Governo, liquido e mozzarella di bufala

 Non ho intenzione di tediarvi sul nostro governo, ci mancherebbe. Vi parlo invece di un esperimento che sta portando avanti Nuccio e che sta spopolando su facebook come una cosa favolò. In effetti, questa cosa ha un suo fascino nel quale ci sono rimasta avvinghiata pur’io. Agostina mi ha seguito passo passo tenendomi mano manuzza per tutta la durata della maratona, desidero ringraziarla pubblicamente..grazie Ago :*
Quello che vedete sopra è il risultato di una lentissima lievitazione. Vi state chiedendo di che cappero parlo? Parlo di un lievito madre ottenuto con il liquido di governo della mozzarella di bufala. Questo è il liquido contenuto nelle buste in cui vengono conservate le mozzarelle di bufala; è ottenuto dall’acqua di filatura che serve per lavorare la pasta per realizzare le mozzarelle. Per fare lievitare l’impasto è necessario un liquido di governo eccellente, comprate, dunque, delle mozzarelle di ottima qualità. Con il liquido di una mozzarella ho ottenuto due impasti di circa 450 g Con il primo ho realizzato una pizza con il metodo diretto; l’altro l’ho utilizzato come starter…ma questo sarà argomento di altri due post, portate pazienza 😀
In una terrina versate il liquido di governo e il latticello ottenuto strizzando le mozzarelle, coprite con un piatto di ceramica e fate riposare 2 giorni. Poi vi serviranno:
250 g di farina 00
120-150 ml di liquido di governo
un cucchiaino di zucchero

 Versate la farina mescolata con lo zucchero in una ciotola, riscaldate il liquido, ma solo leggermente, portatelo alla temperatura di circa 30°C, cominciate ad impastare la farina aggiungendo poco alla volta il liquido. Dovrete ottenere un impasto idratato e appiccicoso. Mettetelo in una ciotola trasparente coperto da un piatto di ceramica e ponetelo a lievitare lievitare fino al raddoppio in un luogo tiepido, ci vorranno dalle 8 alle 10 ore. Con questo impasto ho realizzato una pizza con il metodo diretto 
Infarinate la teglia del forno o il vostro pizza stone, versate il blob ottenuto ed allargatelo con le mani unte d’olio, non esagerate come ho fatto io. Lasciate lievitare ancora per circa tre ore. Riscaldate il forno a 250°C condite la vostra pizza con pomodoro fresco, olio, origano, sale e pepe, infornate per circa 15 minuti, tirate fuori dal forno, mettete la mozzarella e finite la cottura, ancora cinque minuti.

l’apparenza

in effetti dalla foto l’uno potrebbe, vagamente, assomigliare all’altro, ma è pura apparenza; la sostanza è ben lontana dalla similitudine. Ma voglio cuntarvi, con ordine, chi succidiu: un bel giorno, prima che decidessimo di taliare una partita dell’Italia agli europei di quest’anno, mi imbatto in un’immagine favolosa su Pinterest, clicco sulla foto per raggiungere il blog che ha prodotto questo cibo memorabile e scopro che, nonostante il nome dal sapore d’oltreoceano, l’autrice parla (scrive) in italiano, probabilmente è italianissima o simil italiana ma sicuramente tifosa dell’Italia. Un paio di battute tra i commenti e mi conservo la ricetta per rifarla la sera della finale…
Aggiungo solo il fatto che non ho realizzato queste margheritucce, ve ne siete accorti? Se di sfiga si tratta è tutta colpa mia, perché l’unica partita che ho visto fu proprio la finale e, per di più, non ho realizzato i bene_auguranti ciuriddi.  Per giorni m’ammucciavu dietro un pastrano nonostante il caldo appiccicaticcio, pensando che tutta l’Italia sapesse che c’entravo qualcosa con il fallimento della nostra nazionale. Va beh! Niente ci fa, ci ho messo un po’ prima di convincermi che non ci curpo. La vera ricetta leggetela da Caris, è spiegata passo passo in maniera impeccabile, io mi limito a dirvi che cosa ho combinato ieri; mi ricordavo con (buona?) approssimazione che si trattava di un impasto per pizza e, senza taliare la ricetta mi sono lanciata con il mio solito impasto…poi, dopo, molto dopo, successivamente, in un secondo momento, […] ho pensato di leggere la ricetta. Ho sbagliato (quasi) tutto, sono un’arrogante e presuntuosa cuciniera da strapazzo, ma nonostante questo era una buona pizza con wurstel, svizzero e ketchup, non oso immaginare quelli veri. Grazie Caris :*

un copiato che soddisfa!

una pizza millefoglie, niente di che direte voi, ma vi assicuro che questa ricetta-non ricetta è un’idea da realizzare più volte. Piaciu a granni e picciriddi e poi, il suo ingresso, fa ‘n’anticchia di teatro con gridolini di giubilo da parte dei picciriddi e varie esclamazioni di stupore e meraviglia. Ho visto la foto su una raccolta del meglio di Sale& Pepe; le modifiche che ho apportato sono di natura soggettiva: sulla rivista viene usato un rotolo di pasta per pizza pronto e mozzarella di bufala. Manco a dirlo, la pizza l’ho preparata in casa, volete mettere il piacere? Ho sostituito la mozzarella di bufala, buonissima ma troppo acquosa, con un rotolo di mozzarella infine, ho fatto quattro strati di pizza…una mille_e_mille_foglie altro che storie!

eravamo cinque granni e quattru picciriddi, considerando che era un accompagnamento a due secondi di verdure ho impastato 400 g di farina mista
300 g di farina manitoba
100 g di semola di rimacinato
280 g di acqua
10 g di sale
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
10 g di lievito di birra fresco
3 melanzane lunghe
4 pomodori San Marzano non troppo maturi
2 rotoli di sfoglia di mozzarella
sale
pepe
un mazzetto di basilico
olio per friggere
Mettete le farine nella planetaria o su un piano di lavoro, sbriciolate il lievito e cominciate a impastare, aggiungete l’acqua tiepida poco alla volta, l’olio e infine il sale. Otterrete un impasto molto idratato; fate qualche giro di pieghe aiutandovi con altra farina, ponetelo in un luogo riparato da correnti per farlo lievitare fino al raddoppio. Nel frattempo tagliate le melanzane a rondelle da tre millimetri e ponetele dentro un colapasta, cospargetele con il sale e fate perdere l’acqua di vegetazione per un’ora circa. Trascorso il tempo necessario, sciacquatele, asciugatele e friggetele in olio caldo e poi fatele scolare su un foglio di carta assorbente. Riprendete la pasta e lavoratela con le mani su un piano infarinato, dividetela in otto pezzi di ugual peso e stendeteli uno alla volta cercando di ottenere una forma allungata di circa 20X10 cm con uno spessore di circa 3 millimetri. Ponete le schiacciatine su una teglia foderata con carta forno; praticate delle incisioni oblique e parallele, su due di esse sulle restanti praticate dei buchetti con i rebbi di una forchetta. Prima di infornare, in forno caldo a 200°C, spruzzate con le mani delle gocce di acqua fredda. Cuocete per circa 10 minuti e poi fate raffreddare. Affettate i pomodori e allargate le sfoglie di mozzarella e tagliatele in tre parti. Su un’altra teglia foderata con carta forno, disponete una schiacciatina, poi distribuite parte delle melanzane, uno strato di pomodori un pizzico di sale, uno di pepe e qualche foglia di basilico e un terzo del foglio di mozzarella. Continuate così fino a coprire con la schiacciata con i tagli obliqui. Finite con altre melanzane e pomodori. Realizzate nel medesimo modo anche l’altra millefoglie e infornate a 200° per 10 minuti. Prima di servire, tagliata a fette, irrorate con un filo d’olio extra vergine d’oliva.

ma com’è che non li avevo fatti mai?

pitoni messinesi_00000
Cose, cose, cose da pazzi, in tant’anni di onorato servizio cuciniero, mai li fici. Vergogna!
I pitoni (o pidoni) messinesi sono un cibo da asporto tipico della provincia di Messina; sono calzoni farciti con indivia, tuma, pomodoro e pezzetti d’acciuga, praticamente la versione infagottata, della focaccia messinese, in un impasto brioches. Il segreto lu voi sapiri qual è?
La cottura.
Vergognosamente fritti sono.
Per ottenere 19 pitoni ho impastato 350 g di farina 0 e 350 g di semola di rimacinato con 350 ml di latte tiepido, 60 g di strutto, 40 g di olio extra vergine d’oliva, 60 g di zucchero, 15 g di sale, 15 g di miele d’acacia, 12 g di lievito. Mettete la farina nell’impastatrice (o lavorate di olio di gomito), sbriciolatevi il lievito, unite lo zucchero e lo strutto a pezzetti, impastate aggiungendo poco alla volta il latte, il sale, l’olio e il miele. Realizzate una palla, ponetela, dentro una ciotola coperta con un canovaccio, dentro il forno spento con la luce accesa. Fate lievitare fino al raddoppio. Se dovete mangiarli la sera vi consiglio di impastare la mattina per consentire la lenta lievitazione. Nel pomeriggio riprendete l’impasto e porzionatelo in palline di circa 68g ciascuno; infarinate una spianatoia di legno e poggiate le palline  per la seconda lievitazione, coprite con un canovaccio.
Nel frattempo preparate il ripieno; lavate e asciugate un piccolo cespo di lattuga indivia, tagliatelo a pezzetti e mettetelo in un contenitore. Lavate 300 g di pomodorini datterino, tagliateli a metà, metteli in un colapasta e salateli; elimineranno l’acqua di vegetazione. Riducete in piccoli pezzi 300 g di tuma o formaggio dolce tipo Galbanino. Spezzettate delle acciughe sott’olio e collocate tutti gli ingredienti in successione sul piano di lavoro.
pitoni messinesi_00001
Non dimenticare di disporre anche una ciotolina piena d’acqua. Prendi una pallina di pasta, stendila, con le mani o con il matterello, sul piano leggermente infarinato, realizzando un disco sottile. Metti al centro due pezzetti di acciuga e una piccola parte di ogni ingrediente preparato; intingi gli indici nell’acqua e bagna il contorno del disco; chiudi il pitone e sigillalo prima con le dita e poi con i rebbi di una forchetta. In una friggitrice o in una pentola colma d’olio, friggi due pitoni per volta. Dopo la cottura, poggiali su carta assorbente coperti con un foglio dall’alluminio per mantenerli caldi.
pitoni messinesi_00003

 

mare di Sicilia

Bastano i raggi di un sole caldo ma lèggio di maggio, per rasserenare il mio animo; chi mi conosce sa perfettamente che d’inverno il mio umore è parecchio mutevole, diventa scurusu se la giornata appare scurusa al mio risveglio. Anche nella bella stagione capita che all’orizzonte ci siano nuvole cariche di pioggia, come oggi. Ecco, oggi il mio umore annegherà assamarato d’acqua. Meteoropatica sugnu, accussì si dice in italiano. Aspetto che cominci, per me, il periodo più bello dell’anno, caldo estivo e passate di scirocco che tolgono il fiato. AH! Finalmente, caldo e mare a tinchitè. Ma il mare smorca il pititto e cosa c’è di meglio di una focaccia da portare in ripa di mari per fare un pic-nic e, perché no, festeggiare un compleanno speciale sulla spiaggia? Buon compleanno mamà! Com’è il tempo da te?
La ‘mapanata è una focaccia di derivazione spagnola, la empanada: un pasticcio di carne, pesce o formaggio avvolto in pasta di pane. In Sicilia sono presenti due tipologie di impasti per fare le ‘mapanate, uno di pane e l’altro più simile ad una frolla. Un modo opulento di servire una pietanza, uno scrigno che cela la meraviglia delle meraviglie 😀
Quella che vi propongo, può essere servita come antipasto ma anche come secondo, accompagnata da una insalata di pomodori freschi e aglio a pezzi grossi.

‘Mpanata di alici
per 4 cristiani
per l’impasto:
500 g di semola di rimacinato di grano duro
10 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
350 ml di acqua tiepida
un cucchiaino di zucchero
11 g di sale
per il ripieno:

500 g di di alici fresche
uno spicchio d’aglio
5 rametti di timo
25 g di capperi sotto sale
80 g di pangrattato
2 pomodorori sodi
olio extra vergine d’oliva
sale aromatizzato alle erbe
pepe macinato al momento

Preparate la pasta mettendo nella planetaria la farina e il lievito sbriciolato; accendete la macchina al minimo, impastate aggiungendo l’acqua tiepida in cui avrete sciolto lo zucchero e infine unite il sale e l’olio. Otterrete un impasto molto idratato e appiccicoso, coprite con un canovaccio e fate riposare nel boccale della macchina per mezz’ora. Nel frattempo lavate e diliscate le alici sotto l’acqua corrente, tamponatele con della carta assorbente e mettetele da parte. Infarinate, con la semola, il piano di lavoro adagiate l’impasto e, con le mani infarinate, allargatelo e fate un giro di pieghe, mettetelo in una ciotola coperta con un canovaccio umido dentro il forno spento con la luce accesa; fate lievitare per due ore.  Preparate il ripieno mescolando in una ciotola il pangrattato con le foglioline di timo lavate e asciugate, i capperi e l’aglio tritati finemente.Spolverate il piano da lavoro con abbondante semola di rimacinato, stendete l’impasto lievitato con le dita, allargandolo, poi, con il mattarello, stendete una sfoglia rotonda sottile e adagiatela sul pizza stone (o dentro una teglia  antiaderente) precedentemente spolverato con semola di rimacinato; distribuite un filo d’olio su tutta la superficie aiutandovi con pennello oppure con le dita. Su metà del cerchio di pasta, sistemate a strati metà del pangrattato aromatizzato, le alici, i pomodori tagliati a fette e un filo d’olio, salate con il sale alle erbe, finite con il pangrattato e una spolverata di pepe nero. Sovrapponete l’altra metà della pasta e sigillate la parte inferiore  su quella superiore intrecciando i bordi.Infornate in forno caldo a 190°C per 35 minuti. Sfornate e servite tiepida 

la regina

Amo la pizza e adoro farla in casa; la magia dell’impasto che lievita mi ha sempre affascinato, mi sembra, quando lievita, un premio alla costanza 🙂 un bel giorno, perché bello per forza addiventò, incocciai la ricetta del Maestro Bonci sul blog di Sarah Fel…l’amore a quel punto è lievitato come un impasto al calduccio. Considerando però, che per la ricetta del Maestro, ci vuole molta più costanza e tempo, ho alterato n’anticchia la sua adattandola a mia.

300 g di farina tipo 0
200 g di semola di rimacinato di grano duro
350 ml di acqua tiepida
un cucchiaino di zucchero
12 g di sale
10 g di lievito di birra fresco
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva

Mettete le farine nella planetaria e sbriciolate sopra il lievito, fate partire la macchina al minimo e aggiungete poco alla volta l’acqua tiepida con lo zucchero sciolto dentro. Aggiungete il sale e l’olio continuando a impastare. Appena l’impasto incorda è pronto, sarà molto umido. Togliete il gancio, coprite con un canovaccio e lasciate riposare per una ventina di minuti nell’impastatrice. Riprendete l’impasto, trasferitelo sulla spianatoia spolverata con della semola di rimacinato e, con le mani infarinate, date qualche giro di pieghe. Ponete dentro una ciotola coperta e fate lievitare, nel forno spento con la luce accesa, fino al raddoppio: circa un’ora e mezzo in questo periodo caldo. Riprendete l’impasto, se desiderate delle pizzette staccate circa 130 g di pasta e stendetela allargandola con le mani, è molto idratata e si stende facilmente,  fate lo stesso con il resto della pasta; se invece volete due pizze standard dividete in due l’impasto e allargatelo sulla spianatoia o se lo avete sul pizza stone leggermente riscaldato in forno e abbondantemete cosparso di semola di rimacinato. La cottura sul pizza stone distribuisce il calore in maniera uniforme e rende croccante la pizza, come tirata fuori dal forno a legna.

Condite le pizze come più vi piace, io adoro la regina delle pizze, la Margherita: condita semplicemente con il pomodoro fresco tagliato a rondelle. Dopo aver steso l’impasto distribuisco un giro d’olio extra vergine d’oliva, il momodoro e qualche oliva; spolvero con del sale grosso e una macinata di pepe, inforno per circa un quarto d’ora a 200°C nella parte bassa del forno. Trascorso questo tempo, tiro fuori e cospargo con della mozzarella tagliata fine, ripasso in forno per pochi minuti ancora. Prima di servire, condite con un filo d’olio crudo e basilico oppure con delle foglioline di origano fresco come ho fatto io. 

mamma mi fai i pancake?

Maròòòò con queste americanate!Mia figlia, puntualmente ogni fine settimana, mi pone la fatidica domanda. ‘Sti picciriddi d’oggi mangiano pane e America, il Mc di qua e il Mc di là e la Coca Cola e le patatine fritte a bastoncino dentro il cartoncino colorato a strisce…Io non ci sto! ‘A và manciati stu piatto di pasta come t’ha fà to matri e passa pà casa! Traduco per i non residenti sull’Isola: “mangia questo piatto di pasta come te lo prepara la mamma, e vai a casa.” Va beh, direte voi, i pancake sono un’altra cosa, sanno di casa, di calduccio, di domenica mattina, sanno quasi di famiglia felice raccolta attorno al tavolo la mattina a colazione, sanno proprio di buono. Sono d’accordo, allora faccio una deroga alla mia ignoranza, perchè di quello si tratta quando si chiudono le porte al nuovo che avanza, e mi lancio in questa preparazione che in verità preparo già da tanto con la ricettuzza di Enza, facile e veloce senza bisogno di aspettare la lievitazione. Oggi però ve ne propongo un’altra che arriva direttamente, UDITE UDITE, dagli Stati Uniti eh si! Mia è una lettrice del blog e ormai, dopo tanto scriverci, posso asserire che è una mia amica; la sua famiglia, manco a dirlo è di origine italiana, veneta per la precisione, lei mi ha regalato molti consigli e ricette una tra le quali questa, amunì pigghiatevi un pizzino. Ah!Sapete che, come altri amici, anche Mia si sta siculianizzando? alla fine della mail mi saluta chiamandomi bedda ahahahah
Questa è la ricetta originale che mi ha mandato Mia.

  • 1 bustina di lievito di birra (7g)
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 2 1/2 tazze  di latte tiepido
  • 2 uova
  • 1/2 tazza di burro fuso
  • 2 1/2 tazze di farina
  • 1 cucchiaio di sale
  • 1/2 tazza di avena (fiocchi)
  • 1 cucchiaio (piccolo) di cannella 

io ho convertito la ricetta in grammi, aggiunto e omesso qualcosa, quando l’ho comunicato a Mia mi ha detto:” Ti ho inviato qualche misure, ma in realta’ non ti preoccupare molto xche’ ogni ingrediente, ogni contenitore, sono sempre cose diverse in ogni casa. Forse la farina prende piu’ liquido, la tazza e’ un po’ piu’ grande, etc. quindi se le misure non sono perfette non importa molto; il piu’ importante e’ l’opinione della cuoca!  :D”
E’ adoraile non trovate anche voi? Scrive benissimo in italiano, ha fatto tanti progressi; lei fa pratica ed io rimango ignorante 🙂
Grazie MIA :*  
per una decina di pancake cotti in un padellino dai bordi molto bassi da 17 cm di diametro
50 g di zucchero ma aumenterei a 70 almeno poi dipende con cosa li accompagnate
592 g di latte tiepido
469 g di farina 0
2 uova
115 g di burro fuso (tiepido)
4 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
La sera prima, sciogliete il lievito nel latte, aggiungete lo zucchero e fate riposare una decina di minuti. Aggiungete gli altri ingredienti delicatamente con una frusta a fili, coprite con la pellicola per alimenti e lasciate lievitare circa otto ore nel forno spento con la luce accesa. Trascorso il tempo necessario otterrete una pastella densa e alveolata, ungete un padellino per pancake con del burro, prelevate poco meno di un mestolo di composto, versatelo nel padellino e distribuitelo con una spatolina di metallo, cuocetelo da ambo i lati a fuoco lento. Mangiateli tiepidi con lo sciroppo d’acero classici all’americana o con la Nutella per fare una amichevole allenaza con l’Italia (ma anche con il miele, la cioccolata calda e tutto ciò che appaghi il vostro gusto).

l’Amore è una cosa meravigliosa


l’Amore con la A maiuscola, nell’accezione più ampia del termine abbraccia, accoglie, accomuna e appassiona. E qui vi devo chiedere una riflessione raccogliendovi tutti all’appello. Considerato che ci stiamo proiettando verso una giornata dove l’Amore viene osannato…il 14 febbraio (lo ricordo ai distratti), perché non partecipate al contest sull’Amore “Cucinando con il cuore”? La ricetta che ho pensato per questo evento la dedico con Amore alla mia Cummari, questa è la sua corona abbracciata,  io l’ho rifatta per legarmi  a lei con questo abbraccio che la rete ci permette di realizzare anche a infiniti chilometri di distanza. Anche questo è Amore.
Dai orsù, partecipare è facile, realizzate una ricetta romantica corredata da foto, andrà bene una qualsiasi portata, dall’antipasto al dolce purchè sia inedita e preparata appositamente per questo contest..
La giuria, capitanata da Riccardo, Valentina e Lory di Cucinando sarà composta da

Pippi di Io…Così come sono…
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e Uva passa

Valentina di L’aroma del caf
ed io
La valutazione si baserà sull’appetibilità della ricetta, la presentazione e in ultimo, ma non per importanza, la fotografia del piatto.Quindi, figghioli miei, dateci dentro.
Questi saranno i premi della Emile Henry
Primo classificato: Set Tarte Tatin
.
Secondo classificato: Set Foie Gras
 
Terzo classificato: pirofila da forno 
Partecipare è facile, se avete un blog postate la ricetta, la foto del piatto e il banner del contest. Inserite il link a questo post oppure, se non avete un blog, inviate ricetta e foto all’indirizzo e-mail valentina.brida@gmail.com 
Potete partecipare a partire da oggi 16 gennaio fino alla mezzanotte del 19 febbraio 2012
La corona dell’amore vero che abbraccia senza confini
dedicato alla mia cummaredda che abita in Via delle Rose, Paris
500 g di farina manitoba
80 g di farina integrale
12 g di lievito fresco
200 g di latte condensato zuccherato
2 uova
1/2 cucchiaio di cardamomo in polvere
50 g di burro morbido
Per la farcia
100 g di burro molto morbido
100 g di zucchero di canna scuro (cassonade)
100 g di polvere di nocciole (nocciole tostate e mixate finemente)
1 cucchiaio di cannella in polvere
zucchero a velo
Sciogliete il lievito in una ciotola con 125 ml di acqua tiepida e lasciate riposare per qualche minuto. Nel frattempo sbattete le uova e mescolatele con il latte condensato in un altro recipiente.
Versate le due farine setacciate nella planetaria, aggiungete un pizzico di sale e il cardamomo; fate un buco al centro, versate il lievito sciolto nell’acqua, il latte con le uova e azionate la macchina al minimo, io ho usato il gancio. Mescolate per un paio di minuti poi aumentate di poco la velocità e aggiungete il burro morbido a pezzetti. Continuate a sbattere per 5/8 minuti finché l’impasto prende una forma liscia e omogenea. Se occorre aggiungete poca farina. Ungete una ciotola con dell’olio, ponete dentro l’impasto, coprite con la pellicola e fate lievitare dalle due alle tre ore. Trascorso questo tempo preparate la farcitura: mescolate il burro, lo zucchero, le nocciole ridotte in polvere (la cummari mette anche la cannella dentro questo composto). Riprendete la pasta, mettetela sul piano di lavoro e abbassatela con le mani. Con un matterello stendetela più finemente possibile formando un rettangolo. E’ importantissima questa fase. L’impasto gonfierà ancora quindi, per avere ottenere una bella corona, realizzate un rettangolo sottile. Con una spatola, cospargete la farcia sul rettangolo di pasta, arrotolatelo dal lato lungo e tagliatelo per tutta la sua lunghezza. Intrecciate insieme i due pezzi ottenuti e chiudete a ciambella.Ponete la corona su di una teglia foderata con carta forno, copritela a campana cioè coprite con una ciotola di plastica o di metallo io l’ho riscaldata precedentemente con dell’acqua bollente, asciugata e poi posizionata sul dolce, lasciatela riposare per 20 minuti circa o finchè non sia ben gonfia. Preriscaldate il forno a 180°C, infornate per 25/30 minuti circa. . Sfornatela e cospargetela con cannella e zucchero a velo, mangiatela tiepida. 

…è ancora tempo di castagne?

va beh, niente ci fa; per fare questi paninetti non vi servono le castagne ma la farina e quella la trovate tutto l’anno chissenefrega? Io al Natura Sì l’accattai!
Sti panuzzelli la prossima volta li faccio con i semi di lino ci pensavo già da tempo, murmuriavo tra me e me, “li faccio così, poi ci metto i semi e bla, bla, bla”. Accattai i semi e… mi scurdai. Marò ma come devo fare? Ho la testa leggìa.
Amunì, impastate 80 g di farina Manitoba, un cucchiaino di zucchero e 10 g di lievito sciolto in 150 ml di acqua tiepida. Fate riposare in un luogo riparato da correnti, coperto con un canovaccio per almeno un’ora. Impastate poi 400 g di farina Manitoba con 250 g di farina di castagne, aggiungete 100 g di strutto e un cucchiaino di miele di castagno. Fate un buco al centro dell’impasto e versate il lievito sciolto; in un angolino mettete 10 g di sale e impastate. Otterrete un impasto molto morbidoe appiccicoso. Realizzate una palla e fate lievitare per un paio d’ore nel forno spento con la luce accesa. Trascorso il tempo necessario, lavorate ancora l’impasto e realizzate delle palline di circa 70 g poggiatele su una teglia foderata con carta forno e rimettete in forno sempre spento ma con la luce accesa. fate lievitare ancora un’ora circa. Riscaldate il forno a 180°C e infornate i panuzzelli fino a cottura, circa 16 minuti. Mangiateli farciti con salumi piccanti e dai gusti decisi.

mi sa che vi toccano questi paninetti

il giorno in cui il mondo fa il pane

E’ arrivato finalmente! Questo è un bel giorno, il world bread day. Oggi dobbiamo cuocere il pane per la giornata mondiale del pane. Impastate il vostro pane e condividetelo con amici e parenti. Il profumo che si sprigiona in casa è fantastico.

spighe di grano saraceno 
per 4 spighe da circa 200 g
il giorno prima o la mattina per la sera preparate la poolish
150 ml di acqua tiepida
150 g di farina 00
1 g di lievito di birra fresco
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida; aggiungete la farina e amalgamate, otterrete un impasto molto liquido. Coprite con una pellicola e fate lievitare in un luogo riparato dalle correnti per 8 ore.
Il giorno dopo o la sera, mettete la poolish nell’impastatrice (o impastate a mano) insieme con
210 ml di acqua tiepida (in cui scioglierete il lievito)
330 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno macinata a pietra
17 g di lievito di birra fresco
10 g di sale
un cucchiaino di succo di limone
se l’impasto dovesse essere troppo umido aggiungete poca farina viceversa un goccio d’acqua. Dividete l’impasto in 4 pezzi. Prendete il primo pezzo e stendetelo con un matterello su un piano leggermente infarinato, formate un rettangolo con il lato lungo verso di voi. Ripiegate la pasta sempre verso di voi e stendetela con il matterello, fatelo ancora una volta. A questo punto l’impasto sarà lungo e stretto piegate una punta sull’altra, stendete ancora la pasta e arrotolate il filoncino. Fate questa operazione con gli altri pezzi d’impasto. Metteteli poi a lievitare per circa 45-60 minuti su una teglia foderata con carta forno dentro il forno spento con la luce accesa. Foderate un’altra teglia con la carta forno, disponete due filoncini e con una paio di forbici modellate le spighe facendo dei tagli sulla superficie e poi sui laterali del pane, alternandoli prima a destra e poi a sinistra. Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 220°C, mettete una piccola teglia con acqua bollente sul fondo del forno, chiudete e fate sprigionare il vapore poi infornate due spighe alla volta per 20-25 minuti. Controllate la cottura del pane battendo il fondo delle spighe se suona “vuoto” è cotto. Per colorire il pane accendete il grill per qualche minuto.