cotto al vapore, leggera consistenza

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eccomi, dopo un’assenza notevole, un mese e più!
Ti propongo un piatto leggero, a lavata di faccia devo proprio proportelo, il prossimo post magari lo dedico a qualcosa di più licco, godurioso e grasso…  sempre che lo vorrai.
Per una mano ti ringrazio per essere passato da qui (sempre e comunque,) per avermi chiesto lumi sulla fine di questo blog, per non avermi abbandonato. Essendo questo, il primo post dell’anno, ti auguro una buona vita andando a cominciare, mano manuzza, con questo paolotto, cotto al vapore, di un kg e duecento grammi di peso.
Era bellissimo, con una bella carne soda, tritrigno, una bellezza!

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Ho preso:
Un paolotto da kg 1,200
una grossa arancia
due carote
due finocchi
due rametti di maggiorana
olio extra vergine d’oliva
sale
pepe
Pulisci ed eviscera il paolotto, pela a vivo l’arancia, raccogli il succo e metti un paio di scorze nell’acqua della vaporiera. Nel mio cuocivapore XXL del Cook Expert Magimix ho messo un foglio di carta forno, distribuito un giro d’olio extra vergine d’oliva, adagiato le verdure dopo averle pulite e affettate e infine salate. Ho posizionato il pesce, salato e pepato sia internamente che esternamente, massaggiando per bene. In ultimo l’ho coperto con le fette di arancia, irrorato con un filo d’olio e il succo dell’arancia. Ho chiuso con il coperchio e azionato il Cook Expert con la funzione automatica “vapore” aumentando il tempo di cottura a 40 minuti. Il tempo varia dal peso dell’alimento da cuocere.
A cottura ultimata, sfiletta il pesce e servi con qualche fetta di arancia e le verdure cotte, irrora con un filo d’olio crudo.

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corona di pane alle noci e parmigiano

 

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avevo l’aria stanca qualche giorno fa, sarà da imputare  alla primavera che stenta a partire, questo tempo uggioso, oppure è “aprile dolce dormire”. Mi sento con una marcia indietro innestata ma sono certa che si tratta di un momento passeggero, tornerò in forma e soprattutto più sveglia, almeno lo spero, nel frattempo tra uno sbadiglio e l’altro ho impastato questa corona da farcire come più ti piace. Impastare il pane è un’attività rilassante che concilia un pisolino tra una lievitazione e l’altra, mi sembrò una bellissima idea.

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per il lievitino:
10 g di lievito di birra fresco
50 g di acqua
50 g di farina di tipo 0
per l’impasto:
350 g di farina di tipo 0
150 g di semola di grano duro rimacinato
250 ml di acqua20 g di zucchero di canna
8 g di sale
40 g di burro fuso più quello necessario per ungere la teglia
semola di rimacinato per lo spolvero
130 g parmigiano grattugiato con una grattugia a fori grossi
150 g di noci sgusciate e tritate grossolanamente
Prepara il lievitino sciogliendo il lievito in una ciotola con l’acqua e la farina. Copri con la pellicola e poni nel forno spento con la luce di cortesia, accesa per circa trequarti d’ora. Monta il gancio impastatore nella planetaria, mescola le farine con lo zucchero e il burro fuso freddo, aggiungi il lievitino e, poco alla volta, l’acqua, procedendo con l’impasto fino a quando incorda attorno al gancio, aggiungi le noci e continua a impastare. Trasferisci l’impasto dentro una ciotola leggermente unta d’olio, copri con la pellicola e fai lievitare dentro il forno spento con la luce di cortesia accesa, fino al raddoppio. Trascorso il tempo di lievitazione, versa l’impasto lievitato su una superficie leggermente infarinata; realizza 11 pezzature da 100 g l’una, schiaccia ogni pezzo appiattendolo, metti al centro una manciata di parmigiano, richiudi i lembi verso il centro sigillandoli, ruota il panuzzello e alloggialo dentro una cavità del cuoci pane imburrato e infarinato. Realizza altre sette palline di impasto ripiene e completa la corona, le altre ponile vicine vicine dentro le pain. Chiudi il coperchio e fai lievitare ancora un’ora circa. Spolvera i panuzzelli con un po’ di semola di rimacinato e incidi con una lametta per segnare dei disegni sull’impasto. Passa in forno caldo a 220°C per circa 30 minuti, tira fuori dal forno e fai raffreddare un po’ prima di servire.
Se ti piace li puoi farcire con confettura di cipolle ma, ti dirò che l’ho provati con la marmellata di melangolo e non ti posso dire quanto sono buoni.

senza titolo

ce l’ho qui la brioche

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Adoro questo stampo di Emile Henry, mi piace portarlo in tavola appena tiepido (mi piace con tutti gli strumenti di cotture Emile Henry, in effetti) colmo della brioche di turno.

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Oggi la ricetta è scopiazzata da quel magnifico libro di Sabrine d’Aubergine, “Fragole a merenda” di Guido Tommasi Editore. Spero che Sabrine non me ne vorrà, ho leggermente manipolato la ricetta, solo un pochino però, per adattarla alle mie esigenze. Ma lei, che la conosce bene, vedrà che si discosta davvero poco; forse la cosa più evidente è che ho usato uno stampo singolo, mentre lei usa quelli nichi, realizzando tante briochine e in ultimo, ma non per importanza, io ho preferito diminuire il lievito e aumentare il tempo di lievitazione. La cosa che mi ha stuzzicato di più è l’impasto, particolare.

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Ad ogni modo, ecco i processi da seguire per realizzare questa ciavurusa meraviglia.

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Brioche alla vaniglia e zafferano.

Ingredienti per iniziare:
( le parti cancellate sono quelle che ho variato, attribuendo le mie modifiche)
1 bustina di zafferano
50 ml di acqua bollente
1 baccello di vaniglia
100 ml di latte panna
20 g di zucchero semolato di canna chiaro
un cucchiaio abbondante di yogurt 50 g di yogurt greco
25 10 g di lievito di birra fresco
comincia sciogliendo lo zafferano nell’acqua bollente, copri con un piattino e metti da parte. Metti sul fuoco, dentro un pentolino, la panna con i semi di vaniglia liberati dal baccello e il baccello stesso, in infusione. Porta a bollore e spegni per fare raffreddare, dopo elimina il baccello. Aggiungi lo zucchero, lo yogurt e il lievito sbriciolato. mescola con le dita finché senti che il lievito è totalmente sciolto nel miscuglio. Copri con la pellicola e fai riposare fino a quando sarà raddoppiato di volume.

 

ingredienti della seconda fase:
400 g di farina Manitoba
100 g di farina di tipo 00 tipo 2 con germe di grano
60 g di zucchero semolato di canna chiaro
2 uova
50 g di burro più quello per ungere la ciotola per la lievitazione e lo stampo per la cottura
per la finitura, due cucchiai di yogurt e un cucchiaio di zucchero semolato un cucchiaio di yogurt greco emulsionato con un cucchiaino di sciroppo d’acero e una manciata di zucchero di canna.
Mescola le farine con lo zucchero dentro la planetaria (Sabrine impasta a mano, da qui in poi accattati il libro perché per il procedimento io ho fatto lavorare la macchina, al mio posto, chiedo venia), fai un buco nel centro e versa la mistura di lievito facendo attenzione che non fuoriesca dal buco. Con un cucchiaio, dolcemente, copri il lievito con poca farina, senza mescolare, lascia lievitare al riparo da correnti ma senza coprirlo, anzi, come suggerisce Sabrine, guarda come si innalza, lievitando, portando in alto il mix di farina formando delle crepe. Uno spettacolo davvero.
Fondi il burro a fuoco dolce, lascialo intiepidire, mescolalo alle uova, all’acqua con lo zafferano sbattendo con una forchetta o una frusta a fili; rovescialo dentro la planetaria e, con il gancio, comincia a impastare a bassa velocità fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. Aumenta di poco la velocità della macchina, per arrivare all’incordatura dell’impasto al gancio. Imburra una ciotola pulita, realizza una palla con l’impasto e mettilo a lievitare dentro la ciotola coprendo con la pellicola. Poni in un luogo, al riparo dalle correnti per tutta la notte. la mattina dopo accendi il forno a 180°C, recupera l’impasto, lavoralo sgonfiandolo delicatamente, ricomponi la palla e adagialo dentro lo stampo precedentemente imburrato e infarinato, copri con un telo pulito e fai raddoppiare di volume in un luogo riparato da correnti d’aria fredda. Il tempo di cui avrai bisogno sarà determinato dalla temperatura ambiente.

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Spennella la brioche con la mistura di yogurt e sciroppo d’acero, cospargi la superficie con una manciata di zucchero di canna e inforna per circa 20 minuti, copri con un foglio d’alluminio e prosegui la cottura per ancora 20 minuti circa. Fai la prova stecchino per saggiare la cottura interna. Sforna e fai raffreddare prima di sformare il dolce.

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Pane con cavolo nero e ciliegino secco

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Un pane morbido con una crosticina croccante tutta tempestata di semini che cronciano sotto i denti; perfetto per un aperitivo  ma anche come accompagnamento a carni e salumi. Prova a tagliarlo a dadini, saltali in padella con un filo d’olio e poi tuffa i crostini in un brodo o in uno stufato, usali anche come parte croccante su un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino!
Energia, soddisfazione e sapore emozionale, tutto in un pane fatto in casa.

Pane in cassetta con cavolo nero e pomodoro ciliegino secco

290 g di farina di Tumminia
310 g di grano tenero di tipo 2 con germe di grano
10 g di lievito di birra fresco
100 g di acqua
100 g di farina
70 g di malto d’orzo
60 g di strutto
50 g di pomodorino ciliegino secco, sott’olio
350 ml di acqua circa
100 g di foglie tenere di cavolo nero
uno spicchio d’aglio nero
sale affumicato
olio extra vergine d’oliva
pepe
semi misti

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Taglia in due lo spicchio d’aglio, ponilo in un tegame con un cucchiaio d’olio  e soffriggi qualche istante. Aggiungi le foglie di cavolo, precedentemente mondate e lavate, tagliate grossolanamente, aggiungi un paio di cucchiai d’acqua e fai stufare per circa 5 minuti con il coperchio. Quando l’acqua è evaporata, elimina l’aglio, aggiungi il sale affumicato e una macinata di pepe.
Prepara il lievitino sciogliendo  in un contenitore il lievito con l’acqua, il malto e la farina, mescola e poni in un luogo tiepido per circa mezz’ora. Impasta le farine con lo strutto, aggiungi il lievitino e continua a impastare aggiungendo l’acqua (poca per volta, potrebbe bastarne anche meno o poca in più). Aggiungi il sale, il cavolo scottato e i pomodorini e continua a impastare.
Otterrai un impasto morbido e appiccicoso, ungi le mani con poco olio per potere lavorare l’impasto e realizza una palla che porrai a lievitare per circa un’ora e mezza dentro il forno spento con la luce accesa.

pane cavolo nero_00002Trascorso questo tempo, imburra lo stampo per il pane in cassetta, cospargi di farina ed elimina quella in eccesso. Recupera l’impasto fai qualche piegatura e rotolalo sul mix di semi realizzando un salsicciotto, adagialo dentro lo stampo, chiudi con il coperchio e rimetti nel forno spento per circa 40 minuti. Controlla che l’impasto sia cresciuto, tiralo fuori dal forno, accendi il forno e portalo a  180°C. Cuoci il pane per 40 minuti, poi aumenta la temperatura a 200 per circa 10 minuti ancora. Sforna e fai raffreddare un po’ prima di tirarlo fuori dallo stampo e farlo raffreddare completamente.

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digressioni

 

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Digressioni, dicevo… ma picchì, diresti tu; cammini su un terreno consolidato, un percorso conosciuto, giustamente ti potresti chiedere: all’urtimata picchì?
MAH! Che ti devo dire a me piace assai divagare, prendere altre strade, incrociare quella maestra, salire, scendere e tornare, anche. Penso che se resti ancorato alla boa ti puoi allontanare ma non ti puoi perdere. A me piace nuotare al largo ma mi piace, dopo tante bracciate, girarmi e vedere la costa. Mi rassicura. So che posso andare ma anche tornare.
Come giudichi un comportamento simile? Un vorrei ma non posso?
Sappimi dire, intanto ti cuntu chi cumminai cu ‘ste triglie. Ho divagato, spero ti piaccia.
Mentre ti scrivo, ricevo degli apprezzamenti sulla foto appena pubblicata sulla pagina di scorzadarancia su Facebook. Delle amiche che apprezzano il sapore di questo pesce. Maria Pia e Benedetta, ancora non sanno cosa ho combinato, spero tanto si fidano di me al 100%
Teglia di triglie e fichi d’India

per due persone:
sei triglie medie
2 zucchine
4 fichi d’india
4 cipollotti di Tropea
qualche foglia di alloro
sale
pepe
noce moscata
olio extra vergine d’oliva

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In effetti che ti devo cuntari? Questa non è una ricetta vera e propria, di quelle che devi misurare gli ingredienti.
Sporca la teglia con l’olio, affetta i cipollotti molto sottilmente, e distribuiscili sul fondo della teglia, affetta le zucchine, sottili anch’esse, e realizza un bel suolo sopra le cipolle. spolvera un po’ di sale, pepe macinato al momento e una grattatina di noce moscata. Sbuccia i fichi d’India e tagliali a rondelle, distribuiscili a sentimento sulle zucchine. Pulisci le triglie e squamale, adagiale sulla stratificazione di frutta e verdura, spolvera ancora di poco sale, pepe macinato al momento e una grattatina di noce moscata, finisci con le foglie di alloro e un giro d’olio. Chiudi il coperchio, inforna a 200°C per una ventina di minuti, non esagerare con la cottura picchì le triglie pesce delicato è.
Non so se hai mai visto “L’aria del continente” di Martoglio. Non facciamo che ti senti tutta come Milla Milord e sputi i “noccioli” di fico d’India?

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corona di panbrioche alla zucca

 

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Gli strumenti di cottura Emile Henry sono assolutamente impareggiabili e non lo dico per piaggeria ma con cognizione di causa.
Ti cuntu picchì: ho realizzato questa corona di pan brioche e, volutamente, ho realizzato gli 8 panuzzelli più piccoli per ottenerne uno in più da cuocere in maniera tradizionale. La differenza c’è e si tocca con mano. A fine cottura il pane cotto nel cuoci pane è molto più panbrioscioso e morbido dell’altro, cotto tradizionalmente.
Quindi, se mi chiedi: ma posso realizzare questa ricetta senza il supporto di Emile Henry?
La mia risposta è no, se vuoi ottenere un prodotto morbidissimo.

250 g di farinaManitoba integrale
250 g di farina di tipo due con germe di grano
200 g di polpa di zucca
120 ml di latte
10 g di lievito di birra fresco
50 g di zucchero di canna + un cucchiaino per il lievito
un uovo
60 g di burro morbido
un pizzico di sale
noce moscata

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Miscela le farine e mettile da parte. Taglia la zucca a fette e cuocila a vapore per 20 minuti, quando sarà fredda frullala. Sciogli il lievito nel latte tiepido con un cucchiaino di zucchero; poi poni la miscela in una ciotola, aggiungi 50 g del mix di farine, mescola per amalgamare e fai riposare mezz’ora, coperta. Nell’impastatrice metti le farine, lo zucchero e la miscela con il lievito, fai partire la macchina, aggiungi la polpa di zucca e in ultimo il sale. Mentre la macchina lavora unisci l’uovo e il burro a pezzetti. Otterrai un impasto molto morbido. Versa l’impasto su una spianatoia spolverata di farina, allargalo e piega i lembi verso l’interno in senso antiorario. rigira la palla di pasta, mettila dentro una ciotola, incidila a croce e falla lievitare fino al raddoppio dentro il forno spento con la luce accesa. Riprendi l’impasto, lavora ancora con le mani leggermente infarinate, realizza un salsicciotto, taglia dei pezzetti di circa 100 g, realizza delle palline che, legherai con dello spago da cucina, come se fossero dei piccoli regali da confezionare, formando 8 spicchi. Metti i piccoli pacchetti nello stampo a corona Emile Henry, precedentemente imburrato e infarinato, copri con il coperchio e fai lievitare 20 minuti ancora. Inforna in forno caldo a 210°C per circa 40 minuti, poi togli il coperchio e fai dorare la superficie della corona. Sforna e fai raffreddare prima di sformare.

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cedevole torta di mele

 

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Quante ricette esistono al mondo di torte di mele? Un delirio, davvero! e mi fermo alla parte dolce picchì se sbordiamo nel salato non ce ne usciamo più, potremmo scrivere un trattato. E non mi pare il caso.
La cosa bella è che è sempre la stagione giusta per sfruttare le mele in cucina per questo mi piace approfittarne sempre e poi, basta davvero poco per dare voce e corpo a una torta, per intrattenere i picciriddi in un pomeriggio uggioso o anche solo per ciavuriare la casa  di un profumo che sa di ricordi e di buono.
In questa ricetta ho previsto nell’impasto, una composta di mele senza zuccheri aggiunti che ho preparato per le mie colazioni leggere; il concetto è che mi piace assai il sapore della mela ma molto spesso, se le mele sono tagliate a cubetti troppo grossi, non impazzisco per la consistenza che assumono in cottura; la decorazione delle fettine tagliate sottili invece la gradisco eccome! La mela già cotta, all’interno, regala alla torta una tonnellata di morbidezza, sofficissima al tatto e alla mozzicata; la cannella poi finisce l’opera. Provala e poi mi cunti.

Torta di mele morbida morbida
3 uova
320 g di farina di tipo 1
160 g di zucchero di canna
375 g di composta di mele senza zucchero (*)
160 g di burro morbido
una bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
un cucchiaino cannella macinata
una grattugiata di noce moscata
per la finitura:
2 mele
burro a fiocchetti
due cucchiaini di zucchero di canna
zucchero a velo

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Riscalda il forno a 175°C.
Imburra una teglia da 26 cm di diametro, spolvera con della farina eliminando quella in eccesso. Sbatti le uova con lo zucchero, aggiungi il burro morbido, aggiungi la composta di mele continuando a sbattere per amalgamare. Aggiungi la farina a pioggia miscelata con il lievito, la cannella e la noce moscata. In ultimo aggiungi il sale, versa nella tortiera e inserisci le mele tagliate a quarti e detorsolate, distribuisci qualche fiocchetto di burro e lo zucchero per la finitura. Inforna per circa 45 minuti, controlla il grado di cottura inserendo uno stecchino dell’impasto, questo dovrà essere asciutto e pulito. Sforna e fai raffreddare qualche minuto prima di sformare. Se ti piace spolvera dello zucchero a velo sulla superficie della torta.

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(*) per la composta di mele senza zuccheri aggiunti, hai bisogno di:
1 kg di mele
un limone
150 ml di acqua
3 cucchiaini di cannella macinata
lava, sbuccia e detorsola le mele, tagliale a cubetti e ponile nel Cook Expert, aggiungi la scorza del limone con il suo succo e la cannella. Fai partire il programma esperto, velocità 1A, temperatura 100°C per 45 minuti. Quando la composta sarà pronta mettila dentro dei vasetti sterilizzati, chiudili con il coperchio e fai raffreddare capovolti. Consuma la composta nel giro di tre mesi.
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riso rosso, che più rosso non si può

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Hai presente quando, per usare una metafora, si dice cavalcare l’onda?
Ecco, io chiddu fici, m’ittai  su una tavola –attipo– da surf e poi quando arrivò l’onda mi feci trascinare.
Ma, d’altronde, come farne a meno? come evitare una energia simile?. Lei, Adrenalina si chiama, una bella scaRRica te la dà; vuoi o non vuoi.
Quindi, considerando che il suo risotto mi rimase nel cuore, io nni fici uno t’anticchia diverso ma che si sprigiona da quello lì.
per due cristiani:
140 g di riso rosso
1/2 cipolla rossa di Tropea
20 g di olio extra vergine d’oliva
1 grossa melagrana
qualche fogliolina di menta
una grattugiata (abbondante) di noce moscata
1/2 bicchiere di vino bianco mosso
brodo vegetale, quanto basta
20g di parmigiano grattugiato con qualche pezzetto a cubetti
1 cm di zenzero grattugiato
20 g di pinoli tostati
Sale

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Sgrana la melagrana,  3/4 passala nell’estrattore e ottieni il succo, metti da parte quello che resta. Trita la cipolla, ponila in una casseruola con l’olio e rosolala a fuoco leggio. Aggiungi il riso e fai tostare, sfuma con il vino e fai evaporare. Versa un mestolo di succo di melagrana bollente e continua così fino ad assorbimento di tutto il succo. Continua poi con il brodo vegetale, portando a cottura il riso. Sappi che ci vorrà tanto tempo per la cottura di questo tipo di riso. Quando il riso è cotto, spegnete il fuoco, aggiusta di sale aggiungi lo zenzero grattugiato, la menta spezzettata, il parmigiano, i pinoli e i chicchi di melagrana messi da parte.  Chiudi con il coperchio e fai riposare qualche minuto. Servi subito.

un pane che profuma di gelsomino

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e perché no? Ho aspettato otto anni prima di cimentarmi ad aromatizzare con dei fiori qualcosa da mangiare. Quannu fici i biscotti alla lavanda, ci furono pareri contrastanti, quindi, anche se avevo ‘sto pallino di preparare un pane che ciavurasse di gelsomino, ci ho pensato un po’ (forse troppo). Poi mi sono detta: che può succedere?

500 g di farina di tipo due e germe di grano
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
un cucchiaino raso di zucchero
5 g di lievito di birra fresco
10 g di sale
una macinata di pimento
8 g di fiori di gelsomino da raccogliere la sera quando si schiudono
400 ml di acqua per l’infuso più quella che serve per completare l’impasto

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Poni i fiori di gelsomino in una ciotola con 400 ml di acqua, copri con la pellicola e lascia in infusione per tutta la notte. Il giorno dopo filtra l’acqua eliminando i fiori.
Misura l’acqua; io ne ho ricavato circa 200 ml ne ho aggiunto ancora circa 100 ml. Comunque verifica la consistenza dell’impasto mentre lo lavori, potrebbe servirti più o meno acqua.
Nella planetaria metti la farina con il lievito sbriciolato, il pimento e lo zucchero, avvia la macchina, aggiungi l’olio e poco per volta l’acqua aromatizzata con l’aggiunta. In ultimo aggiungi il sale e fai incorporare. Realizza una palla e metti a lievitare dentro una ciotola coperta con uno straccio umido fino al raddoppio.
Riprendi  l’impasto, lavoralo leggermente su una spianatoia, realizza una palla e ponilo nel cuoci pane con il fondo infarinato; chiudi con la cloque e fai lievitare ancora da 20 minuti a mezz’ora.

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Se ti piace la decorazione sul pane fai come ti cuntu: togli la cloque e spolvera con della farina. passa la mano con delicatezza per uniformare la superficie. Con una lametta fai un taglio a croce e dei disegni di foglioline. Guarda questo video della mia amica SarahFel, è espicativo!
Rimetti la cloque e inforna a 230°C per circa 40 minuti. Sfornerai un pane delicatamente ciavurusu al gelsomino con un sentore di garofano. pane al gelsomino_00004

una bella idea

 

tonno_00001ci sono piatti che preparo da sempre ma che non sono presenti in questo diario; picchì, non te lo sacciu diri, probabilmente perché, nonostante non siano delle vere e proprie ricette, restano delle belle idee ma se non mi riesce un bel piatto dal punto di vista estetico, non lo pubblico.
È il caso di questo piatto, una fesseria se vuoi, niente di complicato ma buono e scenografico.  Questa bella idea di avvoltolare il pesce in un gomitolo di patate l’ho letta, un po’ di anni fa, su qualche rivista; non ti seccare, non mi ricordo, forse era un “A Tavola” di duemila anni fa, abbi pazienza. Comunque, il concetto è semplice devi solo munirti di un accessorio magico, nei tempi passati usavo lo schiaccia patate ma non è assolutamente la stessa cosa, fidati. Oggi ho un accessorio Magimix che mi lascia “giocare” con le verdure e, fidati ancora una volta, gli spaghetti di patate vengono favolosi con lo Spiral Expert. Prepararli è facilissimo, peli le patate e le passi nello Spiral Expert, otterrai degli spaghetti fantastici, sembrano veri spaghetti di grano duro ma cotti; li metti in acqua fredda per farli mantenere belli sodi e poi al momento di avvoltolare il pesce li scoli ben bene.
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A questo punto, il gioco è fatto: prendi un trancio di pesce, quello che vuoi, anche “stopposissimo” come il tonno, gli dai una spolverata di sale affumicato, una di pepe garofanato, una massaggiata con un’anticchiedda d’olio extra vergine d’oliva. Avvoltola ogni trancio con gli spaghetti di patate. Poni su una placca foderata con carta da forno leggermente unta d’olio, macina un po’ di sale e un po’ di pepe, inforna a 180°C per circa 15 minuti o fino a quando le patate saranno dorate. Nel frattempo prepara un guazzetto d’accompagnamento, usa una quindicina di pomodorini a testa, sporca di olio una padella, aggiungi i pomodorini tagliati a metà, capperi e cucunci dissalati, a piacere, uno spicchio d’aglio tagliato a metà, un peperone abbrustolito e privato dei semi, della pelle e tagliato a filetti, una decina di foglie di basilico. Fai cuocere schiacciando i pomodorini, aggiungi un pizzico di bicarbonato, uno di zucchero e il sale. Fai stufare e poi servi nei piatti, distribuendo uno specchio di pomodorini e sopra adagia un gomitolo di tonno e patate. Non è una bella idea? Io dico di si!

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