oro verde

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 Beh, ho cercato le parole per raccontare ‘stu piatticeddu di pasta e le conseguenti polpettine ma non credo che riuscirò a essere esaustiva, mi dispiace. Certe cose s’hanno a tastari, si devono provare, una generosa forchettata potrebbe fugare ogni dubbio, ogni perché, ogni perplessità e macari torna la facoltà di parola, quindi mi sa che dovrò rifarla al più presto per capire qualcosa in più. O, forse, mi renderò conto che la facoltà di parola la toglie proprio.
Per queste due ricettuzze mi sono avvalsa dell’aiuto del mio preparatore alimentare, la centrifuga Magimix , che ha il grande vantaggio di estrarre il 81% del succo dagli alimenti, non potrei più fare a meno del suo supporto. Per dire che non estraggo solo succo dalla frutta ma sfrutto la macchina fino al suo midollo, per preparare tutto un menù, dal aperitivo al dolce.

asparagi e tenerumi
Per due cristiani
200 g di spaghetti grossi e ruvidi
400 g di asparagi già mondati
una decina di foglie di tenerumi
4 pomodorini Tiger
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
mezzo cucchiaino di amido di mais, circa, dipende da quanto succo riuscite a estrarre dagli asparagi, in definitiva dipende da che centrifuga avete 😉
zenzero grattugiato
basilico
burro
sale
pepe
un pugno di pangrattato
un pugno di parmigiano
un uovo

centrifuga 2.gimp
lavate tutti gli ortaggi, mondate gli asparagi se sono grossi, tagliatene a pezzetti 300 g, degli altri 100 lasciate integre le punte, mettetele da parte e tagliate il resto del gambo. Centrifugate gli asparagi a pezzetti, raccogliete l’oro verde e mettete da parte “lo scarto” (si fa per dire scarto) che vi servirà per le polpette. Lessate le foglie di tenerumi e poi tagliatele finemente a punta di coltello.

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Tritate l’aglio e imbionditelo  in un cucchiaio d’olio, aggiungete i pomodorini tagliati a dadi grossolani e fate insaporire, grattugiate un po’ di zenzero e mescolate, aggiungete metà dell’oro verde e i tenerumi, cuocete per pochi minuti, giusto il tempo di fare asciugare un po’ il sugo, salate e pepate. Ponete l’oro verde rimasto dentro un pentolino su fuoco leggero, setacciate l’amido di mais, mescolate e addensate, lucidate con un piccola nocciolina di burro. Distribuite uno specchio di crema di asparagi sul fondo di un piatto piano. Tostate gli anacardi tritati grossolanamente. Cuocete la pasta nell’acqua di cottura dei tenerumi salata, scolatela al dente dentro la padella con il condimento e fatela saltare per insaporire. Con l’aiuto di un coppino e di un forchettone arrotolate una porzione di pasta e ponetela al centro del piatto, decorate con il basilico spezzettato e gli anacardi tritati.

polpette 2gimp.

Per realizzare le polpette potreste mettere qualunque cosa dentro, agli amici vegani, dico che possono anche omettere l’uovo, il composto ottenuto estraendo il succo è compatto e sodo. Io, che vegana non sono, ho messo un uovo e parmigiano, poi ho aggiunto sale, pepe, pane grattugiato, zenzero tritato e basilico a pezzetti, ho realizzato delle polpette, ripassate nel pangrattato e poi le ho cotte su una piastra rovente. A scelta potete friggerle o passarle in forno.

polpette.gimp

 

dalla mamà…

Ah! M’ha scialai! In primisi picchì mi fici un giro al mercato rionale, mille colori, ciavuru e bellezza a profusione. I pisci parunu vivi, ti talianu come se fussiru pronti per ziccarisi dintra la borsa. L’occhi mia parunu stiddiari, hanno fatto scintille per la felicità e mentre mia madre parrava con i suoi spacciatori di pesce, frutta e verdura di fiducia io scattavo foto rilassandomi totalmente. Una cosa impagabile.
pesce_1In secundisi m’ha scialai picchì me matri mi fici una pasticedda da svenimento, una pasta trafilata al bronzo, spaghetti alla chitarra ruvidi al tatto e capaci di assorbire tutto il condimento a base di cernia. Un chilo e mezzo di pesce, ‘n’anticchia di pomodorini, prezzemolo, olio, aglio e tanto amore. Non vi pozzu cuntari la bontà, l’aviti a tastari.
Spaghetti alla chitarra con sugo di cernia della mamà.
per 4 cristiani
400 g di spaghetti alla chitarra trafilati al bronzo
una cernia da 1500 g
una manciata di pomodorini
2 spicchi d’aglio
100 ml di vino bianco secco
un mazzetto di prezzemolo
sale
peperoncino
schiacciate l’aglio nell’apposito attrezzo, unite un paio di cucchiai d’olio e i pomodorini in un tegame e soffriggete.
cernia soffritto

Unite il pesce tagliato a pezzi, sfumate con il vino alzando la fiamma e poi aggiungete un bicchiere d’acqua e una manciata di prezzemolo. Salate, coprite con un coperchio e portate a cottura.

cernia

Portate a bollore abbondante acqua salata, buttate la pasta e fatela cuocere due minuti, giusto il tempo di fare perdere la rigidezza. Togliete il pesce dal tegame e aggiungete la pasta. Risottate gli spaghetti portando a cottura aggiungendo l’acqua di cottura della pasta, mescolando sempre. A fine cottura aggiungete il pesce spinato e ridotto a pezzetti, spolverate con il prezzemolo tritato rimasto e qualche anello di peperoncino fresco se vi piace. Servite caldissimo.
Buona Pasqua a tutti voi.

spaghetti

due spaghi dell’ultimo minuto

crema di pom

Mai fidarsi della propria saccenza, partite dal presupposto che non sapiti nenti perché può capitare che, se vi fidate troppo, faciti un purtusu ‘nt’all’acqua… e siete ammollo.
Accussì mi capitò, proprio ‘stamatina. Partìa col fare una torticedda per il mio sposo, oggi è il suo compleanno, mi fidai di una ricetta farlocca e non prestai troppa attenzione, ma si, mi dissi, ora la ripigghio ‘sta situazione…
Non vi cunto che fini fici, meglio di no. Nel frattempo s’era fatta l’ora di mangiare e io avevo giocato a fare pasticci non combinando una beneamata. Per fortuna il frigorifero è una fonte di ispirazione dell’ultimo secondo e qualcosa da mangiare, alla fin fine, c’era, fumante, in tavola. Almeno questo!

spaghetti ruvidi con crema di pomodoro secco e basilico
Per un cristiano
130 g di pasta lunga ruvida
due pomodori secchi sott’olio
8 g di pinoli
un cucchiaio abbondante di formaggio morbido
una manciata di parmigiano a scaglie
un ciuffo di basilico
sale
pepe garofanato

frullate tutti gli ingredienti tranne il sale e il pepe e ponete dentro una ciotola; controllate se il composto sia giusto di sale e macinate il pepe. Portate a bollore abbondante acqua salata, cuocete la pasta  e scolatela, secondo il vostro gusto di cottura, dentro la ciotola, fluidificate con dell’acqua di cottura. Servite caldissima

Il Natale arriva sempre, anche senza regali

NIENTE REGALI! Ecco, chistu fu il nostro motto ‘st’annu. Ogni impedimento è giovamento, dico sempre; considerando che, a dispetto di quello che dicono in televisione, la crisi procede bedda bedda sulla sua strada tenendoci tutti mano manuzza, in questo Natale appena trascorso abbiamo riscoperto il piacere di stare insieme condividendo lo spazio, il tempo e il cibo preparato ognuno nelle nostre cucine e poi gustato tutti ‘nsemmola. Ma non solo, abbiamo dato un colpo di spugna a quell’affannosa ricerca, negozi negozi, della fissaria da incartare e ‘zziccari sutta all’alberu. Io li ho visti i ggenti girare come paloggeri, le strummole, quelle trottole all’antica, che ci avvolgi la corda intorno, poi le lanci e chidde girano, girano, girano… A mmia non mi pare poco, anzi, mi pare che il regalo chiù beddu fu proprio chistu. ‘Nsumma, vuoi mettere aspettare la menzannotti per dare il benvenuto, ancora una volta, al Santo Bambinello?

aspar

Sformato di fusilli  e asparagi
Per 12 cristiani
difficoltà: facile
tempo di preparazione: un’ora
tempo di cottura: 30 minuti

3 mazzi di asparagi
3 carote
2 gambi di sedano
2 cipolle rosse
basilico
80 g di burro
80 g di farina setacciata
un litro di latte
400 g di scamorza affumicata
un kg di fusilli bucati
olio extra vergine d’oliva
sale
pepe nero
pepe garofanato
noce moscata
mollica di pane duro
2 cucchiai di parmigiano grattugiato

Lavate gli asparagi, mondateli della parte dura basale e pelateli; riduce a rondelle ogni asparago lasciando intatte le punte. Realizzate un battuto di cipolla, sedano e carota; tritate a coltello tutte le verdure e ponetele in una padella larga con 4 cucchiai d’olio, il basilico spazzettato e gli asparagi tranne le punte. Mescolate per fare insaporire e soffriggete per qualche istante, aggiungete mezzo bicchiere d’acqua e stufate le verdure portando a cottura aggiungendo acqua, poco per volta, se fosse necessario. A metà cottura unite anche le punte degli asparagi. Salate e pepate.
Tagliate la scamorza a cubetti piccoli e mettete da parte.
Preparate la besciamella sciogliendo il burro in una casseruola, aggiungete la farina setacciata a pioggia al momento e mescolate, unite il latte poco per volta mescolando sempre per evitare grumi. Portate a bollore mescolando. Spegnete il fuoco, salate, macinate al momento il pepe garofanato, e grattugiate la noce moscata, mettete da parte coperta con un film di pellicola.
Oleate una teglia capiente e profonda di 26 per 35 cm, cospargete il fondo di pangrattato e mettete da parte.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela 3 minuti prima della fine della cottura, rimettetela nel tegame e conditela con le verdure cotte, metà della scamorza e metà della besciamella. Versate la pasta dentro la teglia, cospargete con la provala e la besciamella rimaste, cospargete con una manciata di pangrattato e il parmigiano. Gratinate in forno caldo a 200°C per 10 minuti. Tirate fuori dal forno e fate intiepidire prima di servire.

fritto, sinonimo di buono

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Assittatevi, cosa  longa è!
Tra i ‘millemila’ programmi televisivi che parlano di cibo noi, in famiglia, guardiamo volentieri “Cuochi e fiamme” con Simone Rugiati. Tralascio commenti di carattere squisitamente soggettivo sui nuovi ‘giudici’ e mi concentro su una puntata che ci ha lasciato il segno, la curiosità di assaggiare il prodotto finito mi stava spurtusannu ‘u ciriveddu. Li dobbiamo fare, ci siamo detti, quando? Presto!
Il giorno dopo la visione del programma mi sono fiondata al supermercato senza appuntarmi gli ingredienti su un pizzino, tanto me li ricordo… Paccheri ripieni e fritti, facile!
Torno a casa, metto a posto la spesa, riguardo la puntata e… mi scurdai i paccheri e sbagghiai; anziché la burrata accattai la mozzarella. Ma si può essere più svaniti? ‘U ciriveddu lu lassai nel cellophane, per non rischiare di usarlo, si vede!

E va beh, chi non ha testa ha gambe e rimando tutto al giorno dopo con la variante causata dal’evanescenza del mio ciriveddu.

Per 5 cristiani
250 g di ricotta
250 g di mozzarella di bufala
150 di mortadella tagliata a cubetti
25 paccheri
2 grosse uova
farina 0
farina di ceci  (Lorenzo ha usato la farina di mais)
olio extra vergine d’oliva
paccheri

niè, ve la siete taliata la puntata? Manco a dirlo, in trasmissione non sono indicate le dosi, ci mancassi, io, a sentimento, li fici accussì: avendo tutto il tempo che mi abbisognava prima mi preparai il condimento tritando a coltello la mortadella. Ho ridotto a pezzetti piccoli la mozzarella e mescolata con la ricotta. Ho acceso il fuoco sotto un padellino e fatto saltare la mortadella per far buttare un po’ di grasso, mi sembra che Lorenzo, abbia usato dell’alcool, tipo grappa,  per sfumare la mortazza ma io non ne ho visto la necessità; ho fatto intiepidire e poi l’ho aggiunta ai formaggi, mescolando.
Ho cotto i paccheri in abbondante acqua salata e li ho scolati tre minuti prima della fine della cottura. Li ho farciti uno per uno e messi su un tagliere. Ho preparato tre scodelle: farina bianca, uova sbattute e farina di ceci e, nell’ordine, ho passato i paccheri nelle ciotole, poi li ho fritti in abbondante olio caldo, scolati su un foglio di carta assorbente e tenuti al caldo fino al completamento della frittura. L’autore di questa ricetta ha realizzato anche una salsa di pomodoro per pucciare i paccheri, attipo ketchup. Beh che dire? Buonissimi!

paccheri 3

più autunnale di così?

vino

Mizzica, mettendo ‘i lancette du rogiteddu indietro di un’ura viene lo scoramento già alle cinque del dopopranzo, evè? Per me l’autunnu trasi l’ultimo fine settimana di ottobre, quando torna l’ora solare,  mica il 21 settembre. Prometto solennemente di non lamentarmi di questa stagione a me poco cara né di quella che verrà appresso, cercherò di fare tesoro di ogni istante con un monito: non può piovere per sempre.

Zuppa di legumi

150 g di fagioli neri
150 g di fagioli bianchi
150 g di fagioli borlotti o di lenticchie
una cipolla
una patata
uno spicchio d’aglio
q.b. peperoncino
mezzo bicchiere di vino rosso corposo
un rametto di rosmarino
una foglia d’alloro
olio extra vergine d’oliva
sale
una spolverata di origano secco
q.b. acqua

vino
lavate i legumi sotto l’acqua corrente e metteteli a bagno la sera prima. Se avete la pentola a pressione potete evitare questo passaggio. Il giorno dopo versate nella pentola scelta per la cottura, un cucchiaio d’olio, la cipolla e l’aglio tritati finemente, i legumi, il peperoncino, la patata sbucciata, lavata e tagliata a cubetti e le erbe aromatiche. Accendete il fuoco e fate insaporire mescolando, versate il vino e fate evaporare, coprite con l’acqua, chiudete la pentola con il coperchio e portate a cottura.
A fine cottura eliminate le erbe aromatiche, salate e mescolate. Prelevate un paio di mestoli di zuppa con l’acqua di cottura e frullateli con un frullatore a immersione. Versate uno specchio di crema dentro ogni ciotola e finite con una porzione di legumi. Servite calda con un giro d’olio crudo e una spolverata di origano secco.

zuppa di fagioli al vino

pilaf, questo è certo

cavolo

almeno il metodo di cottura è sicuramente quello, riso basmati cotto in forno con un certo quantitativo d’acqua o di brodo. Il condimento lo potete scegliere secondo il vostro gusto, io mi faccio acchiappare sempre dai colori perché mangio prima con gli occhi.

per tre cristiani
difficoltà: facile:
tempo di preparazione: 30 mimuti
tempo di cottura: 20 minuti
un cavolo viola
250 g di riso basmati
una cipolla rossa
un peperoncino habanero orange
due piccole patate
olio extra vergine d’oliva
un mazzetto di prezzemolo
sale
acqua q.b.

tagliate il cavolo a listarelle e poi a dadini dopo avere eliminato le foglie esterne dure. Ponetelo in padella con un giro d’olio, la cipolla tritata, l’habanero a pezzetti piccoli (usate dei guanti per evitare di toccare il peperoncino) e le patate pelate e tagliate a cubetti. Salate, coprite con acqua e stufate fino a quando le patate e il cavolo saranno morbidi. versate il riso e mezzo litro di acqua salata oppure brodo vegetale. Portate a bollore, versate dentro una teglia, coprite con un foglio di alluminio e cuocete per circa 10 minuti o fino a quando l’acqua sarà assorbita dal riso. Tirate fuori la teglia dal forno, cospargete con il prezzemolo tritato e servite tiepido. Manco a dirlo, è un pilaf piccante!

cavolo e riso pilaf

 

 

busiate

busiate 2

Il desiderio era quello di riprodurre, quasi fedelmente, una pasticedda buonissima che manciai, un sabato sira a casa della mia amica Margherita. Dico quasi fedelmente picchì idda avi un agriturismo, in quel di Fulgatore in provincia di Trapani e i prodotti se li coltiva idda stissa nel suo orto di Valle Benuara. E’ logico che cambiando le materie prime il risultato finale deve fagliare per forza. Gli ingredienti che Margherità mi cuntò erano:

  1. zucchina longa, quella dei tenerumi per intenderci
  2. patate
  3. cipolle
  4. salsiccia, lei adoperò una salsiccia buona, grossa e gustosa
  5. busiate

busiate

Per non di meno a ciò andai a cercare la zucchina longa, ma niente, non ne trovai, e chista è una. Allora cangiai completamente mi accaparrai l’idea e me ne sono andata per la tangente realizzando una cosa completamente diversa ma il pensiero che nasce da ‘sta pasta è ppì idda.   busiate 3

Non vi impressionate per il quantitativo di pasta che vi indico negli ingredienti, ‘sta pasta non cresce e appena vi si presenta il piatto di davanzi ve la mangiate tutta d’un colpo e vi rimane ‘u pitittu.

difficoltà: facile
tempo di preparazione: un’ora
tempo di cottura: 30 minuti

500 g di busiate fresche
450 g di zucchine genovesi
80 g di cipolla
100 g di patate sbucciate e tagliate a dadini
100 g di speck tagliato a dadini
60 ml di vino bianco secco
20 g di olio extra vergine d’oliva
2 cm di zenzero grattugiato
timo
sale
pepe nero macinato al momento
acqua q.b.

Tritate la cipolla a coltello, ponetela dentro una casseruola con 10 g d’olio, le patate, le zucchine lavate, spuntate e tagliate a dadini. Coprite con acqua potabile e fate cuocere per circa mezz’ora; l’acqua evaporerà di circa la metà, salate, pepate e aggiungete lo zenzero. Frullate a crema con un frullatore a immersione e mettete da parte.
In un wok versate l’olio rimasto con lo speck, sfumate con il vino, fate evaporare e spegnete.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente dentro il wok con lo speck, aggiungete la crema di zucchine e patate e mescolate per amalgamare, distribuite il timo e servite subito

 

sgombro o maccarello sempre pisci azzurro è

Ancora pesce?
Embè? Il pesce fa bene ed è pure buono!
Questo è ancora più facile da fare, penso a tutte le persone che conosco che mi chiedono consigli su come cucinare il pesce: e tu come lo fai? Niente di complicato, il pesce è cosa preziosa, va cotto poco e in modo semplice, almeno io la penso accussì. Io lo faccio facile facile come m’inzignò me matri.
Chistu è un modo esageratamente semplice per cuocerlo; in 10 minuti netti è pronto, anche meno se il pesce non è grosso. Io ci metto due o più rotelle di limone anche se qualcuno ne sconsiglia l’uso perché l’agrume trasferisce un non so ché di amaro al pesce… mi chiedo, ma che limoni tastate? E va beh! Faciti come vuliti, io ve lo dissi.
Oh! tornando a noi, in questo modo faccio tutto il pesce intero che trovo, in effetti non è una ricetta vera e propria, prendetelo come un consiglio, un suggerimento per chi, come me, si vuole togliere lo sfizio di manciarisi un pesciolino buono buono.
‘Sta vota accattai lo sgombro. Pesce azzurro favoloso, beddu puru da vedere, striato di blu e nero, praticamente senza squame, ricco di omega 3 etc etc, è buonissimo ma per carità, non fatelo lesso diventa stopposo e si trasforma in un piatto tristissimo e noi siamo gente allegra, giusto?
Ordunque, accattati un pisciceddu a testa, macari ve lo fate eviscerare dal pescivendolo, se siete deboli di stomaco, lavatelo  velocemente sotto l’acqua corrente e, se volete, tagliate le pinne. Asciugatelo con della carta assorbente, ponetelo in un tegame ovale, munito di coperchio, e cuocetelo con quello che avete dintra. Io, per un pesce, ci misi 100 g di zucca tagliata a dadini (è autunno, quindi ci sta come il cacio sui maccheroni), 4 pomodorini tipo Piccadilly (residui dell’estate), tagliati a rondelle, due cucchiai di ceci cotti in precedenza, un cucchiaio d’olio, due rondelle di limone, sale, pepe, prezzemolo intero e un paio di cucchiai d’acqua. Ho chiuso il coperchio e ho fatto cuocere dieci minuti, ci vitti l’occhio che era a pampinedda, ho spento e ho verificato la cottura interna, perfetta! Morbido e di una bontà disarmante e un suchetto per bagnarisi ‘u panuzzu.
E’ più dirlo che farlo.

 

 

il pesto a pezzi

come ti faccio a pezzi il siciliano, il pesto intendo, quello con le mandorle il pomodoro fresco, il pomodoro secco e una tonnellata di basilico. Anziché pestarlo ho tagliato a pezzetti tutti gli ingredienti e ripassato in padella finendo di cuocere gli spaghetti aggiungendo un piccolo mestolo d’acqua di cottura. Che fa vi interessa? Ve lo cuntu? Facciamo che ho sentito un coro unanime che dissi: SIIIII, diCCi come si fa, raccontaCCela ‘sta ricettaaaaa.
E va beh, ve la cuntu:
niè per due cristiani pigghiati
200 g di spaghetti grossi
un pomodoro rosso
50 g di pomodori secchi sott’olio
20 g di mandorle pelate o non pelate
20 g di ricotta infornata se vi piace
un mazzetto di basilicò
uno spicchio d’aglio
un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
una grattugiata di zenzero, unica licenza poetica, se non vi piaci non lo mettete, manco a dirlo.
Pigghiate una pentola, riempitela d’acqua e portate a bollore, salate e ghittateci la pasta. Nel frattempo tostate le mandorle in un padellino antiaderente e poi tritatele a coltello grossolanamente. Pelate il pomodoro, levate i semi e tagliatelo a concassè o a dadini se vi piace megghiu. Scolate il pomodoro secco dall’olio in eccesso e tagliatelo a pezzi. Tritate il basilico e grattugiate la ricotta.
Dentro la padella  che avete usato per le mandorle mettete l’olio e l’aglio, soffriggete qualche istante e poi mettete tutti gli ingredienti preparati tranne la ricotta, mescolate e fate cuocere qualche minuto. Versate gli spaghetti quasi cotti dentro la padella e finite la cottura aggiungendo un piccolo mestolo di acqua di cottura della pasta, si formerà una cremina niente male. Mettete nei piatti e servite con altro basilico e la ricotta se vi piace. ‘Sta pasta è una fissaria ma buona di moriri.