ciuriddi a tinchitè

sfogliata resio resto affatata quando, passando con la macchina, vedo i fruttivendoli carichi di cascitti chini chini di ciuriddi di zucca, mi fanno letteralmente innamorare. A quel punto do una taliata di sgiscio allo specchietto retrovisore, picchì se non ho cristiani d’arreti, pianto i freni e scinnu. ‘Sta vota avevo una coda dietro che pareva che seguissero tutti me, quindi fici qualche metro, misi la freccia e accostai, diligentemente, in una miracolosa piazzola che pareva aspettasse a mmia. Mizzica però, costano a peso d’oro, 12 fiori  due euro e cinquanta… e va beh. Azzizzai con le zucchine che avevano ancora appizzati i ciuri  e  conzai una tegghia accussì, pigghia un pizzinu.

Torta rovesciata di fiori di zucca, ricotta e zucchine.

Per 4 cristiani:
difficoltà? Facilissima!
preparazione? 30 minuti
cottura? 15 minuti al massimo

18 fiori di zucca
2 fogli di pasta phyllo
200 g di ricotta di pecora
30 g di parmigiano grattugiato
150 g di zucchine tagliate a julienne
20 g di olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
30 g di mollica di pane condita con pomodoro a pezzetti
fai sgocciolare la ricotta per una o due notti, dipende dalla freschezza della stessa. Mescolala con il parmigiano e le zucchine, condisci con sale e pepe.
Pennella con l’olio il fondo di una teglia da 26 cm di diametro e cospargi con la mollica di pane condita.
Metti il mix di ricotta dentro una sacca per pasticcere e riempi i fiori con delicatezza, dopo aver eliminato il pistillo, richiudili attorcigliandone la punta. Disponi i  fiori a raggiera dentro la teglia, copri con un foglio di pasta phyllo, rimboccando con delicatezza. Pennella con l’olio, copri con l’altro foglio e pennella ancora.
inforna a 190°C per circa 15 minuti o fino a quando la pasta sarà di un bel colore dorato.

fiori ripieno

 

fiori

sfogliata di fiori res

 

che te lo dico a fare?

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Infatti è inutile, sprecare fiato, aprir bocca per fare uscire suoni sconsiderati; l’unica è approfittare delle mandibole spalancate per darici un muzzicuni a ‘sta torta. Il resto è aria fresca, inutili parole smozzicate per dire che cosa? CHE COSA?

Va beh, certo, una cosa la devo dire, la torta l’ho scopiazzata para_para da lei, Nigella, quello spettacolo di donna strepitosa che più mangia e più bedda diventa. Ci ho solo buttato una bella manciata di fragoline di bosco che danno per colpo di colore, spezzando il monocromatico e regalando un ciavuru impressionante oltre che una ventata di primavera. Amunì, pigghiate un pizzinu:

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Torta Oreo con crema al coccolato e fragoline di bosco

Per una tortiera dal fondo amovibile da 26 cm di diametro

Per la base
2 pacchi di Oreo, 28 biscotti, contateli perché se c’è qualcuno in giro che perde il controllo… ve li mangia e voi nemmeno ve ne addunate
50 g di cioccolato fondente
50 g di burro
1/2 cucchiaino di sale marino affumicato (uno spettacolo lu ciavuru)

Per il ripieno
100 g di cioccolato fondente
25 g di amido di mais
60 ml di latte
50 g di cacao setacciato
500 ml di panna
2 cucchiaini rasi di caffè solubile
75 g di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva usò lei io invece usai olio di nocciole
3/4 di cucchiaino di sale affumicato

frulla, nel robot, i biscotti e aggiungi il sale. Sciogli a bagnomaria il burro con il cioccolato tagliato a scaglie, poi mescola con il mix di biscotti ridotti in polvere. Mescola dentro una ciotola e poi distribuisci dentro la teglia, spalmando bene sul fondo e sulle pareti con il dorso di un cucchiaio. Metti in frigo e fai raffreddare per almeno un’ora.
Prepara il ripieno tritando il cioccolato. Sciogli l’amido con il latte, sbattendo con una frusta a fili o con una forchetta. Metti la crema dentro una ciotola capiente e cuoci a bagnomaria (io ho fatto così) aggiungi il cioccolato, il cacao setacciato, il caffè, lo zucchero, la vaniglia, l’olio, la panna e il sale. Con una frusta a fili sbatti delicatamente fino a quando gli ingredienti si amalgamano bene.
Fuori dal fuoco aggiungi la miscela di latte e amido, mescola e trasferisci il miscuglio in un tegame dal fondo spesso, cuoci per circa 10 minuti senza portare a ebollizione e mescolando sempre. Versa la crema dentro una brocca, bagna un foglio di carta forno, strizzalo e ponilo sulla caraffa, metti in frigo per almeno 20 minuti.
Prendi il guscio della torta, versa la crema, livella e rimetti in frigo tutta la notte. Poco prima di servire distribuisci se vuoi 300 g di fragoline di bosco

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ciavuru di zagara

zagara

‘Stu ciuri è di una bellezza incredibile, ma chi ciavuruuuuu, il profumo della zagara è conturbante, ‘u sitistuvu?  incanta tutto il mondo animale, financo l’uomo, anzi la donna che, se in questo periodo s’avi a maritari, si fa conzare dal fiorista un bouquet con questi ciuriddi… ma t’ummagini che spettacolo? Una nuvola bianca puntinata dai pistilli gialli. Niè una poesia.
Ora cca sugnu per cuntariti ‘sta ricettuzza del gelo di limiuni. S’intisi parrari sempre di gelo di mellone, anguria, quello più famoso, rosso con i pizzuddicchi di cioccolato dintra, per capirsi. Ma l’hai tastato mai il gelo di limone? Ah! che meraviglia, che delicatezza, che spettacolo. Sembra di mangiare una granita ma con la consistenza della gelatina. Un dolce delicatissimo che ti consiglio, se e solo se, hai dei limoni non trattati. Alessio è il mio spacciatori di limoni tirati su ad acqua e amore da sua papà, nella meravigliosa Conca d’Oro. Che dire di più? Ah, si la ricetta, classica, siciliana…

gelo di limone
Abbiate pazienza, le cose buone vogliono riposare per diventare ancora più buone.
tempo di preparazione: 15 minuti
tempo di riposo: un giorno
tempo di cottura: circa 15 minuti
per 6 cristiani
3 grossi limoni
un litro d’acqua
250 g di zucchero
80 g di amido di frumento
La mattina del giorno prima lava e asciuga i limoni, preleva la buccia con uno zester, solo la parte gialla, e mettila dentro un contenitore capiente. Aggiungi l’acqua, copri con una pellicola e fai riposare per 8 ore. La sera prima filtra l’acqua dentro una casseruola, stempera la frumina setacciata, aggiungi lo zucchero, metti sul fuoco e porta a bollore, aggiungi il succo dei limoni filtrato e cuoci ancore qualche minuto. Versa in stampi singoli oppure dentro uno unico precedentemente spennellati con un velo d’olio, l’ideale sarebbe quello di mandorle dolci, ma va beh! Metti in frigo tutta la notte.

a ciascuno il suo

squeezita 2

Sacrifici sono: sacrifici che cominciano alle 4 del pomeriggio in una giornata di festa quando in famiglia reclamano il dolce nonostante l’abbuffata del pranzo. Allora nenti fazzu? Impasto n’anticchiedda di farina e, durante la lievitazione, penso già a dei bomboloni farciti con i vari gusti della confettura Squeezita, a ciascuno il suo gusto, appunto.

squeezita

450 g di farina tipo 1
10 g di lievito di birra
un pizzico di sale
80 g di zucchero di canna più quello per ricoprire i bomboloni
125 g di latte
50 g di burro a pezzetti
2 uova piccole
50 g di acqua
olio per friggere
confettura Squeezita, tutti i gusti
Mescolate la farina con lo zucchero e il lievito sbriciolato. Scaldate il latte, mettete il burro e fatelo sciogliere mescolando, unite l’acqua e fate intiepidire. Impastate la farina aggiungendogli ingredienti liquidi poco alla volta, unite il sale e le uova leggermente sbattute. Il composto finale sarà parecchio idratato, trasferitelo su una spianatoia, se lo avete lavorato dentro un mixer, e lavoratelo ancora aggiungendo farina se occorre, senza esagerare dovrà rimanere umido.
Realizzate una palla e ponetelo dentro una ciotola coperta con la pellicola o con un telo umido e fate lievitare fino al raddoppio, circa due ore. Recuperate l’impasto, lavoratelo ancora sulla spianatoia e dividetelo in 10 panetti da circa 80 g l’uno, poneteli su un tagliere leggermente infarinato, discostati tra di loro, coprite con un canovaccio e fate lievitare ancora fino al raddoppio, circa un’ora.
Scaldate l’olio in un pentolino dai bordi alti e friggete, poco per volta, i bomboloni, poneteli a scolare su carta da cucina per assorbire l’unto in eccesso. Rotolate i bomboloni in una ciotola piena di zucchero di canna, praticate un taglio a croce sulla sommità, adagiate il pratico erogatore della confettura scelta e riempite i bomboloni con la confettura Squeezita. Poi mi cuntate.

 

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un classico

olio sagra 4 resize

Un classico della cucina è, ppì mmia, il pollo al forno. Ho sempre il terrore che il pollo cotto intero, resti crudo. E, parramunni cu vui, il pollo crudo non me l’accollo mentre la carne cruda mi piace assai.
So che esiste il sistema per cuocerlo fino in fondo ma, per non sapere ne leggere ne scrivere, io compro le cosce aperte, pronte per essere cotte alla brace e, invece, le cuocio in forno. Preparo una marinata sempre diversa, a seconda del ghiribizzo del momento; faccio riposare la carne in frigo, coperta e poi, taglio un bel “suolo” di patate e via in forno.
Non sono sicura che sia la procedura corretta ma il piatto che arriva #atavolaconamore buonissimo è!
lo special guest di questa ricetta è Olio Sagra #oliosagra, forse si evince da qualche diapositiva.

olio sagra 1
Cosce di pollo al forno
per 3 cristiani:
3 cosce di pollo aperte
3 patate
4 cipollotti
per la marinata:
30 g salsa di soia
20 g di sesamol
mezza tazza di olio extra vergine d’oliva Sagra il Classico #oliosagra
un cucchiaino di miele
2 cm di zenzero grattugiato

olio sagra 2 resize
12 ore prima della cottura del pollo preparate la marinata mescolando tutti gli ingredienti, bagnate le cosce di pollo e mescolate ogni tanto. Al momento di cuocere prendete una teglia, distribuite un giro d’olio Sagra, i cipollotti tagliati a quarti, le patate sbucciate e tagliate a dadi. Realizzate un bel “suolo” sul quale adagerete le cosce di pollo. Coprite con un coperchio forato, in modo che fuoriesca il vapore durante la cottura e cuocete per circa 45 minuti. Servite caldo con il contorno.

io porto il dolce

sciroppo d'acero.gimpCome vu cuntu?
Va beh, meglio cominciare dal fatto che amo lo sciroppo d’acero Maple Joe; sui pancake è un must, dentro questa torta è da urlo. Non ho usato zucchero, non c’era motivo, perché ho dolcificato l’impasto con lo sciroppo d’acero. La consistenza della pasta è quasi come quella dei pancake… Picchì non la faciti? é facilissima, una torticedda casereccia , di mele che piace sempre, aromatizzata al Porto e zuccherata con la ducizza di sciroppo d’acero. Vi ho convinto?
Amunìììììììì, pigghiate un pizzinu
Torta di mele e sciroppo d’acero Maple Joe

3 mele golden
40 g di Porto*un cucchino di amido di mais setacciato
225 g di burro
250 g di sciroppo d’acero Maple Joe
un pizzico di sale
un uovo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
320 g di farina
8 g di lievito
100 g di panna
10 g di granella di pistacchi
mescolate l’amido con il liquore, affettate le mele a 4 mm e mescolatele insieme con la miscela alcolica.
Sbattete l’uovo con il burro a dadini, aggiungete 210 g di sciroppo d’acero, il sale, la vaniglia e la panna. Aggiungete la farina con il lievito. Imburrate e infarinate una teglia di 26 cm di diametro, versate i 3/4 dell’impasto, ripartite le mele con il liquido e schiacciate con le mani.

sciroppo prepgimp

Distribuite lo sciroppo rimasto nella bottiglia e coprite con l’impasto avanzato. Aggiungete la granella di pistacchi e infornate a 170°C per circa 40 minuti. Per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno, fate la prova stecchino prima di sfornare, dovrà uscire fuori dalla torta asciutto e pulito.

Ciambelline morbide ne abbiamo?

mini bundt cakes

Poi dice che i social non sociàlano. Sapete che vi dico? i social sociàlano eccome. Questa ricetta l’ho scovata da lei che è di una bravura stratosferica. Intanto mi acchiappò su instragram e per una mano cominciai a seguirla, poi, un bel gioNNo pubblica una foto, questa:

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MIZZICA! mi dico, ma che meraviglia. E comincio a scassare per la ricetta. Scopro così che ha un bellissimo blog, Ackyart si chiama, con la condivisione di tutto il suo sapere *_*
Niè, troppo favoloso.
La ricetta è qui, vi assicuro che è di una bontà assoluta; lei ha preso ispirazione qua e là, rielaborando la partenza e io, invece, la copiai para_para a eccezione dello zucchero, lo usai di canna per il lemon curd.
Amunì l’avete preso un pizzino?

Mini bundt cake al limone e lemon cud allo zucchero di canna.
leggi Ciambelline morbidissime al limone  e crema da sdillinio.
Prima base principale, procuratevi dei limoni biologici. E’ fondamentale, io ne ho avuti in regalo dal mio amico Alessio, che non smetterò mai di ringraziare e non solo per i limoni.
per circa 6 ciambelline:

180 g di farina
2 uova
180 g di zucchero di canna chiaro
60 g di olio di semi di girasole
140 g di ricotta
8 g di lievito per dolci
2 limoni biologici
zucchero a velo, fragole e lemon curd, per guarnire

Per il lemon curd:
150 g di zucchero di canna (cambia il colore)
3 tuorli
1 uovo
80 g burro
80 g di succo di limone
accendete il forno e portatelo a 180°C.
Montate lo zucchero con le uova per 5 minuti. Nel frattempo setacciate la ricotta e poi montatela con uno sbattitore elettrico. Unite la ricotta al composto di uova
delicatamente senza smontare il composto usando una spatola di gomma. Aggiungete la farina setacciata con il lievito, la scorza grattugiata dei limoni e il loro succo limoni. Unisci l’olio a filo e continua a mescolare dall’alto verso il basso. ungete 6 stampini da bundt cake e infarinateli eliminando la farina in eccesso, versate il composto riempiendoli un po’ più della metà e cuocete in forno per circa 25 minuti facendo la prova stecchino prima di sfornarli.
Mentre le ciambelline sono in forno preparate il lemon curd: cuocete a bagnomaria l’uovo, i tuorli, lo zucchero e il succo del limone. Mescolate continuamente con una frusta a fili fino quasi a ebollizione; la crema prenderà consistenza e si inspessirà. Togliete dal fuoco e aggiungete il burro a dadini, mescolate per scioglierlo. Passate il lemon curd a setaccio, è una seccatura, lo so ma è fondamentale. Ponete in un barattolo e fate raffreddare.
Sformate le ciambelline, riempite il buco con la crema e, se volete con delle fettine di fragola, cospargete con lo zucchero a velo e servite.

il mondo è a colori, sappiatelo

 

spatola 3Ho la fissazione per i colori anche se mi vesto spesso di nero perché, dice (ma chi lo dice?) che sfila e poi sta con tutto. Ma oramà che sono dimagrita mi potrei permettere anche di indossare qualche colore sgargiante chessò, il rosso che mi piace assai. Ma va beh, chisti sunnu cose di vento, cose d’aria che non hanno consistenza, ossessioni senza senso che andrebbero valutate da uno bravo.
Andiamo a noi e a questi colori che ho svacantato nel piatto. Trattasi di un piatto a base di pesce azzurro, leggero, ricco di omega 3 e financo verduroso. Gli ingredienti sono di quelli che trovi nel frigo o nel freezer, tranne il pesce che l’accattai a prescindere da come l’avrei azzizzato per calarmelo. I colori che vinniru fora sono da urlo, almeno ppì mmia. Il viola della carota ha colorato anche il verde dei piselli realizzando un bel suolo di due diverse consistenze; l’arancione dell’arancia rimase iddu pi iddu senza cangiarsi e l’assaggio, al primo muzzicuni mi piaciu assai.
amunì, pigghiate un pizzino, per due cristiani pigghiate:

4 filetti di spatola
100 g di piselli surgelati
2 carote viola o le comuni arancioni, vi cambierà il colore, ovviamente
un’arancia
un mazzetto di prezzemolo
un mazzetto di finocchietto di montagna
due manciate di mollica di pane fresco o, in alternativa, pangrattato
due cipollotti freschi
20 g di pinoli tostati
sale
pepe
olio extra vergine d’oliva
un cucchiaio di miele

In un tegame dai bordi bassi distribuite un giro d’olio, aggiungete i cipollotti tritati a coltello e mescolate qualche minuto aggiungete un dito d’acqua e fate stufare. tagliate a dadini la carota e aggiungetela allo stufato insieme con i piselli e l’arancia tagliata a fette o a spicchi , portate a cottura, salate, pepate e aggiungete metà della scorza d’arancia grattugiata con uno zester. Tritate il prezzemolo e le foglie teneri del finocchietto, mescolatelo alla mollica, salate, pepate e aggiungete un giro d’olio.
Su un tagliere, stendete i filetti di spatola con il lato della pelle rivolto verso di voi, distribuite un po’ del mix di pane e arrotolate il pesce fermandolo con uno stuzzicadenti. Ponete i rotoli dentro il tegame, distribuite il pane avanzato e a filo, il miele. Coprite con il coperchio o con un foglio di alluminio se la pentola non ne è dotata e cuocete per pochi minuti. Prima di servire distribuite i pinoli tostati, impiattate con le fette d’arancia, vanno mangiate anche quelle eliminando la scorza.


spatola

 

duci ma senza zucchero

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Adoro la red velvet, mi piace perché è rossa, passionale e di forte impatto emotivo. Non mi sono mai cimentata nel realizzarla nella sua interezza per una questione puramente ossequiosa. Quando sarà il momento la realizzerò seguendo la ricetta pedissequamente, con “punti e virgole” perfettamente collocate. Nel frattempo mi sbizzarrisco realizzando varianti senza regole che escono da quel tappeto rosso, seguendo una strada alternativa, magari parallela oppure zigzagandoci sopra.
Oggi, domenica, la red velvet de noiartri è senza zucchero ma duci lo stesso, pensata per quelli che lo zucchero lo vedono con il cannocchiale ma che possono addolcire qualunque cosa con una perfetta alternativa, lo sciroppo d’agave Sunny Via.
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Per la red velvet de noiartri
180 g di farina
230 g di barbabietole precotte
8 g di lievito
50 g di cacao amaro
180 g di sciroppo d’agave Sunny Via
3 uova
80 g di olio extra vergine d’oliva
un cucchiaino di estratto di vaniglia
un pizzico di sale
frullate le barbabietole, aggiungete l’olio, lo sciroppo, e l’estratto di vaniglia. Mescolate la farina, il lievito, il sale e il cacao. Aggiungete il mix di barbabietola, sbattete per amalgamare con una frusta, unite un uovo alla volta e versate dentro una teglia imburrata e infarinata. Infornate in forno caldo a 170°C per circa mezz’ora. Fate attenzione per la cottura, regolate il vostro forno secondo la vostra esperienza e fate sempre la prova stecchino prima di sfornare il dolce. Fate raffreddare qualche minuto dentro la teglia e poi sformate la torta.

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per la salsa al cacao:
85 g di burro
120 g di sciroppo d’agave Sunny Via
120 g di panna a lunga conservazione
2 cucchiaini di cacao amaro
2 cucchiaini di estratto di vaniglia

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Sciogliete il burro dentro una piccola casseruola, su fuoco dolce. aggiungete lo sciroppo d’agave, e la panna e cuocere pochi minuti. Spegnete, aggiungete il cacao setacciato e l’estratto di vaniglia. mescolate e fate raffreddare completamente. Frullate e passate in frigo. Al momento di servire, distribuite un po’ di salsa al cacao sulla torta e anche uno specchio in ogni piatto prima di adagiare una fetta.

oro verde

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 Beh, ho cercato le parole per raccontare ‘stu piatticeddu di pasta e le conseguenti polpettine ma non credo che riuscirò a essere esaustiva, mi dispiace. Certe cose s’hanno a tastari, si devono provare, una generosa forchettata potrebbe fugare ogni dubbio, ogni perché, ogni perplessità e macari torna la facoltà di parola, quindi mi sa che dovrò rifarla al più presto per capire qualcosa in più. O, forse, mi renderò conto che la facoltà di parola la toglie proprio.
Per queste due ricettuzze mi sono avvalsa dell’aiuto del mio preparatore alimentare, la centrifuga Magimix , che ha il grande vantaggio di estrarre il 81% del succo dagli alimenti, non potrei più fare a meno del suo supporto. Per dire che non estraggo solo succo dalla frutta ma sfrutto la macchina fino al suo midollo, per preparare tutto un menù, dal aperitivo al dolce.

asparagi e tenerumi
Per due cristiani
200 g di spaghetti grossi e ruvidi
400 g di asparagi già mondati
una decina di foglie di tenerumi
4 pomodorini Tiger
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
mezzo cucchiaino di amido di mais, circa, dipende da quanto succo riuscite a estrarre dagli asparagi, in definitiva dipende da che centrifuga avete 😉
zenzero grattugiato
basilico
burro
sale
pepe
un pugno di pangrattato
un pugno di parmigiano
un uovo

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lavate tutti gli ortaggi, mondate gli asparagi se sono grossi, tagliatene a pezzetti 300 g, degli altri 100 lasciate integre le punte, mettetele da parte e tagliate il resto del gambo. Centrifugate gli asparagi a pezzetti, raccogliete l’oro verde e mettete da parte “lo scarto” (si fa per dire scarto) che vi servirà per le polpette. Lessate le foglie di tenerumi e poi tagliatele finemente a punta di coltello.

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Tritate l’aglio e imbionditelo  in un cucchiaio d’olio, aggiungete i pomodorini tagliati a dadi grossolani e fate insaporire, grattugiate un po’ di zenzero e mescolate, aggiungete metà dell’oro verde e i tenerumi, cuocete per pochi minuti, giusto il tempo di fare asciugare un po’ il sugo, salate e pepate. Ponete l’oro verde rimasto dentro un pentolino su fuoco leggero, setacciate l’amido di mais, mescolate e addensate, lucidate con un piccola nocciolina di burro. Distribuite uno specchio di crema di asparagi sul fondo di un piatto piano. Tostate gli anacardi tritati grossolanamente. Cuocete la pasta nell’acqua di cottura dei tenerumi salata, scolatela al dente dentro la padella con il condimento e fatela saltare per insaporire. Con l’aiuto di un coppino e di un forchettone arrotolate una porzione di pasta e ponetela al centro del piatto, decorate con il basilico spezzettato e gli anacardi tritati.

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Per realizzare le polpette potreste mettere qualunque cosa dentro, agli amici vegani, dico che possono anche omettere l’uovo, il composto ottenuto estraendo il succo è compatto e sodo. Io, che vegana non sono, ho messo un uovo e parmigiano, poi ho aggiunto sale, pepe, pane grattugiato, zenzero tritato e basilico a pezzetti, ho realizzato delle polpette, ripassate nel pangrattato e poi le ho cotte su una piastra rovente. A scelta potete friggerle o passarle in forno.

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