dove “io lo nacqui”, nun ne manciai. Avete mai mangiato le panelle? chi arriva a Palermo, la prima tappa a Munneddu (Mondello) la fa, sulu sulu,  per manciarisi un panino con le panelle che fa arrisuscitare puru i morti; sono frittelle di farina di ceci che messe dentro ad un panino, condite con il limone e il sale sono un pranzo da strada favoloso! Ma non voglio parlarvi di panelle oggi…oggi no! Oggi vi parlo di dominazioni…ahahahah vi siete scantati? Nessuna lezione, solo una parola sui millenni di storia che si sono sovrapposti alla nostra cultura; un palinsesto di tracce che ci legano mani e piedi. Torniamo ai ceci va! Oggi ho realizzato i falafel, un cibo da strada anche questo, di matrice araba…e noi con gli arabi incocciati siamo. Spero però di non fare girare i cabasisi all’arabi picchì nell’impasto, ci misi puru un uovo. Ma se di dominazioni stiamo parrannu, allura lassatimi stari! Chisti sunnu i miei falafel, sono la mia personale interpretazione 😀

per 2 cristiani:
100 g di ceci
un cucchiaino scarso di bicarbonato
un cipollotto
uno spicchio d’aglio degerminato
4-5 foglie di basilico
un cucchiaino di mix di spezie
un mazzetto di prezzemolo
1 uovo 
la scorza grattugiata di mezzo limone
poche gocce di limone
qb pepe bianco in grani
qb pepe rosa in grani pepe
qb nero in grani
sale
olio per friggere

la sera prima mettete a bagno i ceci, il giorno dopo, lavateli e asciugateli. Frullateli con il bicarbonato e metteteli in una ciotola con il prezzemolo e il cipollotto tritati. A parte pestate in un mortaio il basilico con l’aglio e un po’ di sale, poi pestate i tre tipi di pepe e aggiungete via, via, le cose pestate al miscuglio di ceci. Unite anche la scorza del limone, la sua scorza grattugiata, il mix di spezie e l’uovo. Aggiustate di sale e impastate bene con le mani; formate delle piccole polpette e friggetele in olio caldo pochissimi minuti, scolatele su carta assorbente e mangiatele tiepide come antipasto o accompagnate con delle verdure…troppo buone

cominciare pensando alla fine

un concetto molto profondo da seguire nella vita, sempre! Voglio ripercorrerlo anche in cose comuni della giornata.
dedicato a chi piace il pollo
cosce di pollo aromatiche
per 4 persone:
4 cosce di pollo
3 patate medie
4 pomodori
maggiorana
timo
1 cucchiaio di curry
1 limone
3 cm di zenzero
1 cipolla rossa grossa
2 spicchi d’aglio
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
100 ml di vino bianco secco
un cuore di brodo delicato
500 ml di acqua

tritate al coltello, l’aglio e la cipolla molto finemente, metteteli in un tegame di ghisa e soffriggeteli nell’olio; unite il pollo a pezzi, dopo averlo strofinato con il limone e leggermente salato. Rosolate da tutti i lati, unite le erbette, il curry e lo zenzero grattugiato, mescolate e fate insaporire; sfumate con il vino alzate la fiamma e fate evaporare. Unite i pomodori a cubetti e le patate a dadini, mescolate, unite il cuore di brodo, l’acqua e abbassate la fiamma. Fate cuocere senza coperchio circa 30 minuti o fino a quando la carne del pollo tende a staccarsi dall’osso. Pepate e servite tiepido. Con l’intingolo potrete condire un gustoso piatticeddu di spaccatelle.

e se fossi un frutto della terra?

 

sarei una cipolla mica un’arancia! ahahahahah almeno d’inverno mi trasformo in cipolla, e non vedo l’ora che arrivi la primavera per cominciare a levare qualche strato! 57 giorni appena… e che saranno di fronte all’eternità? nulla! devo solo concentrarmi, ancora un piccolo sforzo e ci siamo!poi è tutta discesa fino all’estate ahahahahahahah sono un disco rotto lo so!
la concentrazione mi induce a pensare al mare, alla leggerezza, alla freschezza, ad una bella giornata di sole in spiaggia 😀

Tocchetti di pesce spada e calamaretti alla piastra
per 6 persone
4 fette di pesce spada circa 700 g
3 piccoli calamari circa 200 g
4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
1 limone
1 acciuga sott’olio
1 spicchio d’aglio
un mazzetto di prezzemolo tritato
30 g di pinoli tostati
pepe nero
pulite i calamari e lavateli sotto l’acqua corrente. Tagliate a dadini di 2 cm di lato il pescespada dopo aver eliminato la pelle. Mettete i pesci in una ciotola con l’olio, l’aglio schiacciato, l’acciuga,la scorza del limone prelevata con un rigalimoni e il suo succo , mescolate, coprite e fate marinare in frigo per almeno un’ora e mezza mescolando ogni tanto. Scaldate un’ampia piastra fatela arroventare e poi cuocete per pochi minuti per lato i calamaretti con i tentacoli, metteteli da parte poi scottate il pesce spada, girando spesso per colorirlo da tutti i lati, tagliate ad anelli i calamari e uniteli alla dadolata di pesce spada insieme con la marinata. Spegenete fate riposare pochi minuti, mettete in una ciotola, condite con il prezzemolo, i pinoli ed una macinata di pepe nero.