e ti ricordi?

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Mizzica, ci sono sapori e odori che restano piegati nei cassetti della memoria. Sono lì e te ne dimentichi di averli, esattamente come un qualunque oggetto ben riposto. Certe volte apri il cassetto e ti ritrovi una cosa tra le mani, spuntata così, come dal nulla.
Con i sapori e gli odori è la stessa cosa precisa ‘ntifica. A li voti dai un muzzicuni a ‘na cosa e quella niente fa? A timpulata ti riporta indietro di anni luce, e ti ritrovi picciriddu in una pellicola degli anni settanta con i colori ingialliti attipo Polaroid. Maria, maria, maria! E’ ‘na cosa che macari fa ‘mpressione.
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Accussì succidiu, l’autru jurnu, unni me matri
. Accattammu una guantiera di dolcetti, biscottini da the, cose accussì. Tra i tanti biscotticeddi c’erano chisti, gli occhi di bue
Ora, sentite ammia, pigghiate una penna e un pizzinu, che bonu faciti.

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Per l’impasto
500 g di
 farina
250 g di burro freddo tagliato a dadini
200 g di zucchero di canna a grana sottile
3 tuorli d’uovo
un uovo intero
Un cucchiaino di estratto di vaniglia
la scorza grattugiata di un grosso limone
un pizzico di sale
Per la farcitura e la finitura
confettura di albicocche
zucchero a velo

Mescolate tutti gli ingredienti per l’impasto, fatene una palla lavorando il meno possibile, avvolgete in un film di pellicola e ponete in frigo a rassodare almeno un’ora.
Accendete il forno a 170°C, almeno il mio, voi basatevi sulla conoscenza del vostro elettrodomestico; recuperate l’impasto, prelevate una porzione e il resto ponetelo di nuovo in frigo. Su una spianatoia leggermente infarinata stendete l’impasto a uno spessore di circa 4-5 mm. Con un taglia biscotti di e cm di diametro realizzate tanti dischi e poneteli su una placca foderata con carta forno. Sulla metà di questi dischi praticate un foro con un altro taglia biscotti di 2,5 cm di diametro. Cuocete in forno per circa 15 minuti. Controllate la cottura non devono scurirsi. procedente con questa operazione fino a esaurire la pasta frolla. Consiglio di rimettere in frigo i ritagli di pasta, rimpastarli e procedere come sopra. Quando i biscotti saranno freddi, cospargete con la confettura di albicocche quelli interi, coprite con gli anelli e poi spolverate con lo zucchero a velo.

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ducizza al cioccolato miele e peperoncino

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un dolcino senza un granello di zucchero ma carico di un fluido e delicato miele di acacia. Piccante e sensuale questa è una torta facile da fare e poco impegnativa dal sapore incisivo e deciso. Provate per credere.
300 g di cioccolato fondente
125 g di burro
150 g di miele di acacia Luna di Miele
6 uova
mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere
cacao amaro per decorare
burro e farina per lo stampo
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato tritato con il burro a pezzetti. Separate i tuorli dagli albumi. Sbattete i tuorli con i 2/3 del miele e aggiungete il cioccolato fuso tiepido e il peperoncino. Montate gli albumi a neve e aggiungete il miele rimasto. Incorporateli al composto di tuorli. Imburrate e infarinate uno stampo da 32 cm di diametro, versate il composto e infornate in forno già caldo a 170°C per circa 15-20 minuti. Per la cottura fidatevi della conoscenza del vostro forno. Comunque, il dolce sarà cotto quando, inserendo uno stecchino all’interno, questo ne uscirà asciutto e pulito. Fate raffreddare prima di spolverare con del cacao amaro.

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dalla mamà…

Ah! M’ha scialai! In primisi picchì mi fici un giro al mercato rionale, mille colori, ciavuru e bellezza a profusione. I pisci parunu vivi, ti talianu come se fussiru pronti per ziccarisi dintra la borsa. L’occhi mia parunu stiddiari, hanno fatto scintille per la felicità e mentre mia madre parrava con i suoi spacciatori di pesce, frutta e verdura di fiducia io scattavo foto rilassandomi totalmente. Una cosa impagabile.
pesce_1In secundisi m’ha scialai picchì me matri mi fici una pasticedda da svenimento, una pasta trafilata al bronzo, spaghetti alla chitarra ruvidi al tatto e capaci di assorbire tutto il condimento a base di cernia. Un chilo e mezzo di pesce, ‘n’anticchia di pomodorini, prezzemolo, olio, aglio e tanto amore. Non vi pozzu cuntari la bontà, l’aviti a tastari.
Spaghetti alla chitarra con sugo di cernia della mamà.
per 4 cristiani
400 g di spaghetti alla chitarra trafilati al bronzo
una cernia da 1500 g
una manciata di pomodorini
2 spicchi d’aglio
100 ml di vino bianco secco
un mazzetto di prezzemolo
sale
peperoncino
schiacciate l’aglio nell’apposito attrezzo, unite un paio di cucchiai d’olio e i pomodorini in un tegame e soffriggete.
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Unite il pesce tagliato a pezzi, sfumate con il vino alzando la fiamma e poi aggiungete un bicchiere d’acqua e una manciata di prezzemolo. Salate, coprite con un coperchio e portate a cottura.

cernia

Portate a bollore abbondante acqua salata, buttate la pasta e fatela cuocere due minuti, giusto il tempo di fare perdere la rigidezza. Togliete il pesce dal tegame e aggiungete la pasta. Risottate gli spaghetti portando a cottura aggiungendo l’acqua di cottura della pasta, mescolando sempre. A fine cottura aggiungete il pesce spinato e ridotto a pezzetti, spolverate con il prezzemolo tritato rimasto e qualche anello di peperoncino fresco se vi piace. Servite caldissimo.
Buona Pasqua a tutti voi.

spaghetti

Crème di speculoos brûlée

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devo dire grazie…
Grazie a Odueo, che distribuisce in Italia questa meraviglia.
La crema di speculoos è…
Uhm, difficile raccontarlo a parole, non esistono ancora, bisognerà inventarle. Nell’attesa che qualcuno nel mondo ci riesca, provo a definire, a modo mio, la bontà di questa crema.
Ah, se poteste vedermi in questo momento sarebbe meglio perché a gesti sarei, sicuramente, più eloquente. Va beh, ci provo dai…
Comincio da lontano chiedendovi se avete mai mangiato gli speculoos. Ecco, questo è facile, si tratta di un biscotto croccante aromatizzato alla cannella tipico, in Belgio, commemorativo della festa di San Nicola, il 6 dicembre; anche se oggi si trova in qualunque giorno dell’anno.
Detto ciò, la crema che ne deriva dalla lavorazione dei suddetti biscotti è paradisiaca, e non esagero se vi dico che è irresistibile, trascinante, travolgente, seducente, affascinante… ammuccinuni affondi le dita dentro il barattolo e t’arricrii, come dire, ti conforti e ti rimetti in pace con l’universo criatu.
Giurin giurello!

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Mangiata direttamente dal barattolo ha, sicuramente, il suo fascino ma, se vi va, potreste assaggiarla anche alla francese, sotto forma di crème brûlée, amunìpigghiate un pizzinu.
Per 6-8 cristiani
500 ml di panna
5 tuorli
40 g di zucchero
150 g di crema di speculoos 
60 g di zucchero di canna
scaldate, in un pentolino e a fuoco leggero, la panna con la crema di speculoos, mescolate per amalgamare gli ingredienti. Dentro un contenitore, montate i tuorli con lo zucchero, aggiungete la miscela di panna e crema di speculoos, mescolando. Ponete il contenitore, coperto da un film di pellicola, dentro il frigo per almeno due ore. Consiglio di preparare questo delizioso dessert il giorno prima.
Accendete il forno e portatelo a una temperatura di 95°C, distribuite la crema dentro gli stampi da Crème brûlée e poi ponete gli stampi dentro una teglia, piena per metà, d’acqua. Cuocete a bagnomaria per almeno un’ora. Prolungate il tempo di cottura se i vostri stampi dovessero essere profondi. La consistenza della crema, una volta cotta, dovrà essere leggermente tremolante. Tirate fuori la teglia dal forno, fate intiepidire prima di porre le creme in frigo a rassodare per almeno un paio d’ore prima di servire.
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Al momento di servire, spolverate la superficie delle creme con lo zucchero di canna e caramellate con l’aiuto di un cannello, oppure in forno sotto il grill o, all’antica, con il ferro rovente.

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suadenti barrette

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Nell’istante in cui apri il barattolo resti affatato; una morbida crema, allettante, dolce e aromatica cola inesorabile dai lati del cucchiaio appena affondato e tirato su. Scioglievole, convince solo guardandola, il profumo poi arriva a solleticare il naso promettendo visioni celestiali su mondi paralleli. Conoscendo il sapore in purezza della crema di marh-mallow Nawarra ho pensato, per incontrare i gusti di tutti, di associarla al cioccolato mettendola in mezzo a due diverse consistenze. L’effetto cromatico di queste barrette, a mio avviso, è accattivante. All’assaggio… ne sarete rapiti. Io ve l’ho detto!
Barrette al cioccolato e crema suadente di marsh-mallow
Per la base:

170 g di burro a temperatura ambiente
100 g di zucchero a velo
230 g di farina
30 g di cacao
2 uova
6 g di lievito
220 g di panna fresca
un pizzico di sale
per la farcitura:
una confezione di marsh-mallow cream classic Nawarra (180 g)
per la copertura:
100 g di cioccolato
60 g di  burro
50 g di panna acida
scaldate il forno e portatelo a una temperatura di 170°C e foderate una teglia rettangolare di 20×30 cm con un foglio di carta forno bagnato e strizzato, fatelo aderire alle pareti. Preparate la base sbattendo il burro morbido con lo zucchero, unite un uovo alla volta, il sale e, poco per volta, la farina setacciata con il lievito e il cacao alternando la panna. Versate il composto dentro la teglia e infornate per circa 20 minuti. Per la cottura consiglio vivamente di basarvi sulla conoscenza del vostro forno. Sfornate solo dopo aver fatto la prova stecchino che dopo essere stato inserito nell’impasto cotto, dovrà essere asciutto e pulito.
Fate raffreddare completamente la base.

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Con una spatola, mescolate la crema di marsh-mallow e distribuitela sulla torta, ponete in frigo a rassodare.

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A  bagnomaria sciogliete il cioccolato tritato con il burro e la panna, fate intiepidire per pochi minuti e poi versate sulla crema di marsch-mallow, distribuendo uniformemente, riponete la teglia in frigo fino al momento di servire. Tirate fuori dal frigo, affettate e servite.

Cosa fa una siciliana a Parigi?

Parigi
S’innamora!

E certo! S’innamora dell’aria che respira, fredda da morire, ma d’altronde a gennaio cosa ci si aspetta? S’innamora di quel sole che s’arruspigghia tardi, alle 8,30 comincia a fare capolino e, tiepidissimo, illumina un’atmosfera magica e romantica; tutto è bellezza, rispetto, senso civico.  S’innamora della Tour Eiffel, degli Champs Elysées, dei macaron di Ladurée e della magia della notte.
Ma l’innamoramento non finisce qui eh? Nonsi; la siciliana di cui sopra perde completamente la testa per il suo gruppo di lavoro e per Magimix, un marchio francese che conosceva già e con il quale aveva già collaborato. La magica Magimix ha, nel corso della sua storica attività, adattato il robot delle cucine professionali ad una versione domestica, rendendo l’utilizzo semplice e intuitivo. Oggi ha lanciato sul mercato una nuova macchina, il Cook Expert, che associa al food processor l’innovazione della cottura. E’ un robot multifunzione che cuoce a induzione con 12 programmi automatici. Una regolazione prossima al grado per una cottura altamente controllata e professionale. Tutto questo permette di cucinare con facilità e in poco spazio risotti, cibi al vapore e cotture lente secondo la cucina tradizionale italiana. Il robot, impasta, trita, affetta, grattugia, monta a neve anche piccolissime quantità di albumi, trita il ghiaccio, realizza smoothies, gelati e salse. Aiuta ancora con un supporto multimediale tramite una app e un libro con 300 ricette… e in ultimo, ma non per importanza, si lava da solo. Un corteggiamento simile conquista a prima vista! Un colpo di fulmine fu.

cook expertCon un bagaglio del genere, tornando nell’Isola del sole, in questo inverno molto mite, la siciliana (che fussi io), ha cominciato a usare l’aiuto in cucina approfittando di una serie di agevolazioni quali montare piccolissime quantità di albumi (meno di un uovo), per esempio e lanciandosi nella preparazione dei leggendari macarons… alla siciliana.
Piccola notazione, le dosi per la preparazione dell’impasto sono state dimezzate, così da testare la macchina e verificarne le effettive potenzialità. Iniziare a conoscersi stressandosi insieme. Una prova d’amore, per cominciare.
La ricetta e i consigli sono tratti dal blog della cummari Patrizia di Via delle Rose. Per la farcitura la ricetta è desunta dal blog di Edda di Un dejeuner de soleil.

Per 24 macaros
75 g di mandorle
75 g di zucchero a velo
56 g di albumi (meno di 2 albumi)
19 g di acqua
75 g di zucchero a velo
un pizzichino di sale
una goccia di limone

Separate gli albumi dai tuorli quattro o cinque giorni prima di realizzare i macarons, metteteli dentro un barattolo chiuso e poi in frigo. La sera prima tirateli fuori dal frigo in modo da averli a temperatura ambiente il giorno dopo.

mandorle
Installate il robot, il programma verrà selezionato automaticamente, ponete le mandorle nella bacinella piccola con il coltello piccolo, avviate il programma e tritatele finemente.

mandorle tritate
Nella stessa bacinella dove avete tritato le mandorle, mettete 75 g di zucchero a velo, mescolate insieme per pochi istanti e poi setacciate; mettete da parte e smontate il robot.
Dividete gli albumi; 28 g poneteli dentro la vasca del Cook Express con la frusta per gli albumi, il sale e la goccia di limone, gli altri 28 g metteteli insieme con la miscela di mandorle e zucchero a velo setacciati insieme. Mescolate con la spatola e amalgamate gli ingredienti. Mettete da parte.

macarons impasto
Montate la bacinella di metallo, selezionate il programma albumi a neve e fate partire la macchina con il programma automatico senza il tappo, nel frattempo procuratevi un termometro per dolci, ponete in un piccolo tegame gli altri 75 g di zucchero a velo con l’acqua e portate a una temperatura di 118°C, mescolando.

albumi montati a neve

Fermate la macchina quando mancherà un minuto alla fine del processo e aggiungete lo sciroppo direttamente sulla meringa, fate ripartire la macchina per l’ultimo minuto di lavorazione.
Incorporate un terzo degli albumi montati alla miscela di mandorle, mescolando delicatamente. Continuate con la seconda e la terza parte mescolando per rendere tutto omogeneo. Il composto dovrà colare a nastro. Riempite un sac-a-poche con una bocchetta liscia da un cm e disponete i mucchietti su un foglio di carta forno dove avrete disegnato dei cerchi di 3 cm di diametro oppure su un tappetino da macaron in silicone.
Sbattete leggermente la teglia sul piano da lavoro per assestare il composto suddiviso e ponete nel forno spento per due ore.
Trascorso il tempo di riposo, tirate fuori la teglia dal forno, accendetelo in modalità “ventilato”, portatelo a una temperatura di 150°C e poi infornate la teglia  per 15 minuti. Trascorsi i primi 9 minuti aprite il forno e richiudete piano senza sbattere. Quattro minuti prima che scada il tempo ripetete l’operazione. A cottura ultimata tirate fuori la teglia dal forno e fate raffreddare completamente.

Per la ganache
100 g di cioccolato bianco
60 g di panna fresca
50 g di lamponi surgelati o freschi
12 lamponi surgelati o freschi
preparate la ganache: montate il robot, mettete nella bacinella piccola 50 g di lamponi e azionate il programma per pochi minuti.

lamponi crema

Portate a bollore la panna e versandola in tre volte sul cioccolato bianco tritato finemente, mescolando dolcemente, la crema dovrà risultare liscia, mescolate la polpa di lamponi realizzata con il robot, mettete dentro un sac-a-poche munito di bocchetta liscia di circa 8 mm e poi ponete in frigo per un paio d’ore prima di usarla.

lamponi

 

Farcite metà dei macarons con la ganache e mezzo lampone, mettete poca ganache nell’altra metà del macaron e chiudete schiacciando leggermente. Ponete in una scatola di latta e poi in frigo, avendo cura di servirli a temperatura ambiente.

ci vulissi rispetto

tumminia grissini

Questo, un inverno anomalo fu. Abbiamo avuto chiù jurnate di suli e cauddu che giornate tinte, fridde da cummigghairisi con sciarpe e cappelli. Vero è che che in queste latitudini di freddo freddo non si può parlare, ci dobbiamo andare ad ammucciari, ma i classici 7-8 gradi tipici di qua non ci furono se non per pochissimi giorni. In genere il nostro inverno dura due mesi, ‘st’annu fici due giorni. Ci dobbiamo preoccupare? Buh!
Pioggia ne abbiamo vista con il contagocce e la terra grida “ACQUAAAAA!” che mi pare di sentirla. Dove andremo a finire di questo passo?
Risposte non ne ho, sono domande troppo difficili per me, nel mio piccolissimo mondo cerco la correttezza anche nei confronti di questa madre che trattiamo malissimo e che si sta incazzando bene bene.
Sarebbe buona educazione alimentare, per iniziare, non comprare prodotti fuori stagione. I pomodori sono l’estate succosa, d’inverno ti mangi le bombe che ci mettono per farli belli. Prova a chiedere a un picciriddu in quale stagione si mangiano le fragole, ‘u sai come ti  rispunni? Tutto l’anno!
Mi chiedo… ma all’urtimata picchì?
Se hai una risposta, scrivimi.

Preparazione: 15 minuti+2h e 30minuti di riposo
Cottura: 20 minuti
Ingredienti:
200 g di g di farina di tipo 2
200 g di farina di rimacinato
100 g di farina di grano Tumminia
40 g di burro
Un cucchiaio colmo di foglioline di timo
20 g di sale
10 di lievito di birra
Un cucchiaino di zucchero
20 g di ricotta infornata, grattugiata

Sciogliete il lievito in circa 300 g di acqua tiepida con lo zucchero. Mescolate nella planetaria le farine, il burro, gli aghi di rosmarino e la ricotta; aggiungete l’acqua all’impasto, poco alla volta, impastando e aggiungendo il sale durante la lavorazione. Rovesciate l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata, ripiegatelo più volte ottenendo un panetto che porrete a riposare in una ciotola leggermente infarinata. Coprite con un canovaccio umido e mettete nel forno spento con la luce accesa per la lievitazione che durerà due ore. Trascorso questo tempo stendete l’impasto in una sfoglia sottile, su una spianatoia leggermente infarinata aiutandovi con un matterello. Ritagliate con una rotella taglia pasta delle strisce lunghe e ponetele su una o due teglie foderate con carta forno per fare lievitare ancora mezz’ora. Infornate a 200°C per circa 25 minuti o fino a quando assumeranno un colore dorato.

due spaghi dell’ultimo minuto

crema di pom

Mai fidarsi della propria saccenza, partite dal presupposto che non sapiti nenti perché può capitare che, se vi fidate troppo, faciti un purtusu ‘nt’all’acqua… e siete ammollo.
Accussì mi capitò, proprio ‘stamatina. Partìa col fare una torticedda per il mio sposo, oggi è il suo compleanno, mi fidai di una ricetta farlocca e non prestai troppa attenzione, ma si, mi dissi, ora la ripigghio ‘sta situazione…
Non vi cunto che fini fici, meglio di no. Nel frattempo s’era fatta l’ora di mangiare e io avevo giocato a fare pasticci non combinando una beneamata. Per fortuna il frigorifero è una fonte di ispirazione dell’ultimo secondo e qualcosa da mangiare, alla fin fine, c’era, fumante, in tavola. Almeno questo!

spaghetti ruvidi con crema di pomodoro secco e basilico
Per un cristiano
130 g di pasta lunga ruvida
due pomodori secchi sott’olio
8 g di pinoli
un cucchiaio abbondante di formaggio morbido
una manciata di parmigiano a scaglie
un ciuffo di basilico
sale
pepe garofanato

frullate tutti gli ingredienti tranne il sale e il pepe e ponete dentro una ciotola; controllate se il composto sia giusto di sale e macinate il pepe. Portate a bollore abbondante acqua salata, cuocete la pasta  e scolatela, secondo il vostro gusto di cottura, dentro la ciotola, fluidificate con dell’acqua di cottura. Servite caldissima

trattasi di comunissime (?) frittelle

pancakes 2

non so come dirlo, forse faccio prima, evitando inutili giri di parole, ad andare di filato al sodo.
Domanda: vi piacciono i pancakes?
Se la risposta è SI, allora dovete fare questa ricetta, sono troppo buoni anzi di più, molto di più. La mescolanza degli ingredienti è fatta alla femminina ma il risultato è strabiliante, io stessa non ci credevo e mi vasai tutta per la felicità (oltre che gabbare la dieta manciannumini unu). Fidatevi che fissarie non ve ne cuntai mai!
AH! Un’ultima cosa ma non meno importante, si fanno in un “biz”, una voltata d’occhio, un battito di ciglia, vah, nnì capemmu? Amunì, pigghiate un pizzinu!

Per 6 pancakes

100 g di farina
25 g di zucchero
mezzo cucchiaino di lievito
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
12 g di farina di pistacchi
5 g di zenzero fresco grattugiato
un pizzico di sale
100 g di panna
85 g di latte di riso (o qualunque altro latte)
un uovo
20 g di pistacchi
100 g di mirtilli freschi se è stagione o surgelati se la stagione non è la sua.
burro per cuocere
Per la finitura:
sciroppo d’acero
mirtilli
pistacchi

In una ciotola mescolate la farina, la farina di pistacchi, lo zenzero grattugiato, lo zucchero, il lievito e il bicarbonato, il sale e i pistacchi tritati. In un’altra ciotola sbattete la panna con l’uovo e il latte. Aggiungete agli ingredienti secchi quelli liquidi, mescolate per amalgamare. Aggiungete i mirtilli, mescolate ancora.
Scaldate un padellino antiaderente, unto con un velo (‘velissimo’) di burro, versate un sesto della pastella con un coppino e cuocete a fuoco bassissimo fino a quando sulla superficie molle si cominciano a vedere dei piccoli buchetti, girate la frittella dall’altro lato e finite la cottura. Servite, se volete con mirtilli, pistacchi e una generosa colata di sciroppo d’acero.

pancake

qua sono…

spatola 2

Qua sono dopo un tempo impressionante; ma l’importante è esserci secunnu mia, beh, io ci sono e ricomincio con un anno nuovo in queste pagine nuove  che, mi rendo conto, ancora vogliono essere azzizzate qua e là.  Credo che, un passo leva e uno metti, andrà a posto come i tasselli di un puzzle.
Io fretta non ne ho e tu?

Rotolini di spatola in crosta di pasta phyllo e chips di pere

Per due cristiani pigghiate:

400 g di cime di rapa mondate
260 g di filetti di pesce spatola (6 filetti)
una manciata di foglioline di menta
una manciata di pistacchi non salati
un cucchiaio scarso di miele
olio extra vergine d’oliva
60 g di pasta phyllo
una pera
Lavate la pera, affettatela molto finemente e cuocetela per circa un’ora in forno a 100°C, mettete da parte. Lavate la verdura e cuocetela in poca acqua salata; sgocciolatela e passatela nel mixer per ridurla in purea. Stendete i filetti di spatola su un tagliare, massaggiateli con il miele e ricopriteli con un velo di purea di verdure, arrotolateli e fermateli con uno stecchino per lasciarli in forma. Ritagliate 6 strisce di pasta phyllo, spennellate con pochissimo olio, ponete al centro un fagottino di pesce spatola, liberatelo dallo spiedino e arrotolatelo all’interno del rettangolo di pasta phyllo, ponete tutti i fagottini su una teglia foderata con carta forno e infornate a 190°C per circa 20 minuti o fino a quando la pasta phyllo sarà dorata. Sfornate e fate intiepidire; Preparate i piatti disponendo uno specchio di purea, decorate con le foglioline di menta, i pistacchi tritati, i fagottini di spatola e le chips di pera. Servite subito.

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